Da una parte quasi 153mila soggetti – tra enti, associazioni e fondazioni – dell’universo non profit, dall’altra una cinquantina di fornitori di servizi a quello stesso mondo: dalle questioni legali a quelle fiscali. È il nuovo servizio di “Italia non profit”, nata come piattaforma online dove gli enti si potevano registrare gratuitamente, contribuendo così a dare vita al più grande database, e ottenendo una visibilità importante. Ora, il passo successivo: creare le condizioni per mettere in contatto il mondo della filantropia e del volontariato con i fornitori.
Il nuovo servizio – denominato “Quello Giusto” – è partito da poco e suddivide i fornitori di beni e servizi in 9 settori merceologici con ambiti che spaziano dall'assistenza legale e fiscale al fundraising, dal marketing alla formazione, ai servizi digitali. «Grazie ad un motore di ricerca e ad una serie di indicazioni automatiche – spiegano da Italia non profit –, l’ente riesce a identificare il proprio bisogno, valutare le possibili soluzioni e scegliere il fornitore più adatto. Al fianco dei fornitori specializzati da sempre nei servizi al non profit, ci sono quelli che si sono specializzati in altri mercati ma che hanno compreso l’importanza sia sociale che economica di questo comparto».
Comparto che, del resto, ha numeri importanti: il mercato di beni e servizi acquistati da organizzazioni non profit vale oltre
21 miliardi di euro, pari a circa l’1,3% del Pil nazionale. Secondo gli ultimi dati Istat basati sul censimento del 2015,
risulta che più di un terzo dei costi sostenuti dalle oltre 330mila organizzazioni non profit è rappresentato da acquisti
di beni e servizi.
Solo le organizzazioni con sede in Lombardia, Lazio e Emilia-Romagna investono quasi 11 miliardi e mezzo di euro in questo
ambito. Da un’analisi di Italia non profit svolta grazie al proprio database, le 10 organizzazioni non profit che hanno raccolto
le maggiori risorse dal 5 per mille del 2017 hanno speso complessivamente oltre 132 milioni di euro in beni e servizi con
una spesa annua che va da un minimo di 3,6 milioni fino a un massimo di 26,2 milioni di euro.
Dal 2017, quando è nata, la piattaforma Italia non profit ha dato vita a un database con 150mila enti censiti cui si aggiungono altre 2.800 schede ente registrate. A questa platea, oltre a una visibilità online per ciascuna realtà, la piattaforma offre una serie di servizi, tra i quali, ad esempio, la guida alla riforma del terzo settore. «“Quello Giusto”» afferma Giulia Frangione, amministratore delegato di Italia non profit, «è il risultato felice di uno slancio collaborativo fra enti non profit e fornitori che per mesi, riuniti in tavoli di lavoro e connessi alla piattaforma, ci hanno raccontato fabbisogni e necessità, definendo le caratteristiche che avrebbe dovuto avere il marketplace».
Per Giulia Frangione si tratta di un traguardo collettivo, che cerca di ridurre il l’asimmetria informativa tra le parti, e di costruire percorsi di reciproca conoscenza. «Volevamo creare un’occasione di incontro intelligente, evitando alle organizzazioni lo sconforto dell’infinito scorrere di paginate di società e professionisti e la corsa solitaria alla ricerca di un generoso passaparola. Quella che introduciamo oggi è una ulteriore spinta verso l’accessibilità e la trasparenza delle informazioni che hanno guidato i vari progetti fin qui lanciati da Italia non profit e continueremo in questa direzione: convinti che un mercato più aperto possa essere di stimolo per i progetti, per i fornitori e per le organizzazioni».
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