TOKYO – Se vi assumessero in una società e vi chiedessero di arrivare prima dell’orario di lavoro per pulire i bagni, probabilmente il livello della vostra motivazione non sarebbe eccelso. Eppure non è necessariamente così. Parola di colui che è stato nominato l’anno scorso – in un sondaggio tra top manager - il migliore Ceo del Giappone: con metodi simili è quasi sempre riuscito a acquistare aziende in perdita e a rilanciarle «con gli stessi dipendenti». Un uomo che ha sempre messo la “motivazione” al primo posto: «Non è importante un genio, un grande talento, in azienda. L’importante è la motivazione, che porta a impegno e perseveranza».
Shigenobu Nagamori è il Ceo di una società, la Nidec, che non è conosciuta quanto Toyota o Panasonic, ma che intende diventare numero uno al mondo nei “motori”, dai micromotori per pc e telefonini ai motori industriali. Potete leggere un manga che racconta la storia a fumetti della sua vita sul sito aziendale (http://www.nidec.com/en-EU/corporate/about/message/comics/). Il fumetto a scopi (aziendalmente) edificanti ha un titolo non proprio modesto: «L’uomo più caldo del sole». Nagamori fin da ragazzo si appassionò ai motori e nel 1973 fondò l’azienda con tre persone e spazi in affitto, ma con un obiettivo chiaro e decisamente ambizioso: diventare numero uno al mondo. Un target che si sta avvicinando dopo una cinquantina di acquisizioni societarie nel mondo. In tutte le imprese comprate ha cercato di applicare la politica «3Q6S». 3Q sta per Lavoratore di Qualità, Azienda di Qualità e Prodotti di Qualità. 6S sta per Seiri (tenere le cose organizzate), Seiton (tenere le cose a pronta disposizione), Seiketsu (tenersi puliti personalmente), Seiso (tenere le cose pulite), Saho (tenere buone maniere), Shitsuke (tenersi autodisciplinati).
L'ultimo acquisto è stato appena annunciato: asset per 1,2 miliardi di dollari dell’americana Emerson Electric Nidec, che porta nel gruppo altri 9,700 dipendenti. Dopo quattro anni record, anche nel primo trimestre del nuovo esercizio Nidec ha visto un primato di profitti in bilancio. Anche in Italia il gruppo sta investendo e crescendo, tra nuove acquisizioni (tre mesi fa è stata completata quella di E.C.E srl) e grandi commesse come quella in Russia per Nidec Asi (l’ex Ansaldo Sistemi Industriali). Per fortuna i manager in Italia hanno spazi di autonomia per non applicare in modo militaristico il 3Q6S: in Giappone anche il modo corretto di fare gli inchini, o di salutare obbligatoriamente ad alta voce il manager, pare sia strettamente regolato.
Nagamori – ormai tra i primi dieci uomini più ricchi del Paese - parla con accento, se non in dialetto, del Kansai (la regione di Kyoto) e certo il suo stile di management si è fatto notare per eccentricità. Tipo, appunto, la pulizia obbligatoria mattutina dei gabinetti per i neoassunti alla sede centrale di Kyoto. È uno che non crede molto alle lauree nelle grandi business school internazionali, tanto che ha creato una business school aziendale. Quando acquista un’azienda, va a visitare le sedi e si mette a cercare qualcosa che non va, magari anche una semplice parete che andrebbe ridipinta: «Se non trovo nulla da mettere a posto, resto deluso». Sta facendo incetta di manager e tecnici espulsi da aziende tecno-industriali giapponesi in difficoltà, come Sharp e Toshiba, ai quali dà l’opportunità di ripartire: «È importante sperimentare la sconfitta: ci rende più forti di fronte a nuove sfide».
Ma sa anche essere spietato se i suoi manager non gli portano risultati: ad esempio, dal settore auto ha preso Bunsei Kure nel 2013 come vice, ma l’ha cacciato in quanto non è riuscito a aumentare i profitti dalle attivita' sotto la sua responsabilita'. Ora Kure è a capo di Renesas, leader nei chip per l’automotive, e la prima cosa che ha detto è che Renesas non intende essere acquistata da Nidec. Per Nagamori, impossessarsene sarebbe un ottimo colpo per diventare l’interlocutore indispensabile dell’industria automobilistica mondiale. Intanto ha già detto che prima di fine anno intende realizzare altre tre rilevanti acquisizioni. Mentre i suoi coetanei 70enni straricchi pensano a godersi la vita, lui ha un solo programma: non mollare finché l’azienda sia diventata la prima al mondo. Le vendite annuali del gruppo sono di 1.178 miliardi di yen. E il target è di quasi raddoppiarle a 2mila miliardi già entro il 2020.
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