Ci sono anche tre istituti italiani nella tredicesima edizione del ranking globale del Financial Times sui master in management: la Bocconi (10ma, in rialzo dall'11esimo posto del 2016), il Politecnico di Milano (84esimo, in discesa dal 78esimo posto di un anno fa) e la Luiss di Roma, che compare al 94esimo posto (su 95).
La top 10 resta dominata per il settimo anno di fila dalla svizzera University of St Gallen (San Gallo), seguita dalla École des hautes études commerciales di Parigi (seconda), l'Ie Business school di Madrid (terza), London Business School (quarta), Essec Business School (quinta), la business school internazionale Escp Europe (sesta, con un master attivo anche nella sede italiana di Torino), Whu Beisheim (settima), Esade Business School (ottava), Cems (nona) e appunto la Bocconi sul decimo scalino.
Nel suo complesso la graduatoria conferma il predominio di business school britanniche e francesi, presenti rispettivamente con 24 e 18 posizioni. Le scuole di management della Gran Bretagna crescono a ritmo più veloce della controparte transalpina, ma garantiscono ancora stipendi più bassi ai loro ex allievi: una media di 55mila dollari, contro i 64mila incassati da chi ha scelto la Francia. Nel frattempo si fa avanti l’Asia (sette business school in graduatoria), mentre la new entry più vistosa arriva dalla Germania: la Frankfurt School of Finance and Management sbarca per la prima volta in classifica al 41esimo posto, con retribuzione media di 88.223 dollari per i diplomati.
Due nuovi criteri: incremento di stipendio e progresso di carriera
Il ranking ha preso in considerazione i programmi di un totale di 102 business school, valutate secondo un totale di 17 criteri: sette calibrati in base alle risposte degli studenti (con incidenza del 58% sul punteggio) e dieci in base ai dati raccolti dagli istituti (incidenza del 42%). Per la prima volta dalla nascita del ranking sono stati inseriti nel calcolo i fattori di incremento dello stipendio (pari al 10% del punteggio e dato dalla differenza tra la retribuzione percepita prima del master e tre anni dopo il diploma) e progresso di carriera (pari al 5% e stabilito in base a livello di seniority e dimensioni dell'azienda che ha assunto il candidato, sempre a tre anni dalla fine del programma). Fra gli altri elementi di giudizio ci sono mobilità internazionale, percentuale di membri dello staff accademico con un titolo di dottorato e quota di donne tra faculty e iscritti.
L’impatto sulle retribuzioni
I master classificati offrono un rialzo medio del 20% nelle retribuzioni, con picchi che possono spingersi fino al +95%. Anche se non rientra fra i criteri ufficiali, un altro indicatore pubblicato dalla classifica (e valutato dagli stakeholder) è quello dello stipendio medio nel triennio successivo al diploma. Nelle posizioni di testa si arriva ai 114.449 dollari della University of St Gallen, ai 99.145 dollari di Hec Paris e ai 91.189 dollari della Ie Business School di Madrid. Le italiane si attestano sui 75.423 dollari della Bocconi (classificata con il suo master in International Management), i 42.734 dollari del Politecnico (presente con il master in management engineering del dipartimento di Ingegneria gestionale) e i 44.827 dollari della Luiss di Roma (master in Management).
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