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Nuovi talenti, la «diversity» è il principale asset del 2018

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LINKEDIN GLOBAL RECRUITING TRENDS

Nuovi talenti, la «diversity» è il principale asset del 2018

Che il mondo del recruiting stia attraversando un momento di importanti cambiamenti lo sappiamo da un po’. E lo sanno soprattutto (o lo dovrebbero sapere) i responsabili Hr, chiamati a trovare valide alternative a procedure di ricerca dei candidati ormai superate, a un iter di programmazione dei colloqui dispersivo e al rischio sempre più impellente della perdita di scarsa efficacia dei modelli di valutazione ripetitiva. L’esigenza di cambiare il modo di fare selezione di talenti dal grande potenziale è sentita in moltissime organizzazioni e va di pari passo con la necessità, per le stesse aziende, di concentrarsi maggiormente su attività più gratificanti, in cui l’elemento umano rimane il fattore più importante.

Lo scenario sopra descritto ha fatto da cornice a un interessante analisi condotta da LinkedIn, e più precisamente l’edizione annuale del Global Recruiting Trends (a questo link una sintesi dello studio) elaborato dal social network professionale più grande del mondo sulla base di interviste mirate condotte con oltre 9mila professionisti delle risorse umane in tutto il mondo. Quattro, in particolare, i trend che guideranno le attività di ricerca e selezione del personale nei prossimi mesi, nell’ottica di rendere il processo di assunzione più strategico.

Talento fa rima con diversità
La priorità numero uno in assoluto, in base alle risposte fornite, è la «diversity inclusion». Il 78% delle aziende vede infatti nella diversità un fattore chiave per migliorare la propria cultura aziendale, mentre il 62% approccia questo tema per aumentare le proprie performance finanziarie. In linea generale i cosiddetti «diverse team» sono visti come più produttivi, innovativi e creativi rispetto agli altri; per contro ci sono ancora molte aziende che non riescono a raggiungere l’obiettivo di migliorare le proprie politiche legate a questo tema, spesso perché i responsabili HR non riescono a trovare abbastanza candidati di questo tipo in sede di colloquio (succede nel 38% dei casi campionati).

Nuovi strumenti di selezione per capire meglio i candidati
I professionisti delle risorse umane si stanno rendendo conto che i colloqui tradizionali stanno piano piano perdendo il loro valore, diventando strumenti sempre meno efficaci nella valutazione dei candidati. L’indagine dice in proposito che il difetto più evidente è la limitata capacità di individuare le soft skill dei candidati, voce citata dal 63% dei rispondenti. In soccorso ai recruiter arriva in soccorso la tecnologia, e con essa strategie in grado di offrire maggiori opportunità di comprensione dei candidati e delle loro potenzialità, oltre che delle loro attitudini, soprattutto per ciò che concerne il lavoro in team.

I dati sono il nuovo potere
Se l’acquisizione dei talenti è sempre stata basata sulla comprensione delle persone, con l’avvento del digitale questa pratica si è trasformata, diventando sempre di più un’attività legata a dati e numeri. Il 69% dei recruiter censiti, nello specifico, crede sin d’ora che l’uso dei dati possa dare maggiore visibilità al proprio lavoro e migliorare quindi le proprie opportunità di carriera. Ciò che è cambiato, soprattutto negli ultimi anni, è il volume di questi dati e la velocità con cui possono essere analizzati, le loro virtù predittive e la possibilità di sfruttarli (grazie a strumenti di intelligenza artificiale) per rendere più “smart” i processi di selezione del personale. Nelle aziende, soprattutto quelle grandi, è in atto un grande cambiamento e la possibilità di risparmiare risorse passa da una solida strategia di «talent intelligence» finalizzata a trovare nel modo più efficace possibile un primo selezionato gruppo di candidati da poter valutare.

Il futuro del recruiting è nell’intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale è uno dei grandi motori dell’evoluzione che sta completamente trasformando il settore delle risorse umane: i chatbot possono assicurare infatti feedback precisi e immediati per fornire informazioni puntuali alle domande dei candidati che si propongono per un’offerta di lavoro, riducendo gli sprechi di tempo per i recruiter. I dubbi sull’adozione di questi sistemi innovativi da parte dei professionisti del settore sono però ancora evidenti, tanto che il 14% teme per il proprio lavoro in relazione all’avvento dell’intelligenza artificiale.

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