Negli ultimi anni, una serie di innovazioni dirompenti ha trasformato il nostro modo di vedere interi settori. Spotify per la musica, Uber per i trasporti, Netflix per le serie TV e i film: la tecnologia ha cambiato il nostro modo di fruire prodotti che prima davamo per scontati. Una rivoluzione simile sta ora investendo anche il modo in cui pensiamo ai nostri uffici, alle scrivanie e alle modalità di lavoro. Una rivoluzione chiamata smart working.
Il lavoro flessibile fa crescere il business, aumenta la competitività e la produttività dell’azienda e aiuta ad attrarre i migliori talenti. È quanto emerge da uno studio che IWG, provider di spazi di lavoro flessibile presente in Italia con i brand Regus e Spaces, ha recentemente condotto su un campione di 18.000 leader aziendali di 96 Paesi, tra cui 200 uomini d’affari, manager o titolari di aziende italiani.
JLL stima che, entro due anni da oggi, l’80% della popolazione mondiale avrà uno smartphone. Il cloud continuerà a crescere in modo esponenziale e oltre il 50% del traffico Internet potrebbe provenire dai sensori dell’IoT entro il 2025. Nel 2020 le connessioni 4G rappresenteranno il 61% del totale, mentre entro il 2025 il 5G coprirà il 31% delle connessioni (dati: GSMA Intelligence). In parole povere, sarà sempre più facile per una persona collegarsi e lavorare in maniera più produttiva che mai, ovunque si trovi. La tecnologia sta creando un’economia in grado di fornire a più persone in tutto il mondo i mezzi per lavorare al massimo della produttività.
I lavoratori sono già consapevoli di questa rivoluzione, in particolare i Millennials nativi digitali. Perché dovrebbero farsi due ore al giorno di viaggio per andare in ufficio? Il loro desiderio è quello di lavorare per un’azienda che consenta loro di sperimentare i vantaggi di una community collaborativa, senza sprecare ore preziose della loro giornata. Non sorprende che, secondo i dati CBRE, il 69% dei Millennial baratterebbe altri benefit aziendali con uno spazio di lavoro migliore.
Secondo il 79% del campione intervistato da IWG, il lavoro da remoto aiuta a raggiungere un più efficace equilibrio tra vita professionale e vita privata, migliorando soprattutto la vita dei lavoratori pendolari (81%). Tutto ciò aumenta la soddisfazione degli italiani nei confronti della professione: lo afferma il 71% degli intervistati del Belpaese, ben 13 punti percentuali in più rispetto alla media globale e 18 rispetto ai rispondenti inglesi.
Lo smart working, tuttavia, non rende agile solo il lavoro, ma l’azienda intera. Un esempio su tutti: rivolgendosi a uno spazio di lavoro flessibile, un’impresa può inserire rapidamente i dipendenti in un nuovo mercato, per poi riportarli con altrettanta velocità nel settore iniziale se necessario.
L’89% del campione intervistato da IWG pensa che il lavoro flessibile faccia crescere il business – +22% rispetto al 2016. Secondo l’88% dei rispondenti italiani, aiuta l'impresa a rimanere competitiva sul mercato; per l’83%, aiuta a massimizzare i profitti. Inoltre, permette al business di sbarcare su nuovi mercati (80% del campione) e di reclutare e trattenere i migliori talenti (78%).
Stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione del concetto stesso di lavoro. Chiamiamolo pure smart working, lavoro agile, flessibile, da remoto… tra non molto si chiamerà solo “lavoro” e sarà la normalità. Assistiamo in questo momento a una fase di transizione, in cui l’importanza di questo nuovo lavoro liquido è sempre crescente ed è oggetto di profonde discussioni da parte di molteplici funzioni aziendali, tra cui il risk management, lo sviluppo del business, le risorse umane e le funzioni di marketing e strategia. È inevitabile che tutto ciò si rifletta in un’evoluzione del concetto di “sede” e anche dei portafogli immobiliari delle nostre aziende.
Solo un decennio fa non si poteva scegliere, la musica si doveva acquistare in un formato fisico, come un cd. Poi è arrivato Spotify. La rivoluzione degli spazi di lavoro è proprio dietro l’angolo e le aziende intelligenti stanno iniziando a pianificare questa trasformazione totale già da ora.
* Country Manager di Regus in Italia
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