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A Brescia l’acciaieria 4.0 cerca laureati con l’x factor

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nuove vie del recruiting

A Brescia l’acciaieria 4.0 cerca laureati con l’x factor

Dark polo gang, Tedua, Rkomi, Capo plaza. Se non avete la più pallida idea di chi siano è, probabilmente, perchè avete più di 20 anni, e le vostre orecchie sono avvezze ad altri suoni rispetto alla «trap», genere musicale amato dai giovanissimi e di cui i quattro sono esponenti di spicco.

Eppure per capire il mondo di oggi bisognerebbe, forse, ascoltare anche un po’ di trap, perchè suonare la stessa musica può essere di conforto, ma non apre a nuove prospettive. Succede anche nelle aziende. Stanco di «ascoltare la stessa musica», Giuseppe Pasini, imprenditore siderurgico leader del gruppo Feralpi di Lonato, ha di recente lanciato un’iniziativa per incoraggiare l’ingresso in azienda di giovani laureati con competenze nuove, cercando quelli con l’«x factor». Giovani cioè in grado, all’occorrenza, di rivoltare l’azienda come un calzino, di mostrare da prospettive diverse processi e prassi aziendali ormai consolidati per chi ci vive dentro da anni.

Pasini cerca la chiave per interpretare, grazie ai Millennial, i mercati del futuro. «Cerchiamo ragazze e ragazzi che abbiano una particolare propensione alla trasformazione digitale - spiega il presidente -, e vogliamo che si impegnino a sviluppare progetti capaci di incidere in modo innovativo sui processi aziendali». Il requisito per candidarsi è semplicemente essere un giovane laureato, indipendentemente dalla facoltà frequentata. È il benvenuto, ribadisce l’imprenditore, «non solo chi ha tra le mani un titolo accademico in materie tecniche, ma anche chi può mettere in un’azienda come Feralpi, internazionale e multi-stabilimento, le proprie competenze scientifiche, sociali o umanistiche».

Il gruppo Feralpi è uno dei principali player siderurgici italiani ed europei, con una produzione di 2, 5 milioni di tonnellate di acciaio, 1.500 occupati e un fatturato di 1,2 miliardi di euro, realizzato vendendo soprattutto acciai destinati all’edilizia. Ma anche il laureato in filosofia può andare bene nella prospettive immaginata dall’imprenditore bresciano. Anzi, da queste parti la prospettiva che un giovane dedito a Wittgenstein e Kant provi a mettere il naso dentro questa acciaieria, indossando caschetto e scarponi e indicando con il dito a ogni passo tutte le cose «strane» che vede è, sotto sotto, desiderata.

La ricerca è iniziata da pochi giorni. Verranno selezionati dodici laureati definiti dall’azienda «ad alto potenziale» e già ribattezzati e-farmer, visto che il loro compito è coltivare, arare i processi interni dell’acciaieria. Il gruppo sta investendo nel lungo periodo: non ha fretta per la semina e l’eventuale raccolto, che potrà avvenire a distanza di molti anni.

«Da sempre investiamo sui giovani - spiega Antonio Cotelli, direttore delle risorse umane del gruppo feralpi -, perchè siamo convinti che nelle loro capacità e nel loro entusiasmo ci sia il futuro delle imprese che devono affrontare complessità crescenti. Se è vero che l’impresa è un patrimonio della collettività, allora deve puntare sul futuro, mettersi in discussione, coinvolgere i giovani per disegnare l’azienda che verrà. Il progetto e-farmer racchiude tutto questo dentro una doppia sfida - conclude con entusiasmo il dirigente -: per i neolaureati, perchè si metteranno in gioco in una grande azienda, e per l’impresa con il suo management, perchè dovrà ascoltare prima di insegnare».

Il progetto, sviluppato in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia e Rise (Research&innovation for smart enterprises), laboratorio dello stesso ateneo, si articola in due fasi distinte. La prima, remunerata, richiederà sei mesi e vedrà gli e-farmer cimentarsi con lo sviluppo di progetti trasversali alle diverse aree aziendali, da sottoporre alla direzione. Saranno coordinati da un coach universitario e affiancati da un tutor aziendale. Solo uno dei due team verrà però scelto per il passaggio successivo, relativo alla realizzazione del progetto. La seconda fase durerà ben due anni, nel corso dei quali i ragazzi saranno assunti dal gruppo Feralpi: gli e-farmer lavoreranno nelle funzioni aziendali in cui si saranno progressivamente integrati, per trasformare definitivamente il loro progetto in realtà.

«Sfruttare al meglio le opportunità della trasformazione digitale - commenta il professor Marco Perona dell’Università degli Studi di Brescia - non significa solo implementare tecnologie avanzate o macchinari moderni. Una catena di fornitura veramente 4.0, smart, interconnessa, reattiva e centrata sul cliente, richiede aziende dotate di nuove competenze tecniche e manageriali a forte matrice digitale. Dalla raccolta, elaborazione e gestione di big data per generare informazioni funzionali alle scelte decisionali, fino alla capacità di modellare e misurare le prestazioni rilevanti del business. Il progetto e-farmer va esattamente in questa direzione, introducendo in azienda menti giovani e fresche. Potranno sviluppare progetti innovativi e di forte impatto, fondendo il rigore accademico e il pragmatismo del management».

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