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Serve una cultura del lavoro che valorizzi un rispettoso dissenso

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Serve una cultura del lavoro che valorizzi un rispettoso dissenso

Le culture del lavoro tradizionale ci hanno indotto a pensare che anche un piccolo disaccordo possa portarci alla rovina. Questa paura ha prodotto culture organizzative dominate da quello si potrebbe chiamare “accordo violento”, accompagnato solitamente da massicci fenomeni di accondiscendenza. Ma se tutti sono sempre d’accordo, come facciamo a sapere cosa pensa realmente la gente e come possiamo evolvere? Per creare una cultura del lavoro che favorisca un dissenso rispettoso (dove l’enfasi è sempre su “rispettoso”), dobbiamo riconoscere che le persone non sono sempre d’accordo e non sempre condividono i loro pensieri reali. Perché è attraverso la conversazione e il dibattito che le idee reali vengono fuori e vengono prese decisioni migliori. Per creare un ambiente di lavoro in cui poter esprimere il proprio dissenso, ecco qualche consiglio pratico:

1) Discuti come se avessi ragione, ascolta come se avessi torto
Per sviluppare una cultura che valorizzi un dissenso rispettoso è importante saper ascoltare tutti i punti di vista, dimenticando le scale gerarchiche. Ciò significa che i leader non devono temere di perdere autorevolezza se qualcuno “al di sotto” non è d’accordo con loro: la cosa non deve essere percepita come una minaccia da un lato, né al contempo, creare ripercussioni su chi si permette di dissentire. L’argomentazione richiede passione, l’ascolto richiede dedizione, e un ascolto attivo consente di prendere le migliori decisioni.

2) Sfruttare la diversità cognitiva per risolvere problemi complessi
Le opinioni diverse sono spesso viste come uno scotto da pagare e come causa di rallentamento dei processi aziendali. In realtà l’esperienza ha dimostrato che le idee migliori vengono proprio da prospettive in contrasto, tant’è che la diversità cognitiva derivante dal background e dalle storie di vita delle persone porta con sé un valore aggiunto non indifferente. Per cambiare questo approccio, bisogna accogliere le opinioni diverse non come un problema, ma come un’opportunità.

3) Riunioni più smart
Lasciare una riunione sapendo quello che si sapeva prima di essere entrati non apporta nessun miglioramento, è anzi una perdita di tempo: bisogna capire come sfruttare questo tempo in maniera più intelligente. È un’idea semplice, ma richiede un’azione ponderata e coerente, un impegno per far accrescere sempre il cosiddetto “growth mindset”.

4) Essere d’esempio
Se si intende cambiare le prospettive culturali del proprio team è fondamentale che i leader siano d’esempio: non bisogna esitare nel sottolineare quando si sta mettendo in pratica un dissenso rispettoso. Riconoscere quando un commento in contrasto con il proprio viene presentato può essere un ottimo punto di partenza, e aiuta a instaurare un clima in cui ogni membro non si senta penalizzato dall’affrontare la questione, ma che anzi possa, nel contesto giusto, considerarla come una pratica vantaggiosa per il proprio team e per tutta l’organizzazione.

5) Non si tratta di te
L’attenzione dovrebbe essere sempre rivolta alla soluzione del problema e non semplicemente alla difesa della propria idea o posizione o punto di vista. Il disaccordo con la propria idea non è un atto d’accusa personale nei propri confronti, o almeno non dovrebbe esserlo. Ci vuole coraggio per parlare, e ci vuole coraggio per ammettere che l’idea di qualcun altro sia migliore. Bisogna sempre ricordare qual è l’obiettivo ultimo del confronto: trovare la soluzione migliore per il proprio cliente o per lo sviluppo aziendale.

6) Ruoli e responsabilità sono importanti
Ascoltare voci e opinioni diverse è molto importante, tenendo sempre a mente quali sono i ruoli e le responsabilità di ciascun membro. È compito del leader capire se, nonostante l’ascolto delle opinioni altrui, la propria visione sia ancora quella più valida, argomentando le motivazioni della scelta con coerenza e decisione.

Favorire un clima in cui il dissenso e il conflitto creativo sia ben accetto all’interno dei team significa anteporre la fiducia sulla paura con una conseguente sensazione di parità e uguaglianza. Di certo non si tratta di una pratica facile ed immediata e potrebbe comportare tensioni e malumori iniziali tra le persone, ma i risultati promessi sono sorprendenti.

* Work Futurist di Atlassian

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