«Cosa facciamo? Formazione e consulenza manageriale per la business evolution, puntando sul benessere personale di addetti e organizzazione». Forte di anni di esperienza maturata in vari ruoli dirigenziali di grandi aziende (Siemens e Magneti Marelli fra queste) e di una passione dichiarata per il modello “lean”, Luciano Attolico ha deciso che a 38 anni era giunto il momento di cambiare orizzonte professionale. Nel 2008 rinuncia infatti al suo ultimo incarico da manager e pone a terra le radici di Lenovys, la sua nuova impresa. La missione? Aiutare le medie e grandi organizzazioni a valorizzare persone, prodotti e processi.
Guardando ai risultati ottenuti dalla società (da 300mila a cinque milioni di euro di fatturato in pochi anni) si può ragionevolmente
affermare che l’idea di passare dall’altra parte della barricata abbia prodotto buoni risultati.
I risultati, per Attolico, «sono la conseguenza dell’evoluzione di un’azienda nel suo complesso, sono per i manager un mantra
ma non possono essere la causa della staticità delle risorse umane, della loro frustrazione ed iperattività. Una delle problematiche
che maggiormente assilla i manager, in un momento in cui molte aziende iniziano a preoccuparsi della loro sopravvivenza a
medio termine, è la selezione delle opportunità: il numero di imput da processare è aumentato da 10 a 50 volte, ma nessuno
sta allertando e aiutando i manager a filtrare in modo adeguato l’incremento di informazioni in ingresso».
Qualche numero, estratto da un’indagine condotta dalla stessa Lenovys su oltre 800 manager di medie e grandi aziende, aiuta a spiegare meglio il fenomeno. Il 90% dei dirigenti italiani non riesce a concentrarsi sul lavoro, otto su dieci non delegano attività ai propri collaboratori e solo il 5% riceve apprezzamenti e incoraggiamenti per i risultati conseguiti. Senza dimenticare altri fattori di insoddisfazione come la mancata applicazione degli organigrammi e la scarsa conoscenza delle strategie aziendali.
Il multitasking, secondo Attolico, rimane una dote: ma appiattire i livelli di importanza dei “task” è dannoso. I compiti affidati mediamente a un manager sono troppi ed eccessivo è il numero di interazioni con lo smartphone (oltre un centinaio al giorno): un’abbondanza che può generare malessere mentale e ridurre le capacità di concentrazione. In Lenovys, non a caso, lavora un team eterogeneo di esperti fra ingegneri, economisti e psicologi perché l’obiettivo di fondo è per l'appunto quello di accompagnare il management e le persone che compongono l’organizzazione a un cambiamento a 360 gradi delle proprie abitudini giornaliere.
«Rompere le consuetudini acquisite - spiega ancora Attolico - é il compito più difficile. Con Lean Lifestyle abbiamo creato un sistema strutturato per aumentare le prestazioni di business in modo organico e strettamente collegato al benessere delle persone. Non portiamo in dote ai manager solo filosofia o education, ma anche tecniche e modelli gestionali riconosciuti su scala internazionale, abbiamo preso i principi della metodologia lean e li abbiamo reintegrati per soddisfare le attuali esigenze organizzative delle imprese».
Il motto di Lenovys è sulla carta semplice, e cioè quello di “rivoluzionare” il modo di fare business e il modo di essere manager, dando a questi ultimi gli strumenti adeguati per gestire velocemente il cambiamento. Da dove si parte? Curando i livelli di energia fisica, emozionale e mentale delle persone, e quindi il substrato del benessere, un tassello che si può edificare solo lavorando meglio, in modo più ordinato e rispettoso di componenti essenziali quali il tempo o la nutrizione. L’ingegneria delle abitudini, coniugando prestazioni e risultati eccellenti con il benessere individuale e di squadra, dice in tal senso il Ceo, «si raggiunge attraverso una visione condivisa degli obiettivi e una maggiore appartenenza all'azienda».
Per capire dove intervenire, e in modo mirato, entrano in gioco sistemi di diagnosi digitale per le attività di assessment e di mappatura dei processi, affiancati da attività di analisi delle reti social, interviste individuali e di gruppo e all’osservazione dei comportamenti sul campo. Aziende come Leroy Merlin, Sammontana, Campari, Natuzzi, Orogel o Whirlpool, tanto per fare degli esempi, si sono affidate alle “cure” di Lenovys cogliendone i benefici sperati.
«Ogni organizzazione - ha sottolineato Attolico - ha un focus e il nostro compito è quello di aiutarle ad orientarsi fra le priorità di risultato predefinite attraverso una strategia di ampio respiro che punta su sostenibilità e benessere». Il fatto che in azienda sia presente o meno una figura dedicata al cambiamento non è assolutamente un requisito necessario. «Ciò che serve - conferma infatti il fondatore di Lenovys - è una rete di agenti del cambiamento all’interno dell’organizzazione, che quotidianamente contribuiscono a portare avanti il processo di evoluzione rispetto a tre pilastri: innovation, lean transformation, people&process».
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