Entro quest’anno i primi due voli diretti dalla Cina potrebbero atterrare a Cagliari: provenienti da Hainan, provincia meridionale già gemellata con la Sardegna, e da Pechino, porteranno anche nell’isola la nazionalità traino della crescita del turismo nel mondo. Vale a dire il settore che sarà a sua volta il primo traino dello sviluppo dell’isola.
All’inizio di febbraio il candidato (oggi nuovo governatore) Christian Solinas era stato fra i quattro invitati su sette a non aver preso parte alla tavola rotonda organizzata a Cagliari da Federalberghi Sardegna, proprio per discutere del potenziale del turismo come principale fattore di crescita dell’economia dell’isola.
Eppure, in ottobre, sempre a Cagliari, i numeri presentati dall’Agenzia per la Coesione Territoriale e da Unioncamere, nell’ambito di Sisprint (Sistema Integrato di Supporto alla Progettazione di Interventi Territoriali), non potevano essere più eloquenti: nel report presentato per l’evento si definiva il turismo come «il più significativo volano per favorire la ripresa economica della Sardegna. Più che incoraggiante è l’esponenziale aumento di presenze turistiche (+24,4% tra 2012 e 2016, ben più elevato del +5,4% del Mezzogiorno e del +5,8% nazionale) così come il crescente utilizzo di strutture ricettive».
Il profilo della Sardegna, infatti, oggi è più che mai ideale per sia per i turisti sia per gli investitori del settore: è un’isola ancora poco conosciuta in Paesi emergenti, Cina in testa appunto, dove una nuova ed enorme classe di viaggiatori è sempre più alla ricerca di mete alternative alle più classiche e legate a fattori naturalistici e paesaggistici, oltre che culturali. Inoltre, alla luce dell’aumento del turismo di fascia alta, sempre a livello globale, la sua offerta di strutture ricettive di lusso è ancora piuttosto limitata, concentrata nella provincia di Olbia-Tempio. Infine, la Sardegna offre interessanti spazi anche per lo sviluppo di un nuovo tipo di turismo in veloce sviluppo, quello legato alla sostenibilità e alle culture e tradizioni locali.
Partiamo dal lusso: l’estate scorsa una delegazione di fondi di investimento cinesi, con la mediazione di Only Italy, ha compiuto un secondo tour dell’isola, incontrando istituzioni e imprenditori, che si è concluso con l'intenzione di inserire la Sardegna nelle tappe delle crociere cinesi nel Mediteraneo. Un tour al quale, in autunno, è seguita la notizia dell’intenzione di aprire due rotte aeree con la Cina.
Il Paese potrebbe dunque aggiungersi al Qatar nel gruppo degli investitori stranieri in Sardegna: l’emirato, tramite Qatar Holding, è azionista unico di Smeralda Holding, società che gestisce l’area turistica della Costa Smeralda. Lo scorso anno ha avviato investimenti per un totale di 150 milioni di euro fino al 2023 per implementare le strutture di sua diretta gestione: quattro hotel a cinque stelle, il Pevero Golf Club, il Waterfront e il cantiere navale, il ristorante Novikov (sbarco in Italia della catena dell’imprenditore russo Arkadiy Anatolievich Noviko), il nuovo Nikki Beach Club e il Quattropassi al Pescatore, ristorante due stelle Michelin della Costiera Amalfitana che si è “clonato” in Sardegna.
Investimenti stanziati anche sulla scia degli ottimi risultati finanziari: l’ultimo bilancio di esercizio, relativo al 2017 e approvato nel giugno 2018, ha registrato per la prima volta il superamento dei 100 milioni di ricavi (+15% sul 2016) e un Ebitda a 32 milioni, tutti valori in aumento rispetto agli 87 milioni di ricavi e all’Ebitda di 23 milioni dell’esercizio precedente.
Che il segmento lusso sia il più promettente per i conti della Sardegna lo confermano i numeri di Sardegna Statistiche: fra 2011 e 2016 (ultimi dati disponibili) le tipologie di esercizi ricettivi ad aver registrato un aumento sono state solo quelle a cinque e quattro stelle. La fascia cinque stelle, infatti, è passata da 25 strutture a 30, con un aumento di posti letto da 5.631 a 7.463. I quattro stelle sono passati da 249 a 267, e da 56.842 posti letto a 57.367. I cinque stelle sono andati anche meglio dei quattro, con un +20% in strutture e un +32% di posti letto, a fronte del +7% e del +0,9% dei quattro stelle. Hotel e posti letto a tre, due e una stella tutti in calo.
Significativa anche la concentrazione delle strutture ricettive, relativa allo stesso periodo: nella provincia di Olbia -Tempio, quella della Costa Smeralda, i cinque stelle sono passati da 15 a 18 e i quattro da 99 a 110. Nella provincia di Cagliari nel 2016 c’erano 9 strutture di lusso, in quella di Sassari due, nell’Oristanese solo uno. Zero nelle provincie di Ogliastra, Medio Campidano, Sulcis-Iglesiente e Nuoro.
Non solo il lusso, però, potrà fare da traino al turismo della regione, che sta sviluppando anche un’altra vocazione: quella ad accolgiere e soddisfare uno stile di viaggio più di nicchia, legato alla sostenibilità, sia ambientale sia sociale. Lo dimostrano, per esempio, i progetti di Boutique Sardinia (minicatena che affilia 11 hotel fuori dalle rotte turistiche tradizionali o ricavati dal restauro di edifici storici, e che comprende anche L’Agnata, ex dimora di Fabrizio De André e Dori Ghezzi), di Su Gologone, quasi nascosto nelle colline nella Barbagia, un progetto artistico e culturale oltre che di ospitalità, perché è una sorta di galleria di opere d’arte e alto artigianato sardo.
Nel 2018 la regione Sardegna ha partecipato per la prima volta a Fa’ la Cosa Giusta, fiera di Milano dedicata alla sostenibilità, dove sono stati presentati progetti per valorizzare anche gli antichi borghi .Due anni fa l’area fra Chia e Costa Rei, nel cagliaritano, sconfisse ben 200 mete concorrenti venendo riconosciuta dalla Commissione Europea come prima meta sostenibile d’Europa. La Sardegna è anche la capofila del progetto italo-francese Stratus, “Strategie Ambientali per un Turismo Sostenibile” e ha pubblicato i bandi per la locazione di cinque fari del demanio (uno, Capo Spartivento, è un progetto già avviato con successo). Mentre l’isola si prepara all’avvio di una nuova stagione.
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