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Libia, l’Isis rivendica attentati suicidi. Coprifuoco a…

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Libia, l’Isis rivendica attentati suicidi. Coprifuoco a Sirte. Navi da guerra egiziane pattugliano costa

«Navi da guerra della Marina egiziana sono al largo delle coste libiche per impedire qualsiasi tentativo di far arrivare armi ai jihadisti in Libia». Lo ha riferito all'Ansa il portavoce delle operazioni dell'esercito libico, Mohamed el Hagazi, mentre è ancora altissima la tensione in Libia, a poche centinaia di chilometri dalle coste italiane.

Stamattina, tre attentati suicidi coordinati, realizzati tramite autobomba, hanno colpito la città di al Qubah, a ovest di Derna, nell'est del paese. Due di questi attentati sono stati rivendicati dall’Isis, che in un comunicato precisa che l'azione è stata condotta da «due cavalieri», mentre la terza autobomba è stata azionata a distanza.

Il bilancio, ancora provvisorio, sarebbe di 48 morti e 50 feriti, molti dei quali civili, in gran parte persone in fila in macchina per fare rifornimento a una stazione di servizio. Il bilancio potrebbe aggravarsi dato che 26 feriti vengono definiti in “condizioni molto gravi”.

Una delle esplosioni ha colpito un edificio dei servizi di di sicurezza, precisano le fonti, l’altra un'affollata stazione di servizio, la terza la casa del presidente del parlamento libico, Aguila Salah Issa. Anche la tv concorrente al-Jazeera parla di almeno tre forti esplosioni in altrettanti quartieri della località. Al Qubah si trova a metà strada tra Derna, roccaforte dello Stato islamico nell'est della Libia, e Beida, dove ha sede il governo di Abdullah al Thani, espressione della Camera dei rappresentanti di Tobruk.

La rivendicazione dell’Isis
Il testo di rivendicazione è rilanciato da un tweet accreditato da media libici. Il network dell'Isis ha pubblicato le foto dei due kamikaze e una dell'esplosione in città. «Due cavalieri dello Stato islamico hanno eseguito due operazioni suicide con due autobomba miranti all'Unità di crisi del tiranno Haftar», si afferma nel breve comunicato che fa riferimento al generale Khalifa Haftar, che ha lanciato un'operazione contro le milizie islamiche nel Paese, alla guida di una sua forza poi riconosciuta dal governo di Tobruk. L'annuncio, fatto dallo “Stato islamico in Cirenaica”, si apre con la tradizionale invocazione islamica: «In nome di Dio misericordioso». L'attentato sarebbe stato condotto da un saudita, Abu Abdullah al Jazraoui, e da un libico, Battar al Libi. L'attacco è stato condotto «nell'area della Montagna verde» per vendicare «i martiri musulmani di Derna», ha fatto sapere l'Isis. Il riferimento è alle oltre 60 persone uccise nei raid aerei condotti sulla roccaforte libica dell'Isis dall'Egitto e dalle forze di Haftar in risposta all'esecuzione di 21 cristiani copti egiziani. Si tratta, precisano gli jihadisti, «di un messaggio per chiunque cercherà di attaccare i soldati del Califfato e tutti i musulmani».

Il governo “legittimo” di Tobruk respinge la richiesta di formazione di un governo di unità nazionale

Nel primo pomeriggio il governo e il parlamento di Tobruk, quelli riconosciuti a livello internazionale, hanno respinto una proposta avanzata da “ambienti occidentali” e Onu sulla formazione di un governo di unità nazionale libico entro una settimana al fine di combattere l'Isis: lo riferiscono fonti libiche.

Coprifuoco a Sirte. La città sotto il pieno controllo dei gruppi jihadisti
Stamattina inoltre lo Stato islamico ha annunciato il coprifuoco a Sirte, recentemente conquistata, dopo aver occupato la sede dell'emittente radiofonica locale. Lo riferisce l'emittente «Sky News Arabia», secondo la quale i miliziani dello Stato islamico hanno avvertito i residentidella città che il coprifuoco inizierà dopo la preghiera dell'Ishaa, prevista alle 20 ora locale. Il gruppo jihadista ha preso ieri il pieno controllo della città, occupandone l'università e tutti gli edifici pubblici. Due giorni fa, inoltre, la cellula locale del gruppo di Abu Bakr al Baghdadi aveva pubblicato un video relativo a una parata dei miliziani nella città libica. Il sito di Al Arabiya ha citato testimoni per riferire che l'Isis ha preso possesso del centro convegni “Ougadougou” dove l'allora leader Muammar Gheddafi organizzava stravaganti summit africani e arabi. La città è assediata dai miliziani islamici delle “Brigate di Misurata” che vogliono riportare l'agglomerato sotto il controllo di Tripoli, la sede del governo filo-islamico non riconosciuto dalla comunità internazionale. Si attende sempre l'esito di negoziati tra Isis e anziani delle tribù locali per evitare lo scontro e far uscire i jihadisti lasciandoli andare verso Nawfaliya, una cittadina desertica 145 km a est di Sirte.

Tensioni fra i l governo ufficiale e la Turchia
Continuano nel frattempo le tensioni fra il governo libico “ufficiale”, riconosciuto dalla comunità internazionale, in esilio a Tobruk, e la Turchia, accusata dal premier Abdullah al-Thani di appoggiare il terrorismo e minacciata di sanzioni economiche. Il portavoce del ministero degli esteri di Ankara Tanju Bilgic ha reagito accusando in una nota il «governo ad interim» libico di fare «dichiarazioni irresponsabili» e «commenti ostili e infondati sul nostro paese». La Turchia, ha minacciato, potrebbe dover prendere le «misure necessarie», di cui però non ha precisato la natura. Hurriyet ricorda che nei giorni scorsi al-Thani ha affermato che «quanto viene dalla Turchia ha un impatto negativo sulla sicurezza e sulla stabilità della Libia», accusando Ankara di appoggiare le milizie islamiche. Il governo turco del presidente Recep Tayyip Erdogan ha allacciato rapporti con il governo alternativo formato dopo la conquista di Tripoli da parte delle milizie islamiche sotto l'influenza dei Fratelli Musulmani. La confraternita, presente anche in Siria e Egitto, è vicina al partito islamico turco Akp di Erdogan. Secondo la stampa di Ankara, il governo di al-Thani potrebbe prendere misure di ritorsione economiche contro le società turche attive in Libia.

Incontro a Washington Mogherini-Kerry-Ban Ki-Moon-Shoukry
Un «forte sostegno» alla mediazione dell'inviato speciale dell'Onu in Libia, Bernardino Leon, è emerso dall'incontro a Washington tra l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Federica Mogherini, il segretario di Stato Usa, John Kerry, il segretario generale Onu, Ban Ki-moon, e il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry.
«L'Ue ha fortemente voluto mettere attorno allo stesso tavolo per discutere di Libia le Nazioni Unite, gli Stati Uniti e l'Egitto, il Paese vicino più direttamente colpito in questi giorni dalle violenze dei terroristi che combattono nell'area», ha sottolineato Mogherini, «la riunione al dipartimento di Stato ha prodotto un risultato importante. Da tutti è arrivato un sostegno forte alla mediazione che sta conducendo l'inviato speciale del segretario generale dell'Onu, Bernardino Leon, per un governo di unità nazionale, che la comunità internazionale è pronta a sostenere nella lotta contro Daesh (Stato islamico)», ha affermato Mogherini. «Abbiamo stabilito di mantenere costante il coordinamento tra di noi per definire insieme i passi successivi da compiere», ha aggiunto Mogherini.

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