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Tsipras accusa: Madrid e Lisbona stanno cospirando contro di me. E sfida l’austerity: luce gratis per i poveri

Il primo ministro ellenico, Alexis Tsipras, punta il dito contro il “complotto iberico” che, allo scorso Eurogruppo, avrebbe cercato di far saltare l'accordo che garantirà ad Atene altri quattro mesi di finanziamenti, sempre che il piano di riforme del governo greco venga approvato dai creditori. «Abbiamo trovato contro di noi un'asse di poteri guidata dai governi di Spagna e Portogallo che, per ovvie ragioni politiche, hanno cercato di far finire l'intero negoziato nel baratro», ha dichiarato Tsipras parlando ai compagni di partito, «il loro piano era ed è indebolire, rovesciare o costringere il nostro governo a una resa incondizionata prima che il nostro lavoro inizi a dare frutti e prima che l'esempio greco influenzi altri paesi, in particolare prima delle elezioni in Spagna».

Che il primo ministro spagnolo, il conservatore Mariano Rajoy, tema che, sull'onda della vittoria di Syriza in Grecia, il partito anti-sistema Podemos vinca le elezioni politiche che si svolgeranno in Spagna entro la fine dell'anno è in realtà abbastanza pacifico. I sondaggi di opinione parlano infatti di un testa a testa tra Podemos e il Partito Popolare di Rajoy che, il giorno prima dell'apertura delle urne in Grecia, si recò addirittura in visita ufficiale ad Atene per sostenere il premier uscente, Antonis Samaras, con un discorso nel quale invitò gli elettori ellenici a non fidarsi delle «impossibili promesse» di Syriza. Un appello, come sappiamo, caduto nel vuoto. E i retroscena delle recenti riunioni dell'Eurogruppo parlano di scontri violentissimi tra Rajoy e Tsipras.

Il primo ministro lusitano, Pedro Passos Coelho, nel novero dei nemici di Tsipras non vuole invece stare. Anzi, in un'intervista pubblicata oggi dall'Expresso, il premier portoghese ha assicurato di non essere stato tra i fautori della linea dura in Europa. «Ci possono essere state ragioni politiche nel creare quest'idea ma non è vero», ha dichiarato Passos Coelho, «avevamo la stessa posizione dei governi di Francia, Italia e Irlanda: crediamo che sia sbagliato stigmatizzare i governi del Sud Europa».

Senza appuntamenti elettorali in vista o la concorrenza di un grande partito anti-sistema come Podemos, Passos Coelho, a differenza di Rajoy, non avrebbe quindi nulla da temere da un successo del governo Tsipras. Durante le complesse trattative dell'Eurogruppo, secondo indiscrezioni, Lisbona sarebbe stata comunque poco propensa a fare concessioni ad Atene per motivi più banali: il Portogallo ha fatto i compiti assegnati dalla troika nei tempi giusti e senza discutere.

Oggi il sito Ekathimerini riportava la notizia che il governo greco di Alexis Tsipras non intende rinunciare ad una serie di misure per contrastare quella che definisce la «crisi umanitaria» frutto dell'austerity. La settimana prossima, ha annunciato il leader di Syriza il parlamento approverà tre misure, a partire dalla fornitura gratuita di elettricità a 300mila famiglie sotto la soglia della povertà. Verrà inoltre varato un piano per suddividere fino a cento rate il pagamento di tasse e i contributi arretrati, che escluderà la possibilità di arresto per debiti fino a 50mila euro. Infine le prime case con un valore fiscale fino a 300mila euro non potranno essere messe all'asta per mancato pagamento del mutuo. Oltre alle misure umanitarie, Tsipras intende anche riaprire la radiotelevisione pubblica Ert, la cui chiusura improvvisa nel giugno 2013 rappresentò uno choc per la Grecia.

Intanto, dopo aver raggiunto un primo accordo con i creditori internazionali per l'estensione di quattro mesi del programma di aiuti, il governo Tsipras continua a godere di un vastissimo sostegno popolare. Secondo un sondaggio pubblicato oggi sul quotidiano Parapolitika, più dei due terzi dei greci approva il modo con il quale sono stati portati avanti i negoziati con i creditori internazionali e il 76% ritiene positiva l'intera azione dell'esecutivo. Il sostegno a Syriza è ora salito al 47,6% rispetto al 36% delle elezioni del 25 gennaio.

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