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Caso Nemtsov, no ai funerali per il leader anti Putin Navalny. Il…

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omicidio eccellente a mosca

Caso Nemtsov, no ai funerali per il leader anti Putin Navalny. Il giallo di Anna Duritskaya

I funerali del fisico e politico russo Boris Nemtsov, 55 anni, aperto oppositore del presidente Putin, vicepremier ai tempi di Eltsin, ucciso venerdì notte a Mosca a due passi dal Cremlino - quattro colpi di pistola mentre passeggiava sulla Moscova con la giovane fidanzata Anna - si svolgeranno domani pomeriggio nel cimitero Troyekurovskoye, periferia occidentale di Mosca. Lì è sepolta anche Anna Politkovskaya, la giornalista e scrittrice che aveva criticato la politica del Cremlino in Cecenia uccisa sotto casa nel 2006 il giorno del compleanno di Vladimir Vladimirovich Putin. Prima delle esequie di Nemtsov, sarà allestita una camera ardente al centro Sakharov alle 10 di mattina ora locale (le 8 in Italia).

Lo stop al blogger Navalny
Sono ore in cui le autorità russe, sotto gli occhi critici del mondo, dovrebbero dare prova di essere meglio di come vengono dipinte. Invece la corte russa nega i funerali di Nemstov ad Alexei Navalny, politico blogger anti-Putin che sta scontando 15 giorni di carcere per disturbo della quiete pubblica dopo che il fratello è stato condannato per frode. Secondo i giudici, Navalny non ha diritto perché non è un parente né ha presentato «circostanze esclusive».

Duello diplomatico Lavrov-Kerry
Nel frattempo il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, considerato la mente che ha fatto risorgere la Russia e quindi Putin come potenza diplomatica nella crisi Usa-Assad dell’estate 2013, respinge quelle che considera «interpretazioni politicizzate, non provate e provocatorie». L'assassinio di Nemtsov è «un crimine atroce» ma è «abominevole» strumentalizzarlo così, dice Lavrov a Ginevra al Consiglio per i diritti umani dell'Onu, dove ha incontrato due volte il segretario di Stato americano, John Kerry. Tra i due c'è stata una gelida stretta di mano davanti alle telecamere prima di discutere di Ucraina e dello stesso caso Nemtsov, su cui Washington ha chiesto un'indagine approfondita e trasparente.

Dopo l'imponente marcia di domenica a Mosca «contro la paura» a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone (70.000 per gli organizzatori), la Russia si prepara in questa atmosfera ai funerali di un politico che aveva denunciato più volte e sino all’ultimo il coinvolgimento russo nel conflitto in Ucraina.

La versione di Anna Duritskaya
A tre giorni dall’omicidio, non sono ancora chiari il ruolo e la sorte di Anna Duritskaya, la fidanzata ventitreenne di Nemtsov, accanto alla vittima sul ponte dell’agguato a due passi dal Cremlino. Dopo le prime notizie da cui sembrava che la ragazza avesse dato diverse versioni dei fatti, Anna ora parla e dice che non ha visto il killer che ha sparato. Parla senza emozione a deboli monosillabi - riporta Reuters - e spiega che ricorda poco di quello che è successo nei momenti successivi l’abbattimento del suo compagno venerdì notte.

Anna è una giovane donna, modella e ucraina e il suo compagno era una voce di denuncia della politica russa in Ucraina, una delle più accreditate in Occidente . Circostanze che non l’aiutano in una vicenda oscura nel cuore della Russia a caccia di complotti e colpevoli. La ragazza ha detto a Dozhd, sito di news online, che non aveva notato niente di sospetto durante la cena al ristorante con vista sulla Piazza Rossa. Non ha pensato minimamente che qualcuno li stesse seguendo mentre i due attraversavano il fiume diretti a casa di Nemtsov. «Non voglio rispondere a domande su quello che è successo sul ponte, non ne voglio parlare, sono in una situazione psicologica particolarmente difficile».

«È accaduto tutto alle mie spalle, non li ho visti» ha raccontato Duritskaya, precisando solo che quando si è girata ha visto solo un'auto di colore chiaro che ripartiva. Poi ha chiesto aiuto all'autista dello spalaneve - il mezzo che fermandosi proprio vicino a dove si trovavano Nemtsov e Duritskaya blocca la visuale nell'unico filmato pubblicato per il momento - per chiamare la polizia. Questi le ha dato il numero per le emergenze che ha poi chiamato. La polizia è arrivata dopo dieci minuti.

Duritskaya è sorvegliata 24 ore su 24 e probabilmente non andrà ai funerali, dice che vuole tornare dalla madre in Ucraina al più presto. «Ho diritto di lasciare la Federazione Russa, non sono una sospettata ma una testimone che ha collaborato fornendo tutti gli elementi utili alle indagini». Ma le autorità russe non la fanno andare da nessuna parte. Resta ospite di amici, sorvegliata a vista dalla polizia. «Hanno detto - ha concluso - che è per ragioni di sicurezza». (an. man.)

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