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l’allarme di frontex

Allarme Frontex: «Libia, tra 500mila e un milione di migranti pronti a lasciare il Paese». Gentiloni: no ad allarmismi

«Nel 2015 dobbiamo essere preparati ad affrontare una situazione più difficile dello scorso anno», così il direttore esecutivo di Frontex Fabrice Leggeri in un'intervista all'Ansa. «A seconda delle fonti - spiega - ci viene segnalato che ci sono tra i 500mila ed un milione di migranti pronti a partire dalla Libia».

L'Isis dietro il traffico dei migranti in Libia? «Dobbiamo essere coscienti dei rischi. Ad ora non ho prove per dire che hanno la situazione dell'immigrazione illegale sotto controllo. Ma dobbiamo stare attenti», afferma Leggeri. «Abbiamo prove che i migranti sono stati forzati a salire sulle imbarcazioni con le armi - dice -. Non ho niente per dire se fossero terroristi. C'è preoccupazione tra gli Stati. Perchè se questo non accade ora potrebbe accadere in futuro».

«Le autorità italiane hanno fatto passi per rafforzare la sicurezza e mitigare il rischio» dopo le minacce di trafficanti armati durante un salvataggio vicino alle coste libiche. Lo sostiene il direttore esecutivo di Frontex. «Non posso entrare nello specifico perché sono informazioni sensibili - precisa -. Su questo abbiamo avuto anche uno scambio di vedute con gli Stati Ue. Ma questo non significa che domani non ci siano incidenti. È vicino alle coste libiche che c'è il rischio».

Gentiloni: no ad allarmismi
Immediata la replica del ministro degli Esteri Gentiloni. «Non serve sollevare allarmi e allarmismi, si tratta di impegnarci di più, noi italiani e l'Europa, per fronteggiare il fenomeno delle migrazioni. Quello che chiediamo a Frontex è maggiore collaborazione», risponde Paolo Gentiloni a chi chiede un commento sulla stima del direttore di Frontex dei migranti pronti a partire.

«Certamente c'è un incremento di immigrazione ma non mi metterei a dare particolari numeri. Bisogna lavorare sui numeri dell'impegno comune anche economico per fronteggiare questa situazione», aggiunge Gentiloni rispondendo ai giornalisti a margine del Consiglio esteri informale di Riga. «Io francamente, più che occuparmi di scenari più o meno allarmanti - osserva il ministro - sto cercando la collaborazione dell'Unione europea per tenere il più possibile sotto controllo questo fenomeno. L' immigrazione ci sarà sempre ma possiamo dare un contributo per renderla più regolare e più compatibile con le condizioni di accoglienza e di umanità che sono necessarie». Gentiloni poi «ringrazia» la Commissione europea per «la prima risposta di emergenza già data due settimane fa» e, ricordando la nuova lettera inviata assieme ad Alfano, sottolinea che nel quadro della strategia europea sulle migrazioni che Bruxelles presenterà a maggio «uno degli aspetti deve essere il rafforzamento della missione Triton e di conseguenza dell'agenzia Frontex».

Kyenge: «L’Ue trovi soluzioni, non crei allarmismi»
«L'Unione europea deve trovare soluzioni vere all'emergenza profughi nel Mediterraneo. I numeri di questa emergenza sono certamente crescenti, la situazione in Libia è molto grave, ma si cerchino le soluzioni, non si lancino allarmi: quelli lasciamoli alle forze populiste che in tutto il continente fanno quel mestiere, fabbricare la paura, paventando una minaccia incombente di portata superiore a quella che poi si rivela essere la realtà». Così l'europarlamentare Pd, Cécile Kyenge, ha commentato le previsioni di Frontex.

Calderoli: «Frontez conferma che è invasione»
«Quasi un milione di persone sono pronte a partire dalla Libia alla volta delle coste italiane: lo ha detto il direttore esecutivo di Frontex. Significa che la Lega ci ha visto giusto: è un'invasione». Lo afferma il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli. «Avrei preferito essere costretto a ammettere che avevano ragione i buonisti, la sinistra, gli Alfano, quelli che minimizzavano i nostri allarmi e ci accusavano di islamofobia, purtroppo non è così».

Otto morti nell’assalto all’area petrolifera di Ghani
Otto guardie sono rimaste uccise nell'assalto di un gruppo di miliziani al campo petrolifero di al-Ghani, 750 chilometri a sud-est di Tripoli. Lo ha riferito all'Associated Press il portavoce della Compagnia petrolifera statale libica, aggiungendo di aver visto fumo nero alzarsi dall'area. Media libici, citando una fonte della sicurezza, riferiscono che nell'assalto al campo petrolifero di Al-Ghani sono stati rapiti nove stranieri, tra cui due europei: un austriaco e un ceco. Gli altri rapiti sarebbero quattro filippini, due del Bangladesh e un ghanese.

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