
NEW YORK - Ferguson è nuovamente scossa dalla violenza. Violenza, questa volta, diretta contro le forze dell'ordine. Due agenti sono stati feriti seriamente da colpi d'arma da fuoco nei pressi della stazione di polizia della cittadina del Missouri alla periferia di St. Louis.
L'attentato è avvenuto nei primissimi minuti di giovedì: un agente di 32 anni della vicina Webster Grove è stato colpito al volto e un suo collega di 41 anni, della contea di St. Louis, a un braccio. Nessuno dei due è in pericolo di vita.
L'agguato ha frantumato una calma nervosa scesa su Ferguson dopo gli eventi che l'hanno trasformata in un caso nazionale, simbolo dei difficili rapporti tra polizia e comunità afroamericana e delle persistenti tensioni razziali nella società statunitense. L'uccisione lo scorso agosto del giovane e disarmato Michael Brown in strada a opera di un poliziotto, Darren Wilson, che non è stato incriminato, aveva scatenato lunghe proteste. Ed è stata seguita, nei giorni scorsi, da un duro rapporto del Dipartimento della Giustizia di Washington che, se non ha deciso nuove azioni sulla morte di Brown, ha accusato le autorità locali di sistemica discriminazione e chiesto riforme; una denuncia che ha provocato le dimissioni, prima ancora che del capo della polizia locale, del magistrato municipale e del city manager, il principale funzionario pubblico che gestisce il comune a stragrande maggioranza di residenti afroamericani.
«La serata è stata tranquilla fino alla mezzanotte», ha dichiarato il capo della polizia di St. Loius, Jon Belmar, nel ricostruire l'attentato. Poi lo shock di almeno quattro spari, secondo i testimoni, con tre colpi che hanno raggiunto gli agenti fermi di fronte alla stazione, senza alcun preavviso. I due feriti, rispettivamente veterani in servizio da 7 e 14 anni, sono stati trasportati a un vicino ospedale, il Barnes-Jewish Hospital. «Sono coscienti ma si tratta di serie ferite», ha aggiunto Belmar. «Sono stati colpiti solo perchè erano poliziotti».
Belmar ha anche affermato di «non avere idea di chi sia stato» - le indagini sono appena iniziate - ma di temere che le violenze non siano finite. Un sentimento condiviso da altri agenti: «È quello che vogliono», ha detto visibilmente scosso un poliziotto al New York Times riferendosi alle proteste. «Nessuno vuole questo», ha ribattuto un manifestante.
Agenti di diverse località erano confluiti ieri sera davanti alla stazione di Ferguson per garantire la sicurezza in risposta a una nuova manifestazione spontanea, diretta contro le autorità e la polizia locali e volta allo stesso tempo a esprimere soddisfazione per le dimissioni di Thomas Jackson, il controverso responsabile della polizia della cittadina. I poliziotti avevano formato un cordone davanti al parcheggio e alla palazzina senza però che si verificasse alcun incidente, in un clima acceso e pacifico. Finchè la notte - e con essa Ferguson e l'America - non è stata lacerata dagli spari. Sarebbero arrivati dalla cima di una collina adiacente alla sede della polizia e al luogo della manifestazione, a circa 200 metri di distanza.
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