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Ucraina verso la bancarotta pilotata. Al via i negoziati per ristrutturare…

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LA CRISI A KIEV

Ucraina verso la bancarotta pilotata. Al via i negoziati per ristrutturare il debito

L’esito era nell’aria da tempo e oggi è stato ufficializzato. L’Ucraina ha dato il via ai negoziati con i creditori per una ristrutturazione del suo debito entro giugno. Il ministro delle Finanze ucraino, Natalie Jaresko, ha spiegato che la ristrutturazione potrebbe «essere la combinazione di un taglio del capitale, una estensione delle scadenze e una riduzione delle cedole» per risparmiare 15 miliardi di dollari in 4 anni, pari a poco meno del 10% del Pil. La proporzione di ciascuno di questi elementi sarà discussa con i creditori. L’haircut, cioè il taglio sul valore nominale del capitale, potrebbe arrivare al 50 per cento.

Nel piano di ristrutturazione sarà incluso il debito di alcune imprese di Stato come le banche Ukreximbank (la banca che finanzia il commercio estero), Oshadbank, ma anche gli eurobond emessi dal comune di Kiev.

I negoziati saranno condotti con un gruppo di creditori internazionali che comprende fondi come Franklin Templeton, Pimco e Blackrock, tutti detentori di bond ucraini. Tra i principali creditori dell'Ucraina c’è anche la Russia, che ha sottoscritto un bond da 3 miliardi di dollari, in scadenza proprio quest’anno. Mosca potrebbe quindi bloccare qualsiasi tentativo di ristrutturazione del debito ucraino.

All’inizio di questa settimana il board del Fondo monetario internazionale ha approvato un programma di salvataggio da 17,5 miliardi di dollari, la cui prima tranche di 5 miliardi è stata ricevuta oggi. Una boccata d’ossigeno vitale per un’economia che lo scorso anno ha subìto una contrazione del Pil del 7,5% e quest'anno è prevista in ulteriore calo del 5,5 per cento.La grivna, la moneta nazionale, ha dimezzato il suo valore lo scorso anno e ha perso un altro 50% sul dollaro nei primi due mesi del 2015 . Con una mossa da ultima spiaggia per arginare il crollo della valuta e un’inflazione salita al 30%, il 3 marzo scorso la Banca centrale ha alzato il tasso d’interesse di riferimento dal 19,5 al 30 per cento.

In cambio dei prestiti dell’Fmi il Governo ucraino dovrà mettere mano a una serie di riforme economiche molto difficili da attuare. La più importante è quella del settore energetico. Naftogaz, la compagnia statale del gas, è in profondo rosso, con un buco di 4 miliardi di dollari, pari a quasi il 6% del Pil. Per risanarla sarà necessario triplicare i prezzi del gas, impoverendo una popolazione già provata dalla crisi economica e dalla guerra con i ribelli filo-russi nell’Est del Paese che finora ha fatto 6mila vittime.

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