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Grecia, Dijsselbloem: «Nessun accordo in vista». E Atene…

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LA CRISI ELLENICA

Grecia, Dijsselbloem: «Nessun accordo in vista». E Atene assume 13mila statali. La Bce aumenta la liquidità di emergenza

Di rinvio in rinvio. L’intesa tra Ue e Grecia non è ancora pronta anche se i negoziati e gli incontri procedono senza sosta. Con Atene «restano ancora da risolvere molti problemi» per cui «non ci sarà nessun accordo lunedì prossimo» all’Eurogruppo di Bruxelles. Lo fa sapere il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che ha parlato a Parigi dopo aver incontrato il ministro delle Finanze, Michel Sapin, il quale conferma che non ci sarà nessun accordo nei prossimi giorni. Tuttavia è possibile che al termine della riunione i ministri europei riconoscano i progressi compiuti in queste settimane, come hanno fatto oggi in una telefonata seguita da una nota congiunta il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e il premier Alexis Tsipras.

Oggi il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ha incontrato il nostro ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, nelle sede del ministero in via XX settembre a Roma. Varoufakis si è detto «molto fiducioso» sull’esito del prossimo Eurogruppo. «Con il ministro Padoan abbiamo avuto un intenso dibattito con un comune interesse, un comune linguaggio e uno scopo condiviso», ha dichiarato.

Il tempo stringe. Oggi il ministero delle Finanze greco ha versato la tranche da 200 milioni di euro all’ Fmi per il rimborso del prestito. La prossima, ben più corposa, tranche da 750 milioni di euro dovrà essere versata entro martedì, all'indomani dell’Eurogruppo. Per far fronte a queste scadenze il Tesoro ellenico oggi ha collocato titoli di Stato con scadenza a 6 mesi per 1,137 miliardi di euro al tasso del 2,97%, lo stesso offerto nella precedente asta di aprile. Buona la domanda con un rapporto di copertura pari a 1,30.

La Bce aumenta la liquidità di emergenza
La situazione finanziaria delle banche greche è sempre più critica. Non a caso oggi la Bce ha nuovamente alzato, di due miliardi di euro, il tetto della liquidità di emergenza per gli istituti greci, portandola a 78,9 miliardi di euro dai 76,9 della scorsa settimana. I fondi vengono concessi dalla Banca centrale greca chiedendo in garanzia titoli di ratig più basso di quelli che la Bce accetta normalmente. Inoltre la Bce ha esaminato un aumento dell'haircut (taglio) sul valore del collaterale che le banche greche devono presentare a garanzia dei finanziamenti d’emergenza, una proposta che se passasse porterebbe le banche di Atene in crisi di liquidità. In agenda anche il possibile aumento dei prestiti Ela, una revisione di routine che però assume significati politici in questi frangenti.

Tassa sui ricchi
Il governo greco sta continuando a lavorare al programma di riforme. Le trattative della Grecia con l'Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale proseguono da settimane, ma i colloqui non sono riusciti a produrre progressi significativi, lasciando la Grecia sull'orlo del fallimento. La lista di riforme del ministero delle Finanze greco comprende una tassa che i lavoratori che guadagnano più di 30mila euro l'anno dovranno pagare e una tassa sul lusso su oggetti come macchine di lusso. Il rapporto afferma che Atene aveva proposto anche l'introduzione di una tassa sui viaggi di lusso per le isole greche e la perequazione delle aliquote Iva anche per le isole che oggi godono di un regime speciale. Per migliorare la trasparenza in materia fiscale, Atene ha in programma di obbligare le persone fisiche di utilizzare una carta di credito per i pagamenti oltre i 70 euro.

Un primo accordo sarebbe già stato raggiunto su temi come la riforma dell'Iva, il piano di privatizzazioni e la riforma del settore dell'energia, mentre le posizioni restano distanti sul sistema delle pensioni e sulla riforma del mercato del lavoro.

Atene assume 13mila dipendenti pubblici
Il Parlamento greco ha adottato ieri un progetto di legge che punta a «riparare alle ingiustizie» nell'amministrazione pubblica e che prevede il reintegro di circa 4.000 funzionari licenziati sulla scia delle misure di austerità imposte negli ultimi anni dagli accordi con i creditori internazionali e l’assunzione per la prima volta di altre migliaia di dipendenti pubblici per un totale di circa 13mila. Il progetto di legge intitolato «Democratizzazione dell'amministrazione, lotta contro la burocrazia e correzione delle ingiustizie» è stato votato da 157 deputati della coalizione della sinistra radicale di Syriza e del piccolo partito nazionalista «Greci indipendenti» su 254 parlamentari presenti. La legge prevede la riassunzione di migliaia di agenti di polizia municipale, bidelli, impiegati pubblici e insegnanti di istituti tecnici che erano stati messi in aspettativa poi licenziati in tronco, senza il processo di valutazione che era stato promesso. La norma permette anche l'integrazione di 6.000 persone che avevano ottenuto in teoria posti nella pubblica amministrazione greca tramite concorso, ma poi erano incappati nel «congelamento delle assunzioni» nel settore pubblico.

Viene inoltre vietata la precettazione durante gli scioperi, vengono «instaurate convenzioni collettive» e «accelerate le procedure di assunzione del personale stagionale». L'opposizione ha votato contro e l'ex ministro conservatore dell'Amministrazione, Kyriakos Mitsotakis, ha accusato il governo di puntare solamente ad aumentare i ranghi dei funzionari pubblici. Mitsotakis ha ricordato che tra il 2009, all'inizio della crisi del debito in Grecia, e la fine del 2014, il numero dei funzionari era passato da 920.000 a 640.000, con un calo della relativa spesa per i salari da 24 miliardi di euro a 15,7 miliardi. La legge votata ieri era una promessa elettorale del governo di Alexis Tsipras, e non mancherà di creare nuovi attriti con la ex troika.

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