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Finlandia verso un governo di coalizione con gli euroscettici

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svolta a helsinki

Finlandia verso un governo di coalizione con gli euroscettici

Per il premier in pectore della Finlandia, l’imprenditore Juha Sipilä, il dado è tratto: si prepara a governare con il Partito dei finlandesi di Timo Soini, che diventerebbe così il secondo movimento euroscettico a entrare in una compagine di governo in Scandinavia, dopo il Partito del progresso in Norvegia.

Ad annunciarlo è stato ieri in conferenza stampa lo stesso Sipilä, leader del Partito di Centro vincitore delle elezioni politiche, che ha chiamato nella coalizione anche il Partito della Nazione, il movimento conservatore dell’ex premier Alexander Stubb. Insieme i tre partiti contano 124 seggi su 200. «Questa è la migliore opzione - ha detto Sipilä -. La maggiore sfida da affrontare è la situazione economica e abbiamo bisogno di una coalizione forte, capace di progettare riforme e portarle a termine».

L’emergenza economica
Helsinki viene da tre anni di recessione e solo quest’anno, stando alle ultime previsioni della Commissione europea, rivedrà una timida crescita (+0,3%), che è peraltro il peggior risultato in Europa escludendo Cipro. Il declino di Nokia (perlomeno della divisione cellulari, ceduta a Microsoft) e del settore IT, unito alla crisi dell’industria del legno e della carta si sono sommati a fattori congiunturali: la flessione dell’economia russa, tradizionale sbocco dell’export, la crisi diplomatica tra la stessa Mosca e l’Unione europea, con l’imposizione di sanzioni incrociate. Si sono deteriorati i conti pubblici (il debito pubblico sarà quest’anno superiore al 62%), il Paese ha perso il rating tripla A, la disoccupazione è salita al 9 per cento. E la vecchia coalizione di governo (che includeva il partito socialdemocratico), paralizzata da contrasti interni, non è riuscita a intervenire con decisione per invertire la rotta.

Il Partito di Centro in campagna elettorale ha promesso di creare 200mila posti di lavoro in dieci anni. Vuole poi rilanciare la competitività del Paese, attraverso riforme chiave come quella del mercato del lavoro e del sistema pensionistico. A questo proposito Sipilä ha già avviato colloqui con sindacati e imprese su questioni chiave come l’orario di lavoro e la riforma del Welfare, che si annunciano però complessi.

Prima di tutto, però, occorrerà trovare un accordo tra i partner di coalizione sul programma, che Sipilä vorrebbe gestire con piglio e stile imprenditoriale, e sui dicasteri. A Soini potrebbe andare il ministero delle Finanze o degli Esteri.

L’incognita Grecia
Il primo interrogativo legato all’ingresso dei Finlandesi al governo è la posizione nei confronti di un ipotetico nuovo piano di salvataggio europeo nei confronti della Grecia, considerando che nel 2011, quando già il partito arrivò secondo alle elezioni, non accettò di entrare in una coalizione di maggioranza proprio perché si opponeva fermamente al secondo bailout poi concesso ad Atene. Quest’anno però, ammesso che l’Europa tutta accetti di sborsare nuovo denaro per sostenere la Grecia, i toni appaiono più morbidi. «La situazione in Grecia – ha dichiarato ieri Soini - è orribile e il Paese non è in condizioni di farcela da solo. Io ho le mie idee su come andrebbe gestita la situazione, ma valuteremo insieme cosa è possibile fare». Un linguaggio già da governante.

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