La Casa Bianca ha confermato ufficialmente l'eliminazione di uno dei capi dello Stato Islamico, Abu Sayyaf, tunisino, nel corso di un’incursione-lampo nella Siria orientale da parte di forze speciali Usa elitrasportate, già annunciata dal Pentagono in una conferenza stampa stamane e avvenuta la notte scorsa. Il leader ucciso era lo stratega del petrolio all’interno dell’organizzazione che dall’inizio ha ispirato la sua avanzata militare alla conquista dei giacimenti petroliferi, di gas e altre operazioni “finanziarie” del gruppo.
Ieri intanto lo Stato Islamico ha ottenuto un’importante vittoria sul terreno perché ha conquistato la città di Ramadi, capoluogo della provincia di al Anbar in Iraq. E oggi, secondo quanto riferiscono gli attivisti locali anti-regime siriano, i jihadisti continuano l'avanzata su Palmira, patrimonio mondiale dell’Unesco, conquistando un edificio nella zona nord, nell'area di al-Badiyah. Le Ong pubblicano un video che mostra un jihadista che issa il vessillo dell'Isis sull'edificio. Nella battaglia per il controllo di Palmira ieri sono rimasti uccisi 29 miliziani dell'Isis e 47 soldati governativi. Lo afferma l'Osservatorio nazionale siriano (Ondus). I media jihadisti affermano che l'avanzata continua, mentre Damasco smentisce, affermando di aver ripreso il “pieno controllo” della città.
Durante l’operazione delle forze americane è stata catturata la moglie del dirigente jihadista, un'irachena identificata come Umm Sayyaf, che è stata subito trasferita in Iraq sotto custodia americana per essere interrogata. L'operazione, è stato precisato, è stata condotta sulla base di un ordine dato dal presidente Barack Obama in persona. Stando a indiscrezioni di fonti militari, riferite dal network televisivo Cnn, l'obiettivo originario sarebbe dovuto essere l'arresto dello stesso Abu Sayyaf, che però ha opposto resistenza ed è quindi stato ucciso. Abbattuti anche una decina di miliziani che erano con lui. Sarebbero ritornate alla base sane e salve tutte le teste di cuoio statunitensi.
Il raid delle forze speciali americane in Siria «rappresenta un altro duro colpo all'Isis e la conferma che gli Stati Uniti non smetteranno mai di colpire i terroristi che minacciano i cittadini americani e i nostri alleati» lo afferma il capo del Pentagono, Ash Carter.
Nel corso del raid Usa è stata liberata anche una donna yazida tenuta come schiava dalla coppia di terroristi, afferma in una nota la Casa Bianca.
Giovedì scorso gli americani non avevano invece confermato l’uccisione del braccio destro del Califfo annunciata dal governo iracheno poche ore prima. Subito dopo lo stesso Califfo Al Baghdadi, dato per gravemente ferito in un raid, si era fatto ri-sentire con un messaggio audio in cui proclamava l’Islam «una religione di guerra».
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