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Tsipras vola da Juncker: da Ue e Fmi una proposta «prendere o…

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BRUXELLES: OGGI NON SI CHIUDE. HOLLANDE OTTIMISTA

Tsipras vola da Juncker: da Ue e Fmi una proposta «prendere o lasciare». Schaeuble pessimista

Il premier greco Alexis Tsipras e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker si vedranno questa sera a Bruxelles, senza la presenza di Mario Draghi che l0 ha escluso nel corso della conferenza stampa da Francoforte, per cercare di trovare un accordo entro venerdì. Tsipras si recherà a questo incontro con un documento di 46 pagine su riforme e misure di bilancio. La Commissione Ue tuttavia non si aspetta una «soluzione definitiva» oggi, ma solo «una prima discussione»: lo ha precisato il portavoce di Juncker confermando la cena con Tsipras, che si svolgerà nella sede della Commissione alle 20.30.

Il premier greco è accompagnato dal vice ministro degli Esteri per le relazioni economiche internazionali Euclid Tsakalotos, dal portavoce Gabriel Sakellaridis e dal sottosegretario Nikos Pappas. Assente il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, il cui ruolo nei negoziati con i creditori è stato depotenziato nelle ultime settimane.

Draghi ha parlato di negoziati per un «accordo forte» con la Grecia, che ha un’economia «sostenibile», a condizione di fare le riforme necessarie. «I negoziati vanno avanti - ha detto - non intendo comentarli ma vorrei ribadire che la Bce vuole che la Grecia resti nell'euro. Ma al tempo stesso serve un forte accordo, che sia giusto sul piano sociale e assicuri la sostenibilità fiscale».

Sulla possibilità che la Grecia non rimborsi venerdì la tranche di aiuti dovuta al Fondo Monetario Internazionale, Draghi si limita a un «vedremo». Tuttavia il presidente della Bce ricorda al tempo stesso come negli anni Settanta ci siano stati casi di pagamenti «accorpati» e rimborsati in seguito. Sui negoziati i commenti oscillano tra l’ottimismo di Hollande («questione di giorni o di ore») e il pessimismo di Schaeuble («l’ultima lista di misure presentata dalla Grecia è insufficiente»).

«Siamo a qualche ora da un possibile accordo» con la Grecia, ha detto il presidente francese in un intervento alle riunioni annuali dell’Ocse a Parigi.

Il ministro tedesco delle Finanze, invece, ha detto che «finora» non ha ricevuto «alcuna informazione secondo cui qualcosa di decisivo è cambiato in modo sostanziale». Schaeuble ha anche insistito sul rispetto delle condizioni per gli aiuti promessi ad Atene. «Si può essere flessibili, ma di base non si può modificare niente» del contenuto essenziale del programma di salvataggio in scadenza a giugno. I tre istituti creditori della Grecia, Bce, Fmi e Ue, ha proseguito Schaeuble, «non hanno un nuovo mandato di negoziazione», ma devono esaminare se il governo greco rispetta l'intesa del 20 febbraio concordata con l'Eurogruppo, che rappresenta la precondizione per il pagamento del resto degli aiuti alla Grecia.

Tra due giorni Atene deve rimborsare al Fondo monetario una tranche di 300 milioni di euro, la prima di quattro che scadono in giugno per un totale di 1,5 miliardi. Fallito l’obiettivo fissato dalla Ue di raggiungere entro fine maggio un’intesa tra Grecia e creditori per lo sblocco dei vitali 7,2 miliardi del vecchio programma di assistenza, ora si cerca freneticamente un accordo, con incontri a ripetizione dai toni sempre più drammatici. Tra le possibili vie d’uscita c’è quella di un unico pagamento di 1,5 miliardi a fine mese, che darebbe più tempo ad Atene. Ma per farlo il governo greco lo deve notificare all’Fmi.

Nella proposta di accordo inviata lunedì sera da Atene è indicato l’obiettivo di un surplus primario di bilancio (cioè escludendo gli interessi sul debito) dello 0,8% per il 2015 e dell’1,5% per il 2016; e per l'Iva tre aliquote al 6%, 11% e 23 per cento.

I creditori, a loro volta, dopo la riunione svoltasi nella notte tra lunedì e martedì nella capitale tedesca alla presenza della cancelliera tedesca Angela Merkel, del presidente francese François Hollande, del presidente della Bce, Mario Draghi, del direttore generale dell’Fmi, Christine Lagarde e del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker , hanno messo sul piatto una loro proposta ultimativa (prendere o lasciare) per dare il via libera alla tranche di aiuti: il documento - che Tsipras stamane ha detto di non aver ancora ricevuto (ha aggiunto irritato anche che non gli era giunto alcun commento alla proposta greca) - prevede un surplus all’1% per il 2015 rispetto al 3% precedentemente previsto e del 3,5% per gli anni successivi, meno di quanto previsto in origine sotto il vecchio governo Samaras ma molto di più di quanto Atene aveva sperato.

Se per il 2015 le posizioni sono ormai molto vicine, per i due anni successivi restano altrettanto lontane. Dietro quei numeri c’è infatti tuto lo spazio che Tsipras può avere per allentare più o meno l’austerity. E il premier greco è stato chiaro: «Stiamo negoziando con i creditori - ha detto- partendo da una linea di opposizione. È necessario che i leader politic europei adottino il realismo che la grecia ha mostrato negli ultimi tre mesi». Tsipras insomma sembra deciso a non mollare, anche perché un accordo che limitasse il margine di manovra del suo governo sarebbe uno schiaffo alle sue promesse elettorali. D’altra parte senza quei 7,2 miliardi la Grecia finirebbe in bancarotta.

Di fronte a queste due piani va aggiunta la proposta dei creditori che permetterebbero di usare parte dei 10,9 miliardi di euro di Fondi di salvataggio che erano stati accantonati solo per le ricapitalizzazioni delle banche greche e che sarebbero riutilizzati come aiuto di salvataggio convenzionale. In altri termini Atene potrebbe utilizzarli, per almeno 9 miliardi, anche per soddisfare i due enormi rimborsi obbligazionari dovuti nel mese di luglio e agosto per rimborsare i bond da 7 miliardi di euro dovuti alla Bce che li aveva acquistati nel 2010 con il Security market programme (Smp) e la regia di Jean-Claude Trichet.

Intanto proprio Francoforte, ieri, ha alzato da 80,2 a 80,7 miliardi di euro l'ammontare del fondo di emergenza per le banche greche, denominato Ela (Emergency liquidity assistance). E oggi Mario Draghi, al termine della riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo, dedicherà sicuramente una parte della conferenza stampa alla questione greca. La Bce infatti tiene in vita con l’Ela le banche greche, che nelle ultime settimane sono state vittime di una fuga dei depositi.

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