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Immigrazione, l’Ue accelera sui rimpatri dei migranti economici.…

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in vista del consiglio del 25-26 giugno

Immigrazione, l’Ue accelera sui rimpatri dei migranti economici. Ma sulla ripartizione degli arrivi i Paesi restano divisi

Mobilitare «tutti gli strumenti per promuovere le riammissioni dei migranti economici illegali nei Paesi di origine e transito». Lo prevede la bozza delle linee guida per il vertice dei capi di Stato e di governo Ue in programma il 25 e il 26 giugno, diffusa dall’Ansa.

Rinforzare i programmi dei rientri volontari
Tra i vari punti del testo, «il rafforzamento del ruolo dell’agenzia per il controllo delle frontiere Frontex; una velocizzazione dei negoziati con i Paesi Terzi (non solo quelli in prima linea); lo sviluppo di regole nel quadro della convenzione di cooperazione di Cotonou; il monitoraggio dell’attuazione degli Stati membri della direttiva sui rientri». Si prevede anche «l’assistenza per l’attuazione degli accordi di riammissione, in particolare sviluppando gli strumenti per rinforzare i programmi dei rientri volontari e aiutare a creare posti di lavoro nei Paesi di origine».

Spazio vuoto sul tema della redistribuzione
Sul tema dei ricollocamenti intra-Ue da Italia e Grecia, su cui l’Europa resta divisa, è stato invece lasciato uno spazio vuoto, in attesa della discussione al Consiglio Affari interni di martedì a Lussemburgo. L’Esecutivo comunitario ha messo sul piatto una serie di ipotesi, tra cui un meccanismo di redistribuzione su 24 mesi nell’intera Unione di 40mila richiedenti asilo (24mila dall’Italia e 16mila dalla Grecia), obbligatorio e basato su parametri predefiniti. Ma se Germania, Francia e Italia sono favorevoli, molti Paesi sono esplicitamente contrari e altri stanno alla finestra.

Nulla anche sui 20mila reinsediamenti dai campi di Paesi terzi
Lo spazio vuoto riguarda anche la parte dei 20mila reinsediamenti dai campi profughi dei Paesi terzi. La Commissione Ue ha previsto lo stanziamento di 50 milioni di euro e propone un numero target complessivo di 20mila persone (individuate dall’Unhcr) da ripartire in tutta Europa, anche in questo caso secondo percentuali determinate, ma non obbligatorie. La quota dell’Italia è 9,94% - 1989 persone - e in questo caso non sarebbe esentata. Bruxelles aveva indicato che avrebbe presentato una raccomandazione per l’adozione al summit di fine giugno.

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