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la crisi dell’eurozona

Grecia, falliti i negoziati. Atene: richieste irrazionali dei creditori

  • –dal corrispondente con un post di @COdendahl su Econopoly

BRUXELLES - Sono terminate con un nulla di fatto dopo due giorni di negoziato le nuove discussioni tra i negoziatori greci e le controparti internazionali in vista di un accordo dell'ultimo minuto per sbloccare nuovi prestiti a favore del paese mediterraneo. Il portavoce della Commissione europea ha sottolineato questa sera che nella trattativa il divario tra le parti è ancora “significativo”. Per tutta risposta, un esponente governativo greco ha parlato di richieste “irrazionali” da parte dei creditori.

Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker “ha fatto un ultimo tentativo questo fine settimana per trovare (…) una soluzione con il primo ministro Alexis Tsipras (…) in vista dell'Eurogruppo del 18 giugno”, ha spiegato in una dichiarazione scritta Margaritis Schinas, portavoce dell'esecutivo comunitario. “Nonostante qualche progresso, le discussioni non hanno avuto successo alla luce di un significativo divario tra i piani del governo greco e le richieste” delle istituzioni creditizie.

Schinas ha sottolineato che il divario equivale a misure di bilancio permanenti pari allo 0,5-1,0% del prodotto interno lordo, vale a dire circa due miliardi di euro. “Inoltre, le proposte greche sono incomplete”. Non vi è quindi tempo da qui alla fine della settimana per una “valutazione positiva” della politica economica greca. In questo senso, sempre secondo il portavoce della Commissione, “nuove discussioni dovranno ora tenersi nell'Eurogruppo”, che si riunirà questo giovedì in Lussemburgo.

Dopo una settimana di dichiarazioni concitate, una delegazione di negoziatori greci era tornata ieri a Bruxelles per discutere con alcuni rappresentanti dei creditori (le tre istituzioni sono la Commissione europea, il Fondo monetario internazionale e la Banca centrale europea) nel tentativo di avvicinare le parti e strappare nuovi aiuti economici. La Grecia si era fatta avanti dicendosi pronta a un compromesso “difficile”, ma chiedendo in cambio un alleggerimento del debito pubblico.

La richiesta è controversa in molti paesi della zona euro. Ciò detto, da quanto ha spiegato Schinas, i negoziati di questo fine settimana sono falliti soprattutto perché rimane incomprensione sugli obiettivi di bilancio. Per il 2015, i creditori vogliono un attivo primario dell'1,0% del PIL, mentre per ora Atene si rifiuta di impegnarsi su un obiettivo così elevato. Altri nodi su cui le parti non si trovano d'accordo sono la revisione del diritto del lavoro e la riforma pensionistica.

Un esponente governativo greco, interpellato questa sera dall'agenzia di stampa AFP ad Atene, ha spiegato che le richieste dei creditori sono “irrazionali”. La stessa persona ha imputato il fallimento delle discussioni di questo fine settimana alla posizione “intransigente e dura” del Fondo che ha insistito, secondo lo stesso esponente governativo, su un taglio delle pensioni pari all'1% del PIL (1,8 miliardi di euro) e un aumento dell'imposta sul valore aggiunto, due misure che per ora Atene respinge.

Secondo il portavoce dell'esecutivo comunitario, Juncker “rimane convinto che con sforzi più importanti da parte greca sul fronte delle riforme e maggiore volontà politica da parte di tutte le parti una soluzione sia ancora raggiungibile prima della fine del mese”, quando scadrà l'attuale memorandum economico. Continuano quindi le pressioni sulla Grecia perché accetti le condizioni dei creditori internazionali, mentre il rischio di una crisi di liquidità nel paese cresce giorno dopo giorno.

Sul fronte europeo, si è espresso oggi il vice cancelliere e ministro dell'Economia tedesco, il socialdemocratico Sigmar Gabriel, che ha espresso insolita frustrazione nei confronti del governo Tsipras: “Vogliamo aiutare la Grecia a rimanere nella zona euro. Tuttavia, non solo il tempo inizia a mancare, ma anche la pazienza ovunque in Europa è sempre meno (…) In tutta Europa, il sentimento crescente è: Ora basta!”. Anche da altri paesi sono giunte critiche crescenti alla Grecia in queste settimane.

Dall'accordo con i creditori dipendono nuovi aiuti ad Atene per 7,2 miliardi di euro. Il paese è in grave crisi finanziaria, tanto più che deve all'Fmi 1,6 miliardi di euro entro fine mese. Il rapporto tra la Grecia e i suoi partner è ormai avvelenato, e c'è il rischio che un incidente di percorso in trattative nervose e inconcludenti possa provocare nell'ordine uno scontro politico, un mancato rimborso, un crollo del sistema bancario greco, fino al fallimento e nei fatti a una uscita del paese dalla zona euro.

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