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Eurogruppo, nulla di fatto sulla Grecia. Vertice politico…

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giallo su coeuré (BCE) e banche greche

Eurogruppo, nulla di fatto sulla Grecia. Vertice politico d’emergenza lunedì

  • –con un post dal blog Econopoly

«No deal at #Eurogroup», nessun accordo all'Eurogruppo, riunito a Lussemburgo, sul completamento del secondo programma di aiuti alla Grecia con l'ultima tranche da 7,2 miliardi. Lo ha annunciato appena terminato il vertice dei ministri finanziari, su Twitter, il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. Secondo Dombrovskis, si tratta di «un segnale forte per la Grecia a impegnarsi seriamente nei negoziati».

E Jeroen Dijselbloem, ministro delle finanze olandese e presidente dell’Eurogruppo, ha dichiarato che sono stati fatti «troppo pochi progressi». Un accordo può ancora essere raggiunto, ma deve essere «credibile», ma il tempo (qui le date chiave, ndr) sta per scadere, visto che qualunque accordo dovrebbe essere prima ratificato da alcuni Parlamenti fra i quali quello tedesco. In ogni caso, ha spiegato Dijsselbloem, «è impensabile che ci sia il tempo» utile per versare l'ultima tranche da 7,2 miliardi «entro fine giugno». Sarà quindi necessario estendere ulteriormente i termini per l'esborso. «Il tempo non basta per raggiungere un accordo, seguire le procedure parlamentari, e fare i passi tecnici necessari per poter procedere al versamento entro la fine del mese».

Già, il tempo che non c’è più. Al termine dell’Eurogruppo il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha convocato un vertice straordinario limitato ai Paesi dell'Eurozona sulla Grecia per lunedì 22 giugno alle 19. «Alla luce dell'esito della riunione odierna dell'Eurogruppo - ha scritto in una nota Tusk - ho deciso di convocare l'Eurosummit per lunedì 22 alle 19. È ora di discutere urgentemente la situazione della Grecia al più alto livello politico». Insomma, saranno i capi di Stato e di governo a decidere, con i ministri finanziari in secondo piano.

In serata ha creato sconcerto una frase del membro del Comitato esecutivo della Bce, Benoit Coeuré. Secondo l’agenzia Reuters, durante il meeting, a una domanda di Dijsselbloem sulla possibilità che le banche greche aprissero regolarmente venerdì, Coeuré avrebbe risposto, secondo due alti funzionari testimoni: «Domani sì, lunedì non lo so».

Una affermazione gravissima, se vera, e non - piuttosto - una semplice battuta in un incontro a porte chiuse. Perché potrebbe innescare la paura che nel fine settimana scatti il controllo dei capitali (come fece il governo di Cipro nel 2013 per due mesi). Il modo migliore, insomma, per dare il via una corsa agli sportelli che aggraverebbe in maniera drammatica la fuga in atto da mesi (30 miliardi da novembre, secondo la Banca centrale di Grecia). Una frase, quella attribuita a Coeuré, che potrebbe spingere i greci a ritirare in massa i propri risparmi, mettendo a repentaglio la tenuta del sistema bancario.

Da lunedì sono stati già ritirati ben 2 miliardi di euro dai depositi e proprio venerdì si riunisce un’altra volta il vertice della Bce, per rispondere alla richiesta di erogazione di ulteriore liquidità da parte dell’istituto centrale greco, secondo il programma di emergenza Ela (Emergency liquidity assistance). Il tetto dovrebbe essere elevato di altri 3 miliardi, a 86 miliardi.

Secondo alcune fonti ufficiose la Bce avrebbe però smentito quanto riportato dai due alti funzionari. Altre fonti di stampa avrebbero invece confermato le indiscrezioni.

L’ennesima fumata nera era attesa dopo il muro contro muro dei giorni scorsi. E non si sono verificati eventi straordinari o almeno tali da consentire un esito diverso da quello pronosticato. Questo nonostante il ministro greco delle Finanze, Yanis Varoufakis, abbia presentato ai colleghi nuove proposte per il piano di riforme in discussione con i creditori. Il nuovo piano, secondo una fonte del governo greco, sarebbe stato contenuto in un documento di cinque pagine.

Varoufakis ha rilanciato l’ipotesi di rimborsi alla Bce facendosi finanziare dal Fondo salvastati Esm (European stability mechanism). In pratica si tratterebbe di riacquistare, grazie a un prestito dell'Esm, i titoli di Stato greci acquistati dall’Eurotower con il Securities market programme (Smp). Una volta riacquistati i titoli, la Grecia avrebbe i requisiti per usufruire del Quantitative easing della Bce, da cui oggi è esclusa. I prestiti dell'Esm avrebbero il vantaggio di avere una scadenza molto lunga, fino a 30 anni, con un tasso di interesse molto basso, pari all'1,5%. L'ammontare complessivo dei bond in mano alla Bce è di 27 miliardi.

«Non c'è molto tempo ma abbastanza per trovare una soluzione che dia benefici comuni. Tutti i leader politici - ha avvertito Varoufakis - hanno la responsabilità di trovare una soluzione». Oggi la Grecia «ha inviato un forte messaggio con una proposta completa che, se accettata, metterà fine al dramma greco» ha aggiunto Varoufakis, polemizzando con Dijsselbloem: «Sfortunatamente il presidente dell'Eurogruppo ha scelto di focalizzarsi solo sulle nostre responsabilità e non su quelle di tutti».

Ma un «appello» al governo greco perché torni «seriamente» al tavolo delle trattative, «si impegni in modo costruttivo e accetti compromessi ragionevoli per evitare una sorte catastrofica» è stato lanciato dal Commissario europeo Pierre Moscovici a nome dell'intero esecutivo di Bruxelles al termine dell'Eurogruppo. «Dobbiamo prendere decisioni nei prossimi giorni, non c'è più tempo» ha aggiunto.

E dal direttore del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, è arrivata una stoccata alla Grecia: le trattative, ha detto nella conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo «richiedono urgentemente di ristabilire il dialogo con degli adulti».

L'euro è tornato sotto quota 1,14 sul dollaro dopo l'Eurogruppo. In serata la valuta unica, che nel corso della seduta aveva toccato 1,1435 dollari, si attestava a quota 1,1370. (Al.An.)

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