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Grecia come Cipro. Ecco cosa significa controllo dei capitali

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dopo il bank run dell’ultima settimana

Grecia come Cipro. Ecco cosa significa controllo dei capitali

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Sono passati poco più di due anni, ma tutti i greci ricordano bene quello che accadde il 16 marzo 2013 a Cipro: banche chiuse per due settimane e bancomat che non elargivano più di 300 euro al giorno per conto corrente. Impossibili anche i trasferimenti da conto a conto sulla stessa banca e vietato espatriare con più di 5mila euro in contante. Inoltre, nessuno accettava più assegni, considerati quasi carta straccia in quanto potevano essere depositati ma non incassati.

Ora la situazione a Cipro si è normalizzata: dallo scorso aprile il controllo dei capitali è stato definitivamente abolito, senza traccia di fuga di denaro, e l'economia (con le sue 500mila società su 800mila abitanti) sta recuperando molto più in fretta di quanto stimava la Troika. Non è così in Islanda, dove i controlli sui capitali sono ancora in vigore a sette anni dalla loro istituzione.

Ecco alcune domande e risposte.

Chi decide sul controllo dei capitali?
Il Governo. Secondo una legge del 1993, il governatore della Banca centrale può imporre restrizioni, ma è necessario che il ministro delle Finanze approvi tale decisione il giorno stesso in cui viene presa.

Quanto può durare il controllo dei capitali?
Non c'è un limite. Le esperienze precedenti, dall'Islanda a Cipro, insegnano che una volta istituito, il “blocco” si può rimuovere solo con lentezza e gradualità. In Islanda i controlli di capitali, istituiti nel 2008 per una crisi finanziaria ben più grave di quella cipriota, sono ancora attivi.

Quali conseguenze avrebbe un controllo dei capitali in Grecia?
Sicuramente avrebbe un impatto pesantissimo. Le limitazioni sulle transazioni e sul ritiro di contante colpirebbero il turismo, l'industria, le importazioni e in pratica ogni tipo di attività economica, come sanno bene a Cipro.

I controlli di capitali sono legali?
Raramente, poiché il libero movimento del capitale è uno dei quattro pilastri su cui si fonda l'Unione europea. Può essere imposto solo in casi particolari, come nell’unico precedente storico, quello di Cipro, quando la Commissione lo accordò spiegando che c’erano «rischi significativi di una completa destabilizzazione del sistema finanziario».

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