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tensione fuori dal parlamento

Il Parlamento greco approva il piano Tsipras. Varoufakis vota no, Syriza si spacca

Al termine di un’estenuante dibattito, il Parlamento greco ha approvato il piano Tsipras concordato con Bruxelles lunedì mattina. Il piano del premier greco Alexis Tsipras, approvato dal Parlamento greco, ha ottenuto 229 voti a favore, 64 contrari e in 6 si sono astenuti. A bocciare il piano anche il ministro dell'energia greco Panagiotis Lafazanis, l’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze, e Zoe Kostantopoulou, presidente del Parlamento.

I punti cruciali del pacchetto di misure approvato riguardano l'addio alle agevolazioni fiscali per le isole, la riforma previdenziale con lo stop nel 2022 alle pensioni anticipate e l'incremento dell'iva su pasta, pane e latte. La proclamazione dell'esito del voto non è stata accolta da applausi nell'aula del Parlamento greco. Un piccolo battimani aveva salutato, durante le operazioni di voto per appello nominale, al superamento della soglia dei 151 'nai' (sì) che rappresentava l'approvazione certa della riforma presentata dal governo Tsipras.

Il dibattito parlamentare

Una giornata drammatica, l’ennesima, quella vissuta da Atene. «Senza il vostro sostegno sarà difficile per me restare premier» aveva detto nel suo appello Alexis Tsipras ai parlamentari di Syriza prima del cruciale voto in Parlamento sulle riforme. «O stasera siamo uniti, o domani cade il governo di sinistra», ha aggiunto il premier. Al termine di un dibattito parlamentare estenuante, il premier greco ha ripreso la parola: “Mi assumo tutte le mie responsabilità e mi sento orgoglioso. Abbiamo combattuto per il nostro popolo una lotta molto difficile. Siamo riusciti a dare una lezione di dignità a tutto il mondo. Questa lotta un giorno darà i suoi frutti”. Lo ha detto il premier greco Alexis Tsipras prendendo la parola in Parlamento.

Gli scontri in piazza
Intanto in Piazza Syntagma, davanti al Parlamento, esplode la violenza, un film già visto decine di volte in oltre 4 anni di crisi greca. Si registrano scontri tra manifestanti anti-austerity e polizia, che risponde con gas lacrimogeni al lancio di molotov.

Un gruppo, probabilmente di anarchici, con caschi, estintori e magliette nere si è staccato dal corteo organizzato dal partito comunista Kke e ha fatto irruzione nella piazza con il lancio di bombe carta e petardi, ai quali la polizia ha risposto con i lacrimogeni. Un mezzo della televisione greca è stato preso di mira e mandato a fuoco con una molotov. Duri gli scontri in viale Amalias, dove sono state infrante vetrine. Una troupe di SkYTg24 è stata spintonata da alcuni anarchici, ripresi mentre si incappucciavano. Poi la situazione è stata riportata alla calma; circa 50 persone sono state arrestate al termine degli scontri a piazza Syntagma e nei dintorni.

Il giorno più lungo per la Grecia
Il clima insomma è stato incandescente lungo questa giornata che e l’unità del partito in bilico. Oltre la metà della direzione di Syriza infatti si è espressa contro l’accordo di Bruxelles. Ben 109 membri del comitato centrale di Syriza su 201 si sono detti contrari mentre in Parlamento sarebbero 30-40 su 149 i deputati pronti a votare no. Tsipras in serata ha telefonato al capo dello Stato Pavlopoulos: il sì di Nea Dimokratia e del Pasok, hanno offerto un sostegno al premier, ma il rischio più che concreto è che Tsipras non abbia più la maggioranza.

Non basta: il vice ministro delle Finanze Nantia Valavani ha annunciato le sue dimissioni con una lettera a Tsipras nella quale esprime dubbi sul nuovo accordo raggiunto tra Atene e i creditori internazionali sostenendo che con esso la Germania intende «umiliare completamente il governo e il paese». Dopo Varoufakis, lascia dunque anche il numero due del ministero delle Finanze, seguito poche ore dopo da Manos Manousakis, segretario generale del dicastero ora guidato da Euklidis Tsakalotos. Durante il dibattito in aula, i toni si alzano: l’ex ministro delle Finanze Varoufakis arriva a definire l’accordo di Bruxelles «un nuovo Trattato di Versailles», confermando così il suo allontanamento da Tsipras dopo le dimissioni. «Non avevamo scelta - risponde il suo successore, Euclid Tsakalotos - Lunedì è stato il giorno più difficile della mia vita che mi segnerà per sempre. Non abbiamo mai detto fosse un buon accordo».

Il pacchetto Tsipras
I deputati sono stati chiamati ad approvare quattro misure: la semplificazione dell'Iva e l'allargamento della base fiscale per aumentare le entrate (ciò include la fine graduale dello sconto dell'Iva nelle isole eccetto quelle più periferiche); le misure sulle pensioni con l'aumento dell'età pensionabile e le norme per scoraggiare il pensionamento anticipato; la piena indipendenza dell'ufficio nazionale di statistica (Elstat); le norme per introdurre tagli di spesa “semiautomatici” in caso di deviazione dagli obiettivi di surplus primario dopo l'approvazione di Commissione, Bce e Fondo monetario. L’approvazione da parte dell’assemblea appare scontata grazie ai voti dei partiti moderati, il problema piuttosto è la tenuta della maggioranza di governo.

Il premier ha dato mostra di non cedere alle pressioni: «Se qualcuno ha una soluzione alternativa - ha detto ai parlamentari di Syriza - me la dica». In un’intervista alla tv pubblica Ert ha dichiarato che «non si dimetterà e che non sfuggirà dalle sue responsabilità. La priorità era evitare un disastro e firmare un accordo difficile in cui non credevo ma che ora rispetterò e che ci farà uscire dalla crisi».

Il premier ha aggiunto che il «piano approvato a Bruxelles per tre anni è migliore di quello offerto da Juncker e che avrà un impatto fiscale più mite rispetto a quelli offerti ai governi precedenti» in un evidente tentativo di far accettare l’intesa all’opinione pubblica. Poi, il primo ministro ha rassicurato che non si «taglieranno salari e pensioni», che la Grecia uscirà dalla crisi in tre anni e ha difeso l’abolizione delle baby-pensioni. «Quanto all’aumento dell’età pensionabile a 67 anni, lo avremmo dovuto fare noi stessi», ha ricordato con un tono pacato e rassicurante. Più in generale «quella di domenica è stata un brutta notte per l’Europa ma le politiche di austerità presto verranno fermate», ha detto Tsipras rivendicandone il merito del cambio di marcia.

Poi ha parlato di un tono «vendicativo» da parte dei partner dopo la vittoria del no al referendum e del fatto che il ministro Schäuble aveva un piano per far uscire la Grecia dall’euro ma che una sua telefonata chiarificatrice con il cancelliere Merkel ha escluso questa possibilità. Tsipras ha anche riconosciuto di aver avuto «l’appoggio di Francia, Italia e Cipro» durante l’Eurosummit, mentre ha accusato Varoufakis di aver «commesso evidenti errori durante il negoziato».

Ma quello che si chiedono gli osservatori è che farà a quel punto Tsipras senza più maggioranza. Si parla di un rimpasto di alcuni ministri fra cui quello dell’Energia Panagiotis Lafazanis, ma i partiti di opposizione frenano sull’ipotesi di elezioni anticipate perché si sentono deboli e soprattutto senza un leader carismatico.

Nella mattinata di mercoledì, intanto, il governo ha confermato la decisione di prolungare la chiusura delle banche, così come controlli sui movimenti di capitali, e gli sportelli resteranno chiusi anche per tutta la giornata di domani.

Teleconferenza Eurogruppo domani alle 10
La teleconferenza dell'Eurogruppo si terrà giovedì mattina alle 10. Così il portavoce del presidente dell'Eurogruppo su Twitter. La riunione telefonica valuterà l'esito del voto del parlamento greco e la questione del prestito ponte. Serve l'ok dei 19 per avviare i negoziati per il programma di salvataggio con l'Esm

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