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Le atomiche di Hiroshima e Nagasaki: diverse ma terribili

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74 anni fa la catastrofe

Le atomiche di Hiroshima e Nagasaki: diverse ma terribili

«Ragazzino» e «Grassone». «Little Boy» e «Fat Man». Si chiamavano così, le due bombe che 74 anni fa, il 6 e il 9 agosto 1945, distrussero Hiroshima e Nagasaki. Cambiando il corso della storia in modo irreversibile.

Le due armi erano completamente differenti: due modi di concepire l'arma totale, una all'uranio 235, l'altra al plutonio 239, sostanzialmente uguale a The Gadget, la prima bomba atomica esplosa ad Alamogordo nel famoso Trinity Test tre settimane prima, il 16 luglio, dell'olocausto di Hiroshima.

GUARDA IL VIDEO / Il 6 agosto 1945 esplode “Little Boy”

Le forze armate americane decisero di “testare” dunque due armi profondamente diverse per muovere i primi - tragici e inumani - passi nell'era atomica.

Little Boy, sganciato dal B-29 “Enola Gay” alle 8 e 10 del mattino funzionava in base al principio «gun-type» dove una sorta di cannone spara un proiettile di uranio, di massa sub-critica contro un altro elemento di uranio, sempre sub-critico, fino a costituire una massa critica che dà inizio alla reazione a catena.
Uno schema costruttivo mai sperimentato prima al contrario della bomba di Nagasaki che era identica all'ordigno battezzato The Gadget fu fatto esplodere nel famoso Trinity Test il 16 luglio 1945 ad Alamogordo nel New Mexico e fu la prima esplosione atomica della storia, ottenuta dal progetto Manhattan.
La diversità tra Little Boy e Fat Man fa sorgere il dubbio che l'ordigno sganciato dal B29 comandato da Paul Tibbets fosse un vero e proprio test. Era un'arma atomica grezza: un vero e proprio Ind, improvised nuclear device.
La bomba che distrusse Hiroshima aveva una potenza di stimata di 15 kiloton, ovvero 15mila tonnellate di tritolo, era lunga tre metri, larga 71 centimetri e pesava 4,4 tonnellate.

Del tutto diversa, e più potente, Fat Man, che sganciata dal B29 BOCSCAR, sfruttava invece l'energia prodotta dalla fissione di nuclei di plutonio. Le masse subcritiche erano disposte - secondo una configurazione ideata dallo scienziato di Los Alamos, Seth Neddermeyer, - sulla superficie di una sfera. Queste masse erano spinte le une contro le altre a formare una massa ipercritica da alti esplosivi accuratamente disposti. Questa configurazione, chiamata ad implosione, era - ed è - parecchio più efficiente di quella rudimentale usata per Little Boy. Permetteva di usare meno combustibile nucleare e di aumentare lo “yield”, ovvero la potenza distruttiva. Ovvero questo schema dava agli Usa la possibilità di costruire più bombe con la stessa quantità di materiale fissile. Fat Man aveva uno yield di 21 kiloton, era lunga 3,25 metri e larga 1,5 metri: in pratica una sfera con un gruppo di alettoni stabilizzatori e pesava 4,65 tonnellate.

Entrambi erano dunque enormi e costituirono le armi totali per costringere il Giappone, peraltro già stremato, alla resa e con città e fabbriche distrutte a causa dei bombardamenti a tappeto con Napalm e bombe dirompenti sgangiate dai B29 agli ordini del “discusso” generale Curtis LeMay.
Gli Usa con il secondo bombardamento volevano far credere di essere in possesso di un arsenale più ampio, che però venne costruito solo in seguito, con una proliferazione di armi nucleari sia strategiche sia tattiche con potenza variabile da meno di un kiloton a parecchi megaton sviluppati dalle bombe H, vere e proprie la doomsday machine, macchine del giudizio universale di enorme potenza che sfruttano l'energia liberata dalla fusione di atomi di deuterio indotta a sua volta da un'esplosione atomica da fissione di plutonio, secondo uno schema ideato da Edward Teller e Stanislav Ulam, sulla base di teorie e concetti sviluppati da Fermi e convalidati dai calcoli di John von Neumann, grande cibernetico del progetto Manhattan che realizzò il calcolatore Edvac (padre di tutti i computer attuali) e ispirò il personaggio del Dottor Stranamore.

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