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Grecia verso le elezioni anticipate. Tsipras stasera si è dimesso

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Grecia verso le elezioni anticipate. Tsipras stasera si è dimesso

Incassato il via libera del Bundestag, il sostegno del potente ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, secondo cui «è irresponsabile dire no al piano di salvataggio delle Grecia», e soprattutto pagato i debiti con la Bce che scadevano proprio oggi, il premier greco, Alexis Tsipras ha deciso di dimettersi, saltare il voto di fiducia in parlamento e convocare elezioni anticipate per mettere fine alla ribellione dei 43 deputati di Piattaforma di sinistra, l'ala intransigente del suo partito, Syrizia, e trovare sostegno sufficiente alla realizzazione del programma di salvataggio senza di loro.

La data più probabile per il voto è il 20 settembre, sebbene all'interno di Syriza ci sia chi sostiene che sia meglio far slittare l'apertura delle urne a ottobre, quando ci sarà il primo “tagliando” delle riforme da parte della troika.

Tsipras ha rassegnato le dimissioni stasera. «Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto al governo» - ha detto - «l'Europa non è più la stessa dopo che Syriza è andata al potere» alla fine di gennaio. ««Mi dimetto - ha aggiunto - perché ho esaurito il mandato che mi è stato dato nelle elezioni di gennaio». Ora, ha concluso, «voi dovete decidere con il vostro voto se abbiamo fatto la scelta giusta».

Nei giorni scorsi molti esponenti di Syriza vicini al premier, come il primo ministro Panos Skourletis, avevano sottolineato apertamente la necessità di un ritorno alle urne che disinnescasse le tensioni interne al partito ormai formato da due formazioni politiche.

Tsipras ha preso atto che la sua maggioranza si è liquefatta durante le tre votazioni delle azioni prioritarie del terzo piano di salvataggio. Molti dei 43 deputati “ribelli” di Syriza hanno manifestato l'intenzione di fare un nuovo partito anti-austerity e che porti Atene fuori dall'euro se necessario, così come proposto dal ministro Schaeuble al vertice del 13 luglio a Bruxelles. Tsipras non vuole dar loro il tempo di organizzarsi, così ha deciso di correre il rischio di andare alle urne subito forte di una popolarità che continua ad essere molto elevata.

La “capriola” che ha fatto dopo il referendum del 5 luglio, non ha scalfito la sua popolarità. Anzi resta il leader ellenico che è riuscito a riportare al centro del dibattito europeo il tema dell'austerità.

Ora Tsipras con Panagiotis Lafazanis, uno dei leader dei ribelli di Syriza, alla sua sinistra e i partiti pro-europei alla sua destra, si pone al centro dello spettro politico e può chiedere all'elettorato di votarlo per cercare di applicare un memorandum che tutti sanno che senza una riduzione del debito non riuscirà a salvare davvero la Grecia.

Come scriveva oggi il quotidiano Die Welt, Bruxelles e la troika hanno cercato invano di spazzare via Tsipras ma non ci sono riusciti. Il leader greco si è piegato all'ultimo momento licenziando Yanis Varoufakis, ha accettato tutte le 27 pagine e 35 azioni “prioritarie” del piano di aiuti da 86 miliardi di euro in cambio dei finanziamenti. Soldi che serviranno per ripagare la tranche del prestito ponte e poi pagare i bond in mano alla Bce per 3,2 miliardi di euro in scadenza oggi.

Il miglior alleato di Tsipras sarà il Fondo monetario internazionale di Christine Lagarde che a ottobre chiederà di rendere sostenibile il debito greco una volta per tutte e Alexis Tsipras vuole essere lì a trattare il gran finale di una lunga partita sulla crisi dei debiti sovrani dell'eurozona iniziata nell'ottobre 2009, quando George Papandrou vinse le elezioni e scoprì che il deficit era alle stelle, al 15,7% e non al 3,4 per cento. Se si fosse ridotto il debito greco nel 2010 come chiedeva il direttore generale dell'Fmi di allora, Domenique Strauss-Kahn, non saremmo ancora a parlare di salvataggi greci, ma Sarkozy e la Merkel presero tempo per dare tempo alle banche franco-tedesche pesantemente coinvolte nei bond greci, di salvarsi. Fu un grave errore le cui conseguenze continuiamo a pagare tutti in Europa

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