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Ue: no muri ma regole comuni sui migranti. Merkel: serve più…

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Dopo le parole del ministro uk

Ue: no muri ma regole comuni sui migranti. Merkel: serve più solidarietà

«Le regole di Schengen non sono il problema, il flusso di immigrati va gestito con il massimo di coordinamento e cooperazione tra gli Stati». È questa la posizione della Commissione europea a pochi giorni da un riunione straordinaria dei ministri degli affari interni e di giustizia della Ue che si terrà a Lussemburgo il 14 settembre. Il portavoce comunitario ha aggiunto un commento sulla cancellata di sbarramento che sta erigendo l’Ungheria al confine con la Serbia: «Non è con cancelli e muri che si affrontano e risolvono i problemi dei flussi di immigrati nell'Unione europea». Mentre il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, in un’intervista alla Cnn ha detto: «Serve asilo europeo per condividere carico».

Bruxelles: libera circolazione non si tocca
L’annuncio da parte britannica della volontà di restringere le norme sull’immigrazione che riguarderebbe anche i cittadini Ue se senza lavoro, sarà uno dei temi centrali delle discussioni politiche. Bruxelles dunque difende a spada tratta il principio della libera circolazione dei cittadini, in quanto «parte integrante e fattore essenziale del successo del mercato unico», ma concede al ministro degli interni del Regno Unito Theresa May che tale principio non viene messo in discussione se si aumentano «gli sforzi per combatterne gli abusi».

Timmermans: 5 milioni alla Franciaper l’emergenza
L’Unione europea non respingerà «mai coloro che hanno bisogno di protezione»: lo ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, in visita a Calais dove ha annunciato lo stanziamento di 5 milioni di euro alla Francia per gestire la difficile situazione dei migranti nella zona». Timmermans ha chiesto ai Paesi membri di «restare fedeli ai loro valori unitari» pur se di fronte a una «crisi mondiale» senza precedenti. Il vicecommissario europeo è giunto a Calais per una visita di sostegno ai rifugiati, accompagnato dal premier francese Manuel Valls e dal Commissario per gli affari migratori, Dimitris Avramopoulos: proprio la Francia - per bocca del suo ministro degli Esteri, Laurent Fabius - aveva definito «scandaloso» l’atteggiamento di alcuni Paesi dell’Europa dell’Est di fronte alla crisi migratoria. Le dichiarazioni di Fabius hanno suscitato l’irritazione del governo ungherese, che - il giorno dopo aver annunciato il completamento della barriera di filo spinato alla frontiera con la Serbia - ha convocato un rappresentante diplomatico francese per chiedere spiegazioni.

Merkel: Europa costruita su dignità di ogni essere umano
«L'Italia va aiutata» in quanto non può accogliere tutti i migranti che arrivano attraversando il Mediterraneo. Così la cancelliera tedesca Angela Merkel, che nel corso di una conferenza stampa ha aggiunto: «Se non si arriva a una giusta suddivisione (dei profughi in Europa) allora si porrà la questione di Schengen e non lo vogliamo». Merkel ha anche rilevato: «So che alcuni Paesi hanno certe posizioni», ma ha lanciato un appello perché i Paesi membri dell’Ue seguano «una direzione più comune possibile. Se uno comincia a dire che non vuole i musulmani non va bene. L’Europa è stata costruita sul principio della dignità di ciascun essere umano». La cancelliera tedesca ha rilevato che l’Ue deve «andare avanti» nel rispondere alla crisi dei migranti senza «cancellare» i suoi legami fondamentali con «i diritti civili universali».

«Accelerare le procedure di asilo»
«Ci sono più tedeschi che aiutano i rifugiati rispetto a coloro che protestano», ha affermato la cancelliera tedesca chiedendo ai tedeschi di non unirsi a chi manifesta contro i migranti. «Dobbiamo accelerare - prosegue Merkel - le procedure per chi chiede asilo, specialmente dai Balcani». Merkel è preoccupata per il clima che si sta creando in Germania sulla vicenda dei migranti.

Gentiloni: «Serve un diritto di asilo europeo»
Dal canto suo il titolare della Farnesina, Gentiloni, alla Cnn ha sostenuto che
«se decidiamo per il diritto di asilo europeo, allora dobbiamo avere regole europee per molte altre questioni e una è decidere insieme quali sono i Paesi sicuri e quali quelli insicuri. Il principio dovrebbe essere avere un diritto di asilo europeo. Apprezzo la decisione presa dalla Germania di accettare in qualche modo asili automatici per i siriani, perché in nessun caso la Siria può essere considerato un Paese sicuro». Non sono «la storia o la geografia» a poter «decidere sulla sorte delle migrazioni - ha continuato il ministro -, quindi non si possono lasciare sole Grecia, Italia, Ungheria, Austria o qualunque altro Paese. Serve condividere questo carico. Non possiamo chiamarle quote? Troveremo un altro nome, ma la sostanza è che abbiamo bisogno di condividere questo peso».

Allarme Libia: «Può diventare la nuova Somalia»
Gentiloni ha parlato della situazione in Libia, ammonendo che «può diventare la nuova Somalia» e dicendosi però fiducioso sulla possibilità che si arrivi a un’intesa tra le fazioni ai colloqui che si terranno nel fine settimana a Ginevra: «Dobbiamo essere fiduciosi e sostenere l’azione dell’Onu. Anche i Paesi vicini ora sono più consapevoli dei rischi e da parte loro e della comunità internazionale ci sono maggiori pressioni perché si arrivi a un’intesa». Se invece i colloqui fallissero, allora «la coalizione anti-Daesh (anti-Isis, ndr) dovrebbe discutere se avere un impegno non solo in Siria e in Iraq ma anche in Libia».

Atene realizzerà le riforme promesse
Angela Merkel ha parlato oggi anche della Grecia, dicendosi convinta che la Grecia attuerà le riforme promesse in cambio di nuovi aiuti malgrado le previste elezioni del 20 settembre. «Ci saranno nuove elezioni in Grecia. Ritengo che la Grecia rispetterà i propri impegni», ha affermato Merkel da Berlino. I Paesi dell’Eurozona hanno promesso nuovi aiuti ad Atene fino a 86 miliardi di euro in tre anni, che deriveranno sopratutto dal fondo Salva Stati Esm. In cambio di questi finanziamenti la Grecia si è impegnata a un ampio piano di riforme la cui attuazione sarà esaminata a intervalli regolari dai creditori internazionali.

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