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Tsipras ha giurato, governerà con la destra. La Ue: prima…

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il voto in Grecia

Tsipras ha giurato, governerà con la destra. La Ue: prima verifica in autunno

Alle 20.00 di lunedì (19.00) il leader di Syriza, Alexis Tsipras, ha prestato giuramento da primo ministro nelle mani del presidente della repubblica greca Prokopis Pavlopoulos, mentre l'esecutivo dovrebbe prestare giuramento domani. La Commissione europea si è congratulata con il premier, si aspetta che le discussioni per la verifica dell'attuazione dell'accordo sul terzo programma di aiuti alla Grecia comincino “in autunno” e invia ad Atene un segnale preciso: «Non c'è tempo da perdere». Questa posizione è stata espressa dal portavoce dell'esecutivo comunitario.

ATENE - «È una grande vittoria del nostro popolo, che ci ha dato mandato di lottare dentro e fuori il nostro Paese. Continueremo la lotta cominciata sette mesi fa». Con queste parole Alexis Tsipras ad Atene, in una piazza gremita di folla ha festeggiato ieri notte la sua terza vittoria in nove mesi . «Il popolo greco è sinonimo di lotta e dignità. Questo è un mandato per i prossimi quattro anni».

Intanto il ministero degli Interni ha fornito le ultimissime battute per lo spoglio delle schede delle elezioni in Grecia: quando sono state scrutinate circa 19.400 sezioni sul totale di 19.513, Syriza si conferma il primo partito con il 35,5% dei voti. Al partito di Alexis Tsipras saranno attribuiti 145 seggi. Nuova Democrazia è il secondo partito, con il 28,1% dei voti e 75 seggi. I neofascisti di Alba Dorata sono il terzo partito con il 7% e 18 seggi.
I comunisti di Kke si attestano al 5,6% con 15 seggi, To Potami all'4,09% con 11 seggi. I Greci indipendenti di Panos Kammensos ottengono il 3,69% con 10 seggi e l'Unione dei centristi il 3,43% con nove seggi.

Il premier uscente si riconferma vincitore per la seconda volta nel 2015, anche se l'astensione è passata dal 36,4% al 45,2%, e Tsipras si detto pronto a formare una nuova alleanza con i nazionalisti dei Greci indipendenti così come era nel precedente esecutivo per un totale di 155 seggi su 300 complessivi. Evapora così la necessità di stringere una alleanza con i socialisti del Pasok o con i centristi di To Potami che restano all'opposizione mentre ambivano a diventare l'ago della bilancia per future coalizioni.

Il leader di Nea Dimokratia, Vangelis Meimarakis, che ha condotto una campagna molto aggressiva ed efficace, resta al 28% dei consensi e si è congratulato con il vincitore: “Ora può fare l'esecutivo che ritiene”, ha detto. Nd deve cercare un nuovo leader più carismatico, meno legato con l'ingombrante passato dei conti truccati sul debito e organizzare un congresso nazionale al più presto.

I ribelli di Syriza, confluiti nel nuovo partito di Unità popolare di Panagiotis Lafazanis, l'ex ministro dell'Industria, non superano la soglia del 3% e restano fuori dal Parlamento.
A Syriza vanno dunque 145 seggi, quattro in meno rispetto al voto di gennaio quando ne aveva conquistati 149 con il 36,6% dei voti, ma grazie ai dieci seggi dei Greci indipendenti di Panos Kammenos, l'ex ministro della Difesa del precedente esecutivo, può rifare praticamente un governo fotocopia del precedente e portare avanti le politiche di attenuazione dell'austerità per le classi più disagiate e continuare le fondamentali trattative sulla ristrutturazione del debito. Tsipras esce rafforzato dal risultato elettorale nei confronti dei creditori internazionali perché si è rafforzato dopo essersi liberato dai ribelli interni contrari alla firma del Piano di salvataggio da 86 miliardi di euro di crediti in cambio di riforme strutturali, taglio delle pensioni anticipate e aumento dell'Iva e fine degli sconti per le isole.

“L'accordo con i creditori verrà applicato e i duri negoziati con i creditori continueranno” ha fatto sapere la portavoce di Syriza ieri sera.
Su twitter il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, si è felicitato con Tsipras per il successo elettorale e si detto “impaziente” di vedere la formazione di un nuovo governo “con un forte mandato per proseguire nelle riforme”.
Il Paese è andato complessivamente al voto cinque volte negli ultimi sei anni e tre negli ultimi nove mesi se comprendiamo il referendum di luglio. Il dato dell'affluenza al voto è stato del 55,4% rispetto al 63,6% di gennaio, ma una certa stanchezza elettorale è comprensibile.

Ora Tsipras deve votare e applicare al 100% le impopolari riforme contenute del Piano di aiuti, fra cui la abolizione delle agevolazioni fiscali per gli agricoltori e la fine delle pensioni anticipate per ottenere gli 86 miliardi di euro di crediti. Poi c'è la ricapitalizzazione delle banche per 25 miliardi di euro, la fine dei controlli dei capitali che ha messo in ginocchio gli istituti di credito e l'economia ellenica tornata in recessione (-2%) e la ristrutturazione del debito pubblico che corre al 170% del Pil ma che vede gli stessi creditori su posizioni diverse. Insomma un duro cammino fatto di lacrime e sangue, ma per ora i greci hanno confermato al timone di questa dura traversata nell'austerità Alexis Tsipras per la seconda volta in nove mesi.

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