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Jet russo sconfina in Turchia, Ankara protesta. Nato: interrompere…

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Jet russo sconfina in Turchia, Ankara protesta. Nato: interrompere gli attacchi

L’intervento russo in Siria continua a provocare tensioni. Un caccia di Mosca ha violato lo spazio aereo turco, provocando le proteste di Ankara. La Russia intanto afferma che potrebbe isolare la costa siriana impiegando la Flotta del Mar Nero (di stanza in Crimea) nell'operazione avviata la scorsa settimana contro le posizioni del sedicente Stato Islamico nella Repubblica araba. Lo ha detto l'ammiraglio Vladimir Komoyedov, presidente della Commissione Difesa alla Duma di stato ed ex comandante della Flotta mentre proseguono i raid di Mosca. «Quanto all'utilizzo su larga scala della flotta del Mar Nero in questa operazione, penso che questo sia poco probabile - ha detto Komoyedov - ma dal punto di vista del blocco della costa, penso che sia plausibile. Un colpo sferrato con l'artiglieria dal mare non è escluso: le navi sono pronte, ma per ora non avrebbe senso. I terroristi sono annidati lontano dalla costa» ha detto Komoyedov.

Turchia: jet russo ha violato nostro spazio aereo. Nato: interrompere immediatamente gli attacchi
Continuano intanto i raid aerei di Mosca. E sale la tensione con la Turchia dopo che un jet da combattimento russo ha violato sabato lo spazio aereo turco nella provincia di Hatay, vicino al confine siriano. L’ambasciatore russo Andrey Karlov, è stato convocato per esprimere le dure proteste turche annunciando reazioni in caso tali incidenti dovessero ripetersi. Il governo russo ha spiegato che si è trattato di «un errore». Resta il fatto che la tensione tra i due Paesi è molto alta da quando Mosca ha avviato la sua operazione militare anti-Isis e pro-Assad in territorio siriano: non è un mistero infatti che mentre Putin è il più grande alleato di Assad, Erdogan invece chiede da tempo che il presidente siriano si faccia da parte. Intanto, la Nato ha chiesto alla Russia «l'immediata cessazione degli attacchi contro l'opposizione e i civili siriani». Lo riferisce in un comunicato diffuso dopo il Consiglio atlantico straordinario, in cui si esprime «forte protesta» e «condanna» per la violazione dello spazio aereo turco e dell'Alleanza. La Nato sottolinea la «estrema pericolosita' di tale irresponsabile comportamento».

Raid su 9 obiettivi Isis in Siria nelle ultime 24 ore
Oggi l'Aeronautica russa ha condotto 25 raid su 9 obiettivi dell'Isis in Siria nel corso delle ultime 24 ore. Lo ha riferito il ministero della Difesa russa, annunciando che è stato colpito il centro di comando del Califfato nero nella provincia di Latakia e un altro, attraverso l'intervento dei caccia Su24m, è stato completamente distrutto vicino ad Al-Rastan, nella provincia di Hama.
L'aviazione russa ha colpito inoltre 3 strutture del sedicente Stato islamico nella provincia di Homs, e ha distrutto 2 depositi di armi. «Tutti gli attacchi aerei russi in Siria sono destinati a scompaginare i comandi a supporto dell'Isis» dice il ministero. Gli equipaggi hanno inoltre condotto 6 attacchi aerei contro la base terroristica mimetizzata del Califfato a Idlib, distrutti 30 veicoli corazzati, afferma il Ministero della Difesa russo.

Fuga in Giordania
Intanto ieri almeno tremila militanti dell'Isis e dei gruppi jihadisti Jabhat Al-Nusra e Jaish al-Yarmouk sono fuggiti dalla Siria in Giordania nel timore dell'avanzata dell'esercito siriano su tutti i fronti e dei raid aerei russi, lanciati da Putin. Inoltre, secondo quanto riporta Ria Novosti, circa 160 militanti jihadisti sono rimasti presumibilmente uccisi ieri durante un attacco dell'esercito siriano nella provincia di Deir Ezzor mentre almeno altri 17 sono morti in un attacco a Homs e Palmira: lo sostiene una fonte militare russa da Latakia (dove c'e' una base aerea russa). Secondo il ministero della Difesa russo dal 30 settembre al 3 ottobre le forze aerospaziali russe hanno compiuto più di 60 sortite neutralizzando circa 50 obiettivi. Per le fonti ufficiali russe i target colpiti sono legati all’Isis. Tuttavia secondo la coalizione a guida statunitense in realtà i raid avevano come obiettivo principalmente l'opposizione anti Assad, ossia l’Esercito della Conquista.

L’offensiva nei giorni scorsi
I jet russi hanno bombardato ieri un campo di addestramento dell'Isis, un deposito di armi nei sobborghi di Al-Tabqa, nella provincia settentrionale siriana di di Al-Raqqa, roccaforte del gruppo jihadista. Distrutto anche un laboratorio di cinture esplosive. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo, aggiungendo che nelle precedenti 24 ore sono stati effettuati 20 raid e distrutti 10 obiettivi. Nei raid sono stati distrutti sistemi di controllo e danneggiate infrastrutture usate per preparare attacchi terroristici. In altri bombardamenti, sulla provincia di Idlib, sono stati distrutti tre depositi di munizioni e armamenti. Distrutti quattro posti di comando.

I bombardamenti russi in Siria avrebbero permesso di tagliare la linea di rifornimento delle armi destinate all'Isis, ha assicurato un portavoce del ministero della Difesa russo.

Intanto si susseguono le prese di posizione e le reazioni all’intervento di Mosca in Siria. A favore l’Egitto del generale Al Sisi. L'attuale campagna di bombardamenti della Russia in Siria è «inaccettabile», ha invece dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, convinto che Mosca stia commettendo un «grave errore». Mosca «commette un grave errore», ha detto Erdogan alla stampa, prima della sua partenza per la Francia, in un momento che Mosca annuncia nuovi raid su dieci obiettivi dell'organizzazione dello Stato Islamico nel corso delle ultime 24 ore e l'espansione della sua campagna. La decisione della Russia di intervenire militarmente in Siria è un «errore tremendo» e «renderà la regione più instabile», ha ribadito invece il premier britannico David Cameron.

La strategia di Mosca
Gli obiettivi russi in Siria sono, «al contrario di quelli americani ed europei, molto chiari». È Piero Batacchi del portale Rid (Rivista Italiana Difesa) a sottolineare che «sul piano politico l'obiettivo è, nell'immediato, rafforzare Assad, evitandone il collasso. Nel lungo periodo, invece, l'obiettivo è salvaguardare i propri interessi e la propria influenza in Siria, considerata come un puntello fondamentale per una presenza in Medio Oriente e nel Mediterraneo Orientale».

In quest'ottica, «la Russia non avrebbe problemi a rinunciare ad Assad, accompagnandone un'uscita soft e favorendo una transizione politica, purchè siano garantiti quegli interessi». Sul piano militare questi obbiettivi politici vengono perseguiti con un'azione aerea che mira, nell'immediato, «a rinsaldare l'asse centrale Damasco, Homs, Hama in mano ai governativi, neutralizzando la sacca ribelle tra Homs e Hama, rafforzare il collegamento tra quest'asse e la roccaforte alawita costiera ed alleggerire la pressione su quest'ultima proveniente da nord, ovvero dalla provincia di Idlib caduta praticamente per intero nelle mani dei qaedisti e islamisti di Al Nusra ed Ahrar Al Sham a partire da febbraio».

Raggiunti questi obbiettivi, la fase successiva «potrebbe puntare, invece, direttamente su Idlib, per riprendere i territori perduti, e su Aleppo per riconquistarne i quartieri in mano ribelle e alleggerirne una pressione che negli ultimi mesi si è fatta sempre più insostenibile». L'azione aerea russa, rileva Rid, «gode del supporto a terra delle forze lealiste e di elementi del GRU (il servizio segreto militare russo), ma presumibilmente anche di nuclei delle forze speciali e di personale a contratto, che raccolgono l'intelligence necessaria a garantire una campagna più efficace (vantaggio, questo, che gli Americani in Siria non hanno) e guidano i velivoli sui target». Nell'eventuale seconda fase, invece, le forze aeree «offrirebbero supporto di fuoco ravvicinato ai lealisti».

L’appoggio di Assad
«Se ciò potesse essere di aiuto, non esiterei a dimettermi». Bashar Assad sembra aprire così, con una frase dell'intervista all'iraniana Khabar Tv ritwittata sul profilo della presidenza siriana, a un processo di transizione politica che faccia a meno di lui. La presa di posizione giunge al termine di una risposta in cui il presidente siriano elogia il sistema politico del propri paese e invita i propri oppositori a partecipare alle elezioni. «La discussione sulla politica in Siria è un affare interno della Siria», sottolinea Assad, che definisce «inaccettabile» qualsiasi dialogo con una «opposizione legata a potenze straniere».

Se la Russia fallisce in Siria, sarà un disastro per tutto il Medio Oriente. L'avvertimento giunge da Bashar Assad, intervistato dal canale televisivo di Stato iraniano. «Se l'alleanza tra Russia, Siria Iraq e Iran non avrà successo, l'intera regione sarà distrutta», ha sottolineato il capo del regime di Damasco.

«Le chance di successo in mano a quest'alleanza sono grandi e significative», ha aggiunto Assad sollecitando le potenze occidentali a unire le forze contro il terrorismo. «Se si agira' in modo unitario, se non altro nel fermare il sostegno che ricevono», ha detto, «si raggiungeranno risultati molto rapidamente». L'allusione è agli Stati del Golfo, accusati di finanziare diversi rami del movimento ribelle siriano, tra cui al Qaeda.

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