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Un «muro» hi-tech per proteggere l’Estonia dalla…

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Un «muro» hi-tech per proteggere l’Estonia dalla Russia. E Mosca si infuria

La notizia è stata data a fine agosto dal quotidiano estone Postimees e ha fatto subito infuriare i russi: Tallinn intende costruire una barriera lungo buona parte del suo confine di terra con la Russia (110 chilometri). Inizio dei lavori nel 2018, costo stimato 71 milioni di euro.

Una mossa per proteggere la frontiera esterna dell’area Schengen, hanno subito messo le mani avanti gli estoni. Ma nel clima da Guerra Fredda che ormai caratterizza i rapporti tra il Paese baltico, ex repubblica sovietica e avamposto orientale della Nato, e l’ingombrante vicino il progetto ha fatto subito pensare a una mossa in chiave anti-russa. Così almeno Mosca l'ha interpretata, con il vicepresidente della Duma, Konstantin Kosachev, che ha condannato una decisione a suo dire ideologica, che non avrebbe niente a che fare con i timori legati ai flussi migratori.

Il giovane premier estone Taavi Roivas, a Milano per Expo, però, non ci sta e parla invece di un progetto innovativo, da inquadrare nell’ammodernamento delle frontiere intrapreso dal Paese, già all’avanguardia per ciò che concerne digitalizzazione e hi-tech. «Si tratta della frontiera esterna dell’area Schengen – sottolinea – ed è nostro dovere proteggerla, come di tutti gli Stati membri che hanno confini esterni. Inoltre non abbiamo intenzione di costruire un “muro” vero e proprio, ma la frontiera più moderna che l’Europa abbia mai visto, con un enorme quantitativo di telecamere e sensori. E l’obiettivo è solo assicurarsi che chi passa il confine lo faccia ai valichi di frontiera, su cui pure stiamo investendo come dimostra quello di Narva inaugurato quest’anno. Non è più - aggiunge ancora il primo ministro - il Muro di Berlino (si tratterà peraltro di una recinzione alta forse due metri): qui si potrà passare il confine, ma non lo si potrà fare di nascosto, sapremo chi entra e chi esce. E bisognerà avere i documenti in regola».

Roivas fa notare inoltre che l’elevato livello di tecnologico della nuova frontiera consentirà anche un cospicuo risparmio in termini di manodopera. Tutto chiarito dunque? Forse. Ma come tutti i “muri” c’è da scommettere che anche questo farà ancora discutere.

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