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Profughi, la Turchia alza la posta: più soldi e visti liberalizzati. Vertice Ue: salta l’urgenza dell’Unione bancaria

Nel comunicato finale del Vertice Ue non ci sarà alcun riferimento all’«urgenza di completare l'unione bancaria». È questo il risultato dell'azione convergente di un piccolo gruppo di paesi capeggiati dalla Germania che hanno imposto la cancellazione dal testo di un riferimento cosi' esplicito a quello che viene unanimemente considerato un pilastro della stabilizzazione finanziaria (e quindi politica) europea. Lo hanno indicato fonti Ue. Il motivo della cancellazione è molto semplice: il governo tedesco è contrario alla prospettiva di un sistema europeo di tutela dei depositi bancari ritenendolo una via per una possibile assunzione di responsabilità finanziaria per sostenere le banche degli altri paesi.

Turchia e Ue, primo accordo ma posta alzata da Erdogan

Ma c'è soprattutto, almeno da un punto di vista della difficoltà del negoziato, il nodo Turchia sul tavolo del vertice europeo, che è il quarto dell'anno dedicato all'immigrazione. La Commissione ha raggiunto un accordo con Ankara, condizionato al sì dei leader europei. Se ne discute a cena, a porte chiuse. Ma prima del via è parso argomento di difficile gestione. Il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, è tornato a mettere in guardia sull'eventualità di un «nuovo massiccio esodo». Ci si può aspettare che la prossima primavera arrivino «milioni» di persone. La Turchia ne ha già due, nei suoi campi.

Nell'accordo negoziato tra ieri e oggi nella missione in Turchia del vicepresidente Timmermans e del commissario per l'allargamento Hahn, accompagnati dal capogabinetto di Mogherini, la Ue, messa alle corde dal potere di ricatto dei turchi, ha acconsentito a un'accelerazione sulla liberalizzazione dei visti, oltre che a un finanziamento di ben 3 miliardi di euro per la gestione dei campi (i turchi hanno notevolmente alzato la posta, si partova da molto meno) e all'inserimento nella lista dei Paesi sicuri e l'apertura di 5 capitoli nel pluridecennale negoziato per l'adesione alla Ue.

In cambio, il governo di Erdogan dovrebbe attuare davvero maggiori controlli alle frontiere, accettare le riammissioni, far partire la lotta contro i trafficanti e dare ai profughi siriani la possibilità di lavorare. Nella presentazione pre-vertice agli ambasciatori permanenti, l'accordo ha trovato l'opposizione - stando a fonti diplomatiche - di Grecia e Cipro. Ma mentre in pubblico Tsipras è possibilista per una collaborazione con la Turchia, il presidente francese François Hollande e il premier olandese Mark Rutte hanno frenato. A frenare sull'inclusione nella lista europea dei Paesi sicuri sono soprattutto Germania e Svezia, a causa della situazione dei curdi.

Intanto sul versante delle risorse, nonostante i richiami dei presidenti della Commissione Jean Claude Juncker e del Parlamento europeo Martin Schulz, continuano a mancare 2,2 miliardi di euro per i trust fund per Siria e Africa e le agenzie umanitarie. E gli Stati membri frenano anche nel fornire più personale a Frontex e Easo. Che sarebbe necessario per rafforzare le frontiere esterne, come invocato da tutti, a cominciare da Tusk e Merkel. Ma Slovacchia e Repubblica Ceca restano solidali con Orban e al patto di Visegrad.

Il ritardo di Renzi
I temi sono in discussione al Consiglio europeo questa sera a Bruxelles, dedicato in gran parte alla crisi dei rifugiati. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è arrivato poco dopo le 18.30, con due ore e mezzo abbondanti di ritardo rispetto agli altri colleghi capi di Stato e di governo, a causa della riunione a Roma del Consiglio dei ministri, che ha varato la legge di Stabilità, e della conferenza stampa successiva.

Orban: pronta la barriera anti-immigrati
Intanto la barriera difensiva anti-immigrati al confine con la Croazia è pronta, e entro domattina l'Ungheria deciderà sull'eventuale chiusura della frontiera. Lo ha detto il premier Viktor Orban all'arrivo a Bruxelles per il vertice europeo. Prima di decidere sulla eventuale chiusura della frontiera con la Croazia, ha aggiunto citato dai media, Budapest intende parlare ancora con partner europei e regionali. Come ha riferito la tv pubblica ungherese M1, Orban - parlando con i giornalisti - ha detto che la posizione di Budapest è quella di difendere in primo luogo I confini esterni della Ue in Grecia, da dove centinaia di migliaia di migranti e profughi provenienti da Siria e dal resto del Medioriente si sono riversati quest'anno in Europa.

«Poiché ciò non è avvenuto, l'Ungheria ha pronta una barriera al confine con la Croazia, e fino a domattina deciderà sulla chiusura dei valichi», ha detto Orban, secondo il quale se necessario la frontiera può essere chiusa nel giro di un'ora. L'Ungheria ha già sigillato i 175 km del confine con la Serbia con una barriera metallica e di filo spinato. Per questo il flusso di migranti ha deviato l'itinerario verso la Croazia e da lì in Ungheria. Da lì i profughi vengono subito condotti verso il confine con l'Austria.

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