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Da Ciampino alla Svezia: ecco i primi migranti distribuiti in Europa

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al via l’attuazione del piano ue

Da Ciampino alla Svezia: ecco i primi migranti distribuiti in Europa

Un volo umanitario messo a disposizione dalla Guardia di Finanza è appena decollato dall’aeroporto di Ciampino: a bordo 19 eritrei diretti a Lulea, in Svezia, che saranno poi trasferiti nell’area di Ostersund, a cento chilometri da Stoccolma. Come anticipato dal Sole 24 Ore, è la prima attuazione del piano europeo per il ricollocamento dei migranti: dall’Italia in due anni dovranno essere 39.600 quelli che si sposteranno in altri Paesi europei.

Allo scalo romano erano presenti il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, con il capo della polizia Alessandro Pansa, il Commissario Ue per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos, e il ministro degli Esteri e degli Affari Europei del Lussemburgo, Jean Asselborn.

Gli eritrei registrati nell’hotspot di Lampedusa
Gli eritrei partiti sono persone fotosegnalate, le cui impronte digitali sono state registrate e che avevano espresso la richiesta di andare proprio a Stoccolma. Finché sarà possibile, il Viminale tenterà infatti di accogliere i desideri espressi dai migranti, anche per superare i pregiudizi e le diffidenze. Tutti i 19 erano arrivati a Roma, dopo una tappa nell’hub siciliano di Villa Sikania, dall’hotspot di Lampedusa, l’unico centro per l’identificazione di chi sbarca nel nostro Paese attivato in via sperimentale (altri tre centri sono pronti a partire a Porto Empedocle, Pozzallo e Trapani, mentre dall’inizio del 2016 decolleranno anche Taranto e Augusta). A Lampedusa sono presenti dieci funzionari di Frontex per il controllo delle frontiere e quattro di Easo, l’agenzia europea per il diritto di asilo. I migranti ospitati sono in gran parte eritrei, ma anche senegalesi, nigeriani e ivoriani. Sono soprattutto loro spesso a rifiutare la registrazione, nel timore di essere rimpatriati o di non riuscire a raggiungere la meta desiderata perché costretti a presentare richiesta d’asilo in Italia. Di qui la tensione salita alle stelle la scorsa settimana.

Rimpatri: il nuovo fronte aperto con l’Ue
Il ministero dell’Interno spera che i ricollocamenti servano a convincere i migranti a lasciarsi identificare. Ma anche a incassare un risultato. «Io voglio che i primi migranti ospiti dei nostri centri di accoglienza siano trasferiti negli altri Paesi Europei per avere la prova pratica del successo che abbiamo ottenuto in Europa sulla politica delle migrazioni», aveva detto Alfano lunedì a Ragusa. Quello di oggi (una goccia nel mare dell’emergenza immigrazione) è soltanto il primo di una lunga serie di test. E l’Italia ha già aperto un nuovo fronte con l’Europa: l’esigenza di stabilire regole comuni sui rimpatri e siglare accordi di riammissione con i Paesi d’origine.

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