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La Commissione alza le stime sull’Italia, cautela sul deficit

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LE PREVISIONI UE D’AUTUNNO

La Commissione alza le stime sull’Italia, cautela sul deficit

  • –dal nostro corrispondente

BRUXELLES - La Commissione europea è leggermente più ottimista sulle prospettive di crescita in Italia rispetto a maggio. Pubblicando oggi le sue previsioni economiche di autunno, l'esecutivo comunitario ha rivisto al rialzo le sue stime per l'anno prossimo sia per quanto riguarda l'andamento dell'economia che per quanto riguarda l'evoluzione del deficit. Lo sguardo ora corre a metà mese quando Bruxelles pubblicherà una attesa opinione sul bilancio previsionale del governo.
«L'Italia si sta dirigendo verso una crescita più sostenibile», scrive la Commissione europea in un rapporto pubblicato stamani qui a Bruxelles. L'esecutivo comunitario - che ha rivisto la crescita del 2016 dall'1,4 all'1,5%, rispetto alle stime di maggio - imputa l'espansione dell'economia alla ripresa della domanda interna, al basso prezzo del petrolio, e a un rallentamento della contrazione del credito. Nel 2015, la crescita dovrebbe essere dello 0,9% rispetto allo 0,6% previsto sei mesi fa.

A titolo di confronto, il governo Renzi punta su una crescita dello 0,9% quest'anno e dell'1,6% l'anno prossimo. «Nonostante sofferenze bancarie continuino a pesare sui bilanci degli istituti di credito, le condizioni creditizie dovrebbero normalizzarsi nel 2016 in un contesto nel quale la politica monetaria rimane accomodante e il credito si dirige verso le imprese più produttive», spiega la Commissione. Per il 2017, l'esecutivo comunitario si aspetta una crescita in Italia dell'1,4 per cento.

Sul fronte dei conti pubblici, la situazione è meno rosea. La Commissione prevede un calo del disavanzo l'anno prossimo (dal 2,6 del 2015 al 2,3% del del prodotto interno lordo nel 2016, leggermente più elevato del 2,0% previsto in maggio), ma sottolinea che il bilancio previsionale italiano si basa su un peggioramento del saldo strutturale di circa mezzo punto percentuale. In compenso, Bruxelles si aspetta un calo del debito tra il 2015 e il 2016 dal 133,0 al 132,2% del PIL.
Vi è uno scarto tra le previsioni del governo (2,2%) e quelle della Commissione (2,3%) per quanto riguarda l'andamento del deficit pubblico nel 2016. In una conferenza stampa qui a Bruxelles, il commissario agli affari economici Pierre Moscovici ha spiegato che il «leggero» scarto «è dovuto a previsioni meno ottimiste sulle entrate fiscali». Nel rapporto la Commissione non prende posizione sulla Finanziaria che sarà oggetto di una prossima attesa opinione a metà mese.
Interessante, tuttavia, è che nonostante un peggioramento del saldo strutturale e una diminuzione inferiore al previsto del deficit nominale l'esecutivo comunitario si aspetti comunque nel 2016 un calo del debito pubblico in rapporto al Pil, dovuto probabilmente al migliore andamento dell'economia e nuove privatizzazioni. Tra le altre cose, nelle stime pubblicate oggi, l'esecutivo comunitario prevede una crescita economica dell'1,9% in Germania e dell'1,4% in Francia.

Più in generale, la Commissione europea si aspetta un graduale rafforzamento della crescita anche nella zona euro: dall'1,6% del 2015, al 1,8% nel 2016, all'1,9% nel 2017. Ha spiegato in un comunicato il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis: «Il mantenimento e il rafforzamento della ripresa richiedono che si approfitti di questo momento per perseguire una politica di bilancio responsabile, per stimolare gli investimenti, e per adottare riforme strutturali».

Nel suo rapporto pubblicato stamani, la Commissione fa anche una interessante analisi sull'impatto economico dell'arrivo in Europa di migliaia di rifugiati provenienti dal Vicino Oriente. Al netto di un aumento della spesa pubblica, emerge che le persone, se integrate nelle società nazionali, potrebbero sostenere la crescita, soprattutto se istruite, come lo sono soprattutto i cittadini siriani. La Germania potrebbe registrare tra il 2015 e il 2020 un aumento del Pil annuo di mezzo punto percentuale.

Il documento della Commissione sull’Italia

Le previsioni per Paese

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