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Hollande: la Francia è in guerra, l’Europa intervenga con noi

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il discorso davanti alle camere a versailles

Hollande: la Francia è in guerra, l’Europa intervenga con noi

«La Francia è in guerra. Ma il terrorismo non distruggerà mai la République, perché sarà la République a distruggerlo». François Hollande si è rivolto all’Assemblea nazionale e al Senato, convenuti a Versailles, chiamando a raccolta il Paese, lanciando un appello all’unità. «Voi - ha detto ai deputati - siete i rappresentanti di un popolo libero, invincibile quando è unito». Il suo lungo discorso, iniziato a Versailles dopo un minuto di silenzio per i 129 morti di Parigi, è stato accolto dal congresso con una standing ovation, e con il canto della Marseillaise.

La vera guerra contro lo Stato Islamico, responsabile dei massacri di Parigi nella notte del 13 novembre, è iniziata 48 ore dopo, con i raid su Raqqa, bastione dell’Isis nella parte della Siria settentrionale controllata dai jihadisti. «Vogliamo investire la Repubblica di tutta la forza necessaria per consentirle di sradicare il terrorismo senza venire meno allo Stato di diritto», ha detto Hollande, che chiederà al Parlamento di estendere lo stato d’emergenza in Francia per tre mesi. All’intensificazione delle operazioni belliche in Siria contro l’Isis corrisponde la guerra dichiarata dalla Francia al terrorismo in casa e in Europa. All’Europa Hollande chiede solidarietà militare: alle Camere riunite ha detto di avere «chiesto al ministro della Difesa di mobilitare i suoi omologhi europei in virtù dell’Articolo 42.7 del Trattato dell’Unione Europea, che prevede che quando uno Stato è aggredito, tutti gli Stati membri devono apportare il loro sostegno di fronte all’aggressione».

Sul fronte interno, Hollande parte all’attacco con l'irrigidimento delle leggi anti-terrorismo e lo stanziamento di nuovi fondi per la sicurezza nazionale - tra i provvedimenti l’assunzione di migliaia di nuovi funzionari di polizia, oltre al rafforzamento dei controlli alle frontiere. Emergenze di cui dovrano tenere conto le regole europee sui conti pubblici.

«Ci attaccano perché la Francia è un Paese di libertà - ha detto Hollande -. Ma la nostra democrazia ha battuto avversari ben più forti». Il presidente non ha soltanto fatto appello alla Francia. Mentre le polizie di Belgio e Francia stringono il cerchio intorno ai responsabili della strage di Parigi - 23 gli arresti nella notte di domenica - il presidente invoca contro il terrore un fronte internazionale unito. Ripartirà dal riavvicinamento che si auspica sia stato raggiunto al G-20, simboleggiato dall’immagine di Barack Obama e Vladimir Putin intenti a parlarsi sul divano di Antalya. Anche Hollande ha sottolineato che Russia e Stati Uniti devono unire le forze contro l’Isis: «Chiamerò sia Obama che Putin per unire gli sforzi e trovare una soluzione», ha detto il presidente francese. Per Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, un incontro tra Putin e Hollande potrebbe avvenire prima del 30 novembre, data di inizio della Conferenza di Parigi sul clima.

«Avevamo offerto la nostra cooperazione nella coalizione anti-Isis - ha detto ieri Putin in un briefing a conclusione del G-20 - ma sfortunatamente all’inizio i nostri partner americani hanno rifiutato. Ma la vita va avanti, e rapidamente, e spesso ci dà delle lezioni». Quello che è successo a Parigi sta cambiando le priorità degli Stati Uniti, e negli ultimi giorni i legami tra Russia e Occidente sono tornati a rafforzarsi, osservano diplomatici russi.

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