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Ecco il piano della Commissione per garantire i conti correnti in tutta Europa

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SPECIALE CREDITO DEL SOLE 24 ORE

Ecco il piano della Commissione per garantire i conti correnti in tutta Europa

BRUXELLES - La Commissione europea presenterà martedì a Strasburgo una attesa proposta legislativa di meccanismo unico di garanzia dei depositi bancari nella zona euro. L'iniziativa, che dovrà essere approvata da Parlamento e Consiglio, rischia di risultare controversa agli occhi di alcuni governi nazionali. Pur di convincere i paesi membri più refrattari, il progetto prevede una mutualizzazione progressiva della responsabilità a livello europeo.

La garanzia unica dei depositi bancari è il tassello mancante dell'unione bancaria, così come è stata immaginata in questi anni. Quest'ultima si basa a livello europeo su una vigilanza creditizia unica, un fondo unico di risoluzione, e un nuovo organismo di gestione delle crisi bancarie. Gli obiettivi sono molti: denazionalizzare la sorveglianza bancaria; spezzare il legame tra istituzione bancaria e debito nazionale; migliorare il sistema finanziario europeo; rafforzare l'unione monetaria.

Attualmente, ogni paese ha la propria garanzia dei conti bancari (in Italia, il Fondo interbancario di tutela dei depositi). Recenti normative europee hanno armonizzato le legislazioni nazionali: in caso di crisi bancaria, garantiti sono i depositi fino a 100mila euro; il rimborso deve poi avvenire entro un massimo di sette giorni. L'iniziativa comunitaria prevede quindi un meccanismo europeo, nel quale progressivamente la responsabilità del rimborso è di tutti i paesi membri.

Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, la Commissione europea intende presentare un meccanismo che si baserà su tre fasi: riassicurazione, co-assicurazione, e infine piena assicurazione, dal 2024 in poi. Nella prima fase, dal 2017 al 2019, un istituto di credito potrà utilizzare la liquidità del nuovo meccanismo per rimborsare i depositanti una volta che avrà esaurito il proprio fondo nazionale e soprattutto solo se quest'ultimo è stato pienamente capitalizzato.

L'obiettivo, evidentemente, è di creare un incentivo. Non si vuole che le banche si affidino completamente al meccanismo europeo fin da subito. I paesi dovranno continuare nei primi anni di vita del nuovo sistema europeo a basarsi sul proprio meccanismo nazionale. La seconda fase, detta di co-assicurazione, dovrebbe iniziare nel 2020, prevedendo una prima parziale responsabilità in solido tra i paesi. In questo caso, l'uso del fondo europeo non è condizionato al pieno utilizzo del meccanismo nazionale.

La terza e ultima fase, che dovrebbe vedere la luce nel 2024, è quella nella quale il fondo europeo sarà l'unico responsabile nel garantire i depositi bancari della zona euro. La proposta della Commissione europea prevede quindi un graduale passaggio della responsabilità dal livello nazionale al livello comunitario. L'uso del denaro contenuto nel meccanismo unico europeo dovrà essere rimborsato dal sistema finanziario che si è avvalso del fondo comunitario.

La tempistica non è stata scelta a caso: è identica a quella degli altri pilastri dell'unione bancaria. Quanto alla dote del fondo europeo, quest'ultimo dovrà avere nel 2024 una somma pari allo 0,8% del depositi bancari totali (in tutto secondo i dati attuali, 43 miliardi di euro). Il denaro proverrà dalle stesse banche, che ogni anno per otto anni saranno chiamate a versare il 12,5% del totale. Il contributo della singola banca verrà deciso successivamente, sulla base del suo grado di rischiosità.

La proposta tiene conto delle indicazioni provenienti dai Ventotto. Prima di tutto, prevede l'uso di denaro privato nel garantire i depositi, non di denaro pubblico. In secondo luogo, il contributo al nuovo fondo europeo non comporterà costi aggiuntivi per le banche. In altre parole, il denaro versato nel meccanismo europeo verrà tenuto in conto nel calcolare i livelli di liquidità dei fondi nazionali. Infine, la responsabilità in solido entra in vigore gradualmente per venire incontro ad alcuni paesi.

Tra gli altri, Berlino ha condizionato alla piena applicazione delle nuove regole sui fallimenti bancari la sua partecipazione alla garanzia unica dei depositi bancari dei suoi vicini (si veda Il Sole/24 Ore del 13 settembre). Nel prevedere un passaggio graduale da responsabilità nazionale a responsabilità europea, la Commissione europea tenta di raffreddare le tensioni, utilizzando dopotutto lo stesso schema ideato per la nascita di un fondo unico di risoluzione delle banche in crisi.

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