
«I dati degli Usa confermano la versione della Turchia» sull' abbattimento del jet russo. Lo dice l'ambasciatore americano presso la Nato, Douglas E. Lute, specificando che «l'aereo russo era in Turchia, è stato “ingaggiato” in Turchia ed è stato ripetutamente avvertito». Lute aggiunge che quella «non era la prima incursione» russa nello spazio aereo turco e che nello scambio di informazioni concordato con la Russia «di sicuro non c'era un piano di volo che prevedesse la violazione dello spazio aereo della Nato».
Intanto è tornato in Russia il corpo del pilota ucciso dopo essersi catapultato dal Su-24 attaccato da F16 turchi al confine con la Siria. Lo riferiscono le agenzie russe. Il corpo del tenente colonnello Oleg Peshkov è stato accolto con gli onori militari all'aeroporto militare di Chkalovski, ad una trentina di km da Mosca, presente anche il ministro della difesa Serghiei Shoigu.
E per la prima volta, Mosca annuncia che i jet Sukhoi Su-34 russi sono partiti per eseguire raid in Siria non solo con bombe, ma anche con missili aria-aria per la loro difesa, dopo l'abbattimento del Su-24 ai confini turco-siriani. Lo ha detto il portavoce delle forze aeree e spaziali russe, Igor Klimov. I jet «sono partiti per le missioni non solo con bombe aeree Ofab-500 e bombe guidate Kab-500 ma anche con missili aria-aria di corta e media gittata. Sono dotati di missili per la loro difesa e possono colpire obiettivi in aria a distanza di 60 km».
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