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Su deficit e debito la lente dell’Europa

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La lente dell’Europa su deficit e debito italiani

Le ultime previsioni economiche della Commissione europea relative all’Italia mostrano come i recenti sforzi di politica economica del governo Renzi stiano dando i loro frutti, ma che i gravi squilibri dell’economia italiana continuano a perdurare. In risposta alla richiesta del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan di ottenere rapidamente un giudizio sulla legge di stabilità, l’esecutivo comunitario ha confermato che un responso giungerà in maggio.

L’esecutivo comunitario si aspetta che «l’economia prenda velocità nel 2016 e nel 2017, grazie a un rafforzamento della domanda interna». Prevede una crescita dell’1,4% nel 2016 e dell’1,3% nel 2017. Il deficit pubblico, sempre secondo la Commissione, dovrebbe essere rispettivamente del 2,5% e dell’1,5% del prodotto interno lordo. I dati sono peggiori di quelli attesi alla fine dell’anno scorso, quando Bruxelles si aspettava per quest’anno una crescita dell’1,5% e un disavanzo del 2,3%.

Questa batteria di dati giunge mentre la Commissione deve ancora dare il suo giudizio sulla legge di stabilità per quest’anno nella quale il governo Renzi ha rivisto gli obiettivi di bilancio europei e chiesto l’applicazione controversa di una serie di clausole di flessibilità per evitare politiche troppo restrittive in un contesto economico fragile. Nei giorni scorsi, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha chiesto un responso rapido per evitare che l’incertezza mini la ripresa economica.

Interpellato sulla richiesta italiana, il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici ha approfittato per ricordare la situazione in cui versa l’Italia. Il paese ha già ricevuto flessibilità di bilancio pari allo 0,4% del prodotto interno lordo per via dello sforzo nella modernizzazione dell’economia. Successivamente, in ottobre dell’anno scorso ha chiesto ulteriore margine di flessibilità sul fronte delle riforme, degli investimenti e della crisi dei rifugiati e dell’emergenza terrorismo.

«L’Italia è l’unico paese che ha potenzialmente diritto a questi margini di flessibilità – ha detto Moscovici –. Stiamo esaminando la situazione e una decisione è prevista in maggio. Sono in contatto regolare con Pier Carlo Padoan. Si tratta di un dialogo di qualità e aperto. In maggio decideremo nell’ottica di sostenere le riforme, senza contravvenire al Patto di Stabilità e di Crescita». Alla domanda se sia possibile per un paese ottenere flessibilità di bilancio per più anni di fila, Moscovici non ha risposto nel merito.

«Valuteremo – ha risposto il commissario – in funzione delle regole, che tutti conoscete. Sono in dialogo con il governo. Per temperamento (…) sono convinto che il compromesso sia meglio del confronto (…) Suggerisco di rimanere calmi, sereni, pazienti». Nel contempo, Moscovici – che ha consigliato «reciproca capacità di ascoltarsi e di dialogare» - ha definito «non indifferente» l’ammontare di flessibilità richieste dall’Italia: pari allo 0,8% del Pil nel 2016.

Secondo il vice presidente della Commissione Jyrki Katainen, intervistato da SkyTg 24, «l’interpretazione delle regole è già flessibile e non c’è margine di manovra per renderle ancora più flessibili, perché il Paese stesso si troverebbe in una posizione di debolezza di fronte ai mercati e questo metterebbe a rischio la stabilità (…). Le nostre regole sono già molto flessibili e l’Italia ha ne beneficiato di più di altri. Se andassimo troppo oltre con la flessibilità delle regole, non avremmo più regole».

I dati fanno prevedere rischi di procedure per mancato rispetto degli impegni. Il deficit strutturale è previsto nel 2016 all’1,7% del Pil (1,5% in autunno), rispetto all’1,0% del 2015. Senza la concessione di flessibilità, il rischio è che i conti italiani mostrino una significativa deviazione sulla strada del pareggio di bilancio, tale da indurre la Commissione a chiedere nuove misure. Il debito, peraltro, è destinato a calare nel 2016 «solo leggermente» (a 132,4% da 132,8) e soprattutto meno di quanto previsto in autunno.

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