Mondo

Merkel arriva al vertice isolata sulla politica migratoria

  • Abbonati
  • Accedi
LE POSIZIONI in campo

Migranti, la Germania messa all’angolo dai partner sulle politiche per i rifugiati

Alla fine la storia le darà ragione, come dice il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ma oggi la cancelliera Angela Merkel è messa all’angolo dai partner sulle politiche per i rifugiati .

Al vertice dell’Unione di oggi e domani la Germania arriva isolata. La politica delle porte aperte è stata sonoramente smentita dall’Est Europa. E anche Austria, Svezia e Francia hanno cambiato atteggiamento. È solo un ricordo la simpatia globale suscitata nei partner quando a settembre 2015 la cancelliera accolse decine di migliaia di profughi arrivati in Germania dopo una marcia iniziata a piedi nelle strade di Budapest.

Il flusso enorme sta spaventando tutti i Paesi dell’Unione e mettendo a rischio lo spazio Schengen. L’anno scorso sono entrati in Germania oltre un milione di rifugiati, Merkel è in difficoltà all’interno del partito e non trova sponde in Europa. Nel solo mese di gennaio sarebbero entrate nell’Ue 60mila persone, per lo più in Grecia. La frontiera Sud del blocco preoccupa gli Stati ribelli dell’Est, pronti a costruire muri per arginare gli arrivi dalla rotta balcanica. «Si tratta in primo luogo di avere una politica comune su come vogliamo proteggere le nostre frontiere esterne», ha detto Merkel prima di partire per Bruxelles. «In Europa certe cose hanno bisogno di tempo, ma vale la pena mobilitarsi e questo è quello che ho intenzione di fare».

L’Est abbandona Berlino
I Paesi del gruppo di Visegrad - Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia - hanno di nuovo voltato le spalle alle richieste tedesche. La strategia messa a punto dalla cancelliera punta su un accordo con la Turchia per fermare i trafficanti e limitare l’afflusso e sull’accettazione di un numero di profughi annuo da dividere tra i Paesi Ue. «L’Europa è debole e senza difese», ha invece incalzato il premier ungherese Viktor Orban, ipotizzando la costruzione di nuove barriere per impedire l’ingresso dei rifugiati in Bulgaria e in Macedonia (che non è membro Ue) dalla Grecia se Atene e Ankara non riusciranno ad attuare il piano voluto dalla Germania. «La cultura tedesca del “benvenuti” ha incoraggiato il terrorismo e diffuso la paura», ha aggiunto Orban.  

Ma anche il Nord mette le quote
Critico con la Germania anche il premier francese Manuel Valls. All’incontro di sabato 13 a Monaco, durante la conferenza sulla sicurezza in cui si è parlato di Siria, Valls ha chiarito che la Francia non parteciperà ad alcuna distribuzione di profughi. La disponibilità mostrata lo scorso ottobre pare definitivamente spazzata via dalle stragi dell’Isis del 13 novembre.

L’Austria prima ha ripristinato i controlli ai confini con Italia, Slovenia, Ungheria, poi ha anche deciso di mettere un tetto all’accoglimento giornaliero di rifugiati. Ne verranno accettati ottanta e 3.200 potranno passare per andare in altri Paesi dell’Unione. «Mi auguro che la Germania cambi presto la sua politica seguendo il modello austriaco», ha auspicato il cancelliere Werner Faymann.

Porte chiuse anche nel rifugio per eccelenza in Europa, la Svezia, che a fine novembre ha annunciato una serie di restrizioni e controlli per limitare il numero di richiedenti asilo fino a ripristinare i controlli alle frontiere e annunciare, a fine gennaio, l’esplusione di 80mila profughi la cui richiesta è stata respinta. Finlandia e Olanda hanno a loro volta annunciato espulsioni di massa di aspiranti allo status di rifugiato.

La coalizione dei volenterosi
Se le risposte europee non hanno funzionato - solo 500 dei 160mila profughi sono stati redistribuiti in seguito al piano varato a ottobre - la cancelliera ha cercato tenacemente altre strade, basate sul volontariato. «Non si tratta di un meccanismo permamente di redistribuzione», ha spiegato in una conferenza stampa qualche giorno fa ma «piuttosto di un gruppo di Paesi disponibili a considerare l’accoglienza di profughi una volta che il traffico di esseri umani nell’Egeo sia stato fermato». Secondo Der Spiegel la cancelleria starebbe pensando a un numero annuo di 200-300mila persone che dovrebbero essere suddivise tra i “volenterosi”. Berlino cerca di mettere insieme questa coalizione ma a dicembre erano soltanto sette le capitali disponibili. Non ha voluto fare nomi la Germania ma incontri incontri separati a margine del summit con Recep Tayyp Erdogan si sono svolti con Austria, Belgio, Finlandia, Grecia, Lussemburgo, Olanda, Svezia.

Oggi e domani si capirà se la coalizione esiste davvero.

© Riproduzione riservata