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Il big business inglese in campo contro Brexit: «Rischio per…

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LETTERA aperta

Il big business inglese in campo contro Brexit: «Rischio per l’economia»

LONDRA - Business contro Brexit: duecento leader di altrettante società quotate stamani hanno pubblicato una lettera sul quotidiano ”The Times” schierandosi a favore di restare nell'Unione Europea. Uscire dall'Unione, avvertono gli imprenditori, danneggerebbe l'economia britannica e metterebbe a rischio posti di lavoro.
«Rappresentiamo ogni settore e ogni regione della Gran Bretagna, e insieme diamo lavoro a centinaia di migliaia di persone- scrivono i Ceo - Siamo convinti che per la Gran Bretagna sia meglio restare in una Ue riformata. Le imprese hanno bisogno di un accesso senza limitazioni al mercato europeo di 500 milioni di persone per poter continuare a crescere, a investire e a creare occupazione. Siamo convinti che lasciare la Ue scoraggerebbe gli investimenti, minaccerebbe i posti di lavoro e sarebbe un rischio per l'economia. La Gran Bretagna sarà più forte, più sicura e più ricca se resterà membro della Ue».

Diversi amministratori delegati di grandi società come Vodafone, GlaxoSmithKline, Virgin e BT avevano già espresso a chiari termini la loro convinzione che restare parte della Ue sia la cosa migliore per la Gran Bretagna, ma la lettera pubblicata oggi è la dichiarazione più forte da parte del business britannico. A firmare sono state società di ogni dimensione, compresi grandi gruppi come Bae Systems, Burberry e EasyJet e i Ceo degli aeroporti di Gatwick e Heathrow.
I sostenitori di Brexit però hanno reagito accusando Downing Street di avere “costretto” i leader a firmare la lettera per sostenere la posizione del primo ministro David Cameron, resa più difficile ieri dallo schieramento del sindaco di Londra Boris Johnson nel campo degli euroscettici che vogliono lasciare la Ue.

Molti hanno anche fatto notare che solo un terzo delle maggiori società che fanno parte del Ftse 100 hanno firmato la lettera, mentre due terzi hanno preferito non farlo, in parte perché favorevoli a uscire dall'Unione e in parte per non rischiare di alienare le simpatie dei clienti. Tra i grandi assenti Royal Bank of Scotland e Barclays tra le banche e Sainsburys e Tesco tra le catene di supermercati.
I leader che hanno firmato sono anche stati criticati per non avere consultato gli azionisti e i dipendenti invece di imporre le loro opinioni personali. Oggi l'ex cancelliere conservatore Lord Lawson, leader del fronte pro-Brexit, spiegherà le ragioni economiche per lasciare la Ue in un discorso a Chatham House.
Cameron inizia oggi la campagna elettorale che lo porterà in giro per la Gran Bretagna per convincere gli elettori a votare a favore di restare nella Ue. Il partito laburista invece oggi avvertirà che due terzi dei posti di lavoro nel settore manufatturiero dipendono dalla Ue e sarebbero a rischio in caso di Brexit.

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