Mondo

Grecia, migranti forzano il valico con la Macedonia. La polizia spara…

  • Abbonati
  • Accedi
l’emergenza immigrazione

Grecia, migranti forzano il valico con la Macedonia. La polizia spara lacrimogeni

Reuters
Reuters

Tensione al confine tra Grecia e Macedonia, dove la pressione migratoria si sta facendo di ora in ora sempre più insostenibile. Questa mattina circa 300 migranti iracheni e siriani hanno cercato di forzare il valico di frontiera fra i due Paesi, per protestare contro il tetto massimo all'afflusso giornaliero dei rifugiati fissato dalle autorità macedoni. I migranti sono riusciti a superare il cordone della polizia greca, occupando i binari della ferrovia: le forze dell'ordine macedoni sono subito intervenute facendo ricorso ai gas lacrimogeni e a bombe assordanti, ma non hanno effettuato alcun arresto. Almeno 30 persone, compresi un gran numero di bambini, sono rimaste ferite. In mattinata la polizia greca aveva segnalato che più di 7mila rifugiati, la metà dei quali donne e bambini, erano ammassati al confine, a Idomeni. Un numero quattro volte superiore alle capacità dei campi allestiti per la prima accoglienza.

La Macedonia si è accodata alla decisione adottata da numerosi governi balcanici - in un vertice dei capi della polizia tenutosi il 18 febbraio scorso e da cui era stata esclusa la Grecia - di limitare a circa 580 il numero massimo giornaliero di migranti in entrata sul proprio territorio. Intanto le autorità macedoni hanno avviato i lavori di costruzione di una nuova recinzione al confine con la Grecia, lungo la strada che porta al campo di accoglienza temporaneo di Vinojug, nei pressi di Gevgelija. Da ieri sera, hanno detto fonti dell'Ufficio governativo per la gestione delle emergenze, sono all'opera reparti dell'esercito per innalzare una recinzione di filo spinato alta 1,5 metri.

Merkel: l’Europa non può abbandondare la Grecia
L'Europa non può permettere che la Grecia sprofondi nel caos. Ribadisce la sua linea la cancelliera tedesca, Angela Merkel, nel pieno delle divisioni e dei contrasti tra i Paesi dell'Unione Europa sulla gestione dei migranti. L'Austria e diversi Paesi dei Balcani hanno, infatti, introdotto misure restrittive che hanno avuto come effetto quello di bloccare migliaia di migranti in Grecia. Merkel sostiene che i «Ventotto non hanno combattuto per tenere la Grecia nell'eurozona per poi abbandonarla» e difende la decisione di aprire le frontiere tedesche ai migranti, malgrado un netto calo nella popolarità. Oltre un milione di persone sono arrivate in Germania lo scorso anno, richiedendo asilo politico, numeri che hanno creato dissenso verso il suo governo e portato a un'escalation dell'estremismo di destra. Parlando all'emittente televisiva Ard, la cancelliera chiarisce, comunque, che non esiste un «piano B» e che non cambierà opinione, bocciando la proposta di limitare l'accesso dei migranti.

Merkel, che nelle prossime settimane sarà sottoposta alla verifiche delle urne (visto che sono previste le elezioni in tre Laender), ha avuto ieri sera un colloquio telefonico con il premier turco Ahmet Davutoglu per discutere delle strategie per affrontare la crisi dei migranti, a una settimana dal summit straordinario tra Ue e Turchia del 7 marzo.

Gentiloni: Europa sull’orlo del baratro
Alle parole della Merkel hanno fatto eco quelle del ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, secondo il quale «l'Europa è a un passo dal baratro». Intervistato da Handeslblatt, Gentiloni ha affermato che l’Italia capisce le difficoltà dell'Austria (che sta chiudendo le sue frontiere, ndr), «ma la risposta deve essere europea, non può essere unilaterale».

La reazione austriaca
Piccata la reazione austriaca. Il ministro degli Interni Johanna Mikl-Leitnerche, rispondendo alle critiche mosse da Berlino e Atene alla decisione di Vienna di fissare una quota per gli ingressi, ha fatto sapere che l’Austria non prende «lezioni da nessuno» sulla gestione dei flussi migratori. L’esponente del governo austriaco ha ricordato come il suo Paese, insieme alla Svezia, sia quello che ha accolto il maggior numero di migranti per abitante in ambito europeo. «Evidentemente per alcuni la “soluzione europea” è che tutti vengano in Austria», ha ironizzato Mikl-Leitner. «Noi continueremo a rallentare il flusso e lo faremo anche per la Germania». Il sistema di quote introdotto in Austria il 19 febbraio scorso fissa a 80 il numero di richieste di asilo che si possono presentare al giorno, e a 3.200 il numento di migranti in transito, per potenzialmente 1,2 milione di persone l'anno.

In Francia iniziato lo sgombero della “giungla” di Calais
Intanto le autorità francesi hanno dato il via alle operazioni di sgombero della metà meridionale della cosiddetta “giungla di Calais”, la più grande baraccopoli di Francia dove vivono in condizioni di estrema precarietà migliaia di migranti che sperano di raggiungere l'Inghilterra. Due ruspe e una ventina di operai, protetti da decine di agenti della polizia e antisommossa, hanno cominciato a demolire decine di baracche.

Piano Grecia arrivato a Bruxelles
Sul fronte politico, la Commissione Ue sta analizzando il piano di emergenza trasmesso dalla Grecia e valuta la necessità dei controlli alle frontiere introdotti dal Belgio. Non è escluso l'avvio di procedure di infrazione verso i Paesi che si rifiutano di fare i ricollocamenti.

© Riproduzione riservata