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Vertice Ue-Turchia sui migranti: prima intesa nella notte ma i nodi…

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Vertice Ue-Turchia sui migranti: prima intesa nella notte ma i nodi restano - Sul tavolo la richiesta di Ankara di altri 3 miliardi

Afp
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BRUXELLES - C'è una prima intesa sul nuovo testo del vertice. Poco prima dell’una di notte i 28 hanno chiuso la riunione e hanno deciso che sarebbero tornati a trattare. Secondo fonti Ue, il documento prevede l'endorsement alla road map per Schengen; il reinsediamento dalla Turchia sulla base del meccanismo uno a uno proposto da Ankara; e l'ok all'assistenza umanitaria alla Grecia. Si tratta di una prima intesa che non risolve i nodi emersi finora. In un primo commento alla fine della riunione notturna, il premier lussemburghese Xavier Bettel ha spiegato che i Ventotto si sono trovati d'accordo “per lavorare sui dettagli” delle proposte turche nei prossimi giorni, in vista di un nuovo summit europeo, già previsto da tempo, e fissato per il 17-18 marzo.

La Turchia è giunta al vertice facendo «nuove proposte», scombussolando non poco l'agenda della riunione. Tra queste c’è stata la richiesta di altri 3 miliardi di aiuti entro il 2018 per gestire l’emergenza profughi oltre ai 3 miliardi già promessi dalla Ue.

«Abbiamo oggi presentato nuove idee per affrontare seriamente i problemi - ha spiegato un portavoce del governo turco -. Le nostre proposte includono numerosi nuovi elementi». Secondo diverse fonti diplomatiche, Ankara avrebbe chiesto ai suoi partner ulteriori aiuti finanziari, rispetto ai 3 miliardi di euro decisi in novembre. In origine, il vertice doveva terminare nel pomeriggio. Alla luce dell'iniziativa turca è stato deciso di proseguire con una cena questa sera.

In un canovaccio delle conclusioni circolato in queste ore a Bruxelles emergono tre messaggi. Il primo è l'interruzione della rotta balcanica a tutti i migranti irregolari, in altre parole economici. Il secondo è il rilancio delle operazioni di ritorno dalla Grecia alla Turchia di migranti senza diritto alla protezione internazionale. Il terzo messaggio riguarda la Grecia, e la disponibilità dell'Unione di agire per evitare una crisi umanitaria in un paese che rischia di diventare un enorme campo-profughi.

Nel documento messo a punto dalle delegazioni nazionali nel fine settimana è specificato che l'Unione è pronta a prendere immediatamente tutte le misure necessarie nel caso dell'apertura di nuove rotte. L'impegno, poco preciso, riguarda l'Italia. Vi è il timore che il paese possa tornare a essere la meta di migranti. Bloccate nel loro tentativo di attraversare i Balcani verso Nord, le persone – secondo molti osservatori - potrebbero passare in Albania, attraversare l'Adriatico e giungere così nella Penisola.

Il piano in discussione ha una sua logica, ma provoca comunque contrasti tra i Ventotto. La Grecia ha paura di diventare un enorme campo-profughi, a causa della chiusura della rotta balcanica verso Nord. Secondo il governo greco vi sono attualmente 36mila rifugiati in Grecia. I ritorni verso la Turchia dovrebbero servire a decongestionare il territorio nazionale, ma basteranno in un contesto nel quale il ricollocamento attraverso tutta l'Unione dei rifugiati arrivati in Grecia e in Italia stenta a decollare?

Il vertice straordinario di oggi, a qualche giorno da un regolare consiglio europeo a metà mese, è stato voluto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, in grave difficoltà in patria dopo che nel 2015 oltre un milione di persone è arrivato in Germania. Si voterà in tre regioni del paese domenica prossima. I sondaggi danno il partito democristiano della signora Merkel in difficoltà. I vertice di oggi, e in particolare l'assicurazione che la rotta balcanica è sotto controllo, deve servire a rassicurare i tedeschi.

Non per altro la signora Merkel ha insistito su questo aspetto, parlando prima dell'inizio della riunione. Le discussioni di oggi sono complicate dalle difficili relazioni con la Turchia. Nonostante il piano di azione preveda aiuti per 3 miliardi di euro, il governo turco non è felicissimo di riaccogliere le persone arrivate in Grecia, tanto da aver chiesto ulteriori aiuti. Sabato Ankara ha messo sotto tutela un giornale d'opposizione, provocando le vive critiche di alcuni governi europei.

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