Mondo

Slovenia, Serbia e Macedonia sigillano la rotta balcanica

  • Abbonati
  • Accedi
CRISI DEI RIFUGIATI

Slovenia, Serbia e Macedonia sigillano la rotta balcanica

Migranti in attesa di attraversare il confine tra Grecia e Macedonia nei pressi del campo profughi di Idomeni (Reuters)
Migranti in attesa di attraversare il confine tra Grecia e Macedonia nei pressi del campo profughi di Idomeni (Reuters)

Dalla scorsa mezzanotte la rotta balcanica è sigillata. In anticipo rispetto all’intesa ancora in discussione tra Unione europea e Turchia, la Slovenia ha chiuso il transito ai profughi.

Passeranno, ha detto il ministero dell’Interno sloveno, soltanto le persone che abbiano un regolare visto di ingresso o passaporto di un paese dell’area Schengen. Oppure i rifugiati che intendano chiedere asilo proprio in Slovenia. Quasi nessuno, dunque, posto che Lubiana è diventata una tappa intermedia per arrivare in Germania e nel Nord Europa.

Poche ore dopo l’annuncio di Lubiana un altro Stato della rotta balcanica occidentale, la Serbia, ha deciso di dare un giro di vite ai controlli: «Non possiamo diventare un campo profughi» ha detto il ministero dell’Interno annunciando che verranno effettuati controlli accurati sui confini con la Bulgaria e la Macedonia.

Effetto domino. Anche la Macedonia, a questo punto, nelle prime ore della mattinata ha fatto sapere di non voler più permettere l’ingresso ai migranti. Senza alcuna chance di lasciare la Grecia, adesso, decine di migliaia di persone potrebbero decidere di spostarsi più a Ovest e passare dall’Albania per poi cercare l’ingresso nell’area Schengen attraversando l’Adriatico diretti in Puglia. E i trafficanti d’uomini, bloccati in Turchia alle porte dell’Europa, muoverebbero il proprio business dall’Egeo al Mediterraneo. I governi italiano e albanese sono già al lavoro per impedire che sulle coste pugliesi si ripetano gli sbarchi dei primi anni Novanta. Quando ad attraversare il canale erano gli albanesi.

© Riproduzione riservata