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elezioni in tre laender

Regionali in Germania: il vero vincitore è il partito anti-immigrati. Merkel non cambia linea sui profughi

Angela Merkel (Ap)
Angela Merkel (Ap)

«Il governo tedesco prosegue la sua politica sui profughi, con tutte le forze, dentro e fuori il paese». Così il portavoce di Angela Merkel Steffen Seibert, in conferenza stampa a Berlino, rispondendo alla domanda se gli esiti delle elezioni regionali di ieri possano modificare il corso politico della cancelliera. «L'obiettivo deve essere una soluzione comune europea, che porti a ridurre visibilmente i profughi in tutti i paesi membri», ha aggiunto.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

FRANCOFORTE – Le elezioni in tre Laender tedeschi, che erano state etichettate come un referendum sulla politica delle porte aperte ai rifugiati del cancelliere Angela Merkel hanno avuto un solo grande vincitore, il partito anti-immigrati Alternative fuer Deutschland, Alternativa per la Germania. La Cdu della signora Merkel è stata pesantemente sconfitta in tutti e tre gli Stati, dove è andato al voto complessivamente un quinto dell'elettorato dell Germania: ha mantenuto il primo posto in Sassonia-Anhalt, nella ex Germania dell'Est, dove però AfD ha superato addirittura il 24%, ma non è riuscita ad aggiudicarsi gli altri due, dove fino a pochi mesi fa, prima che divampassero le polemiche sul flusso di immigrati, che lo scorso anno ha superato il milione di persone, veniva data largamente favorita.

Paradossalmente in queste due elezioni, in Baden-Wuerttemberg e in Renania-Palatinato, la Cdu è stata sconfitta rispettivamente dai Verdi e dai socialdemocratici della Spd, i cui candidati avevano sostenuto apertamente la linea del cancelliere sui rifugiati. È possibile anzi che i candidati della Cdu nei due Stati siano stati penalizzati dal tentativo di prendere le distanze, in campagna elettorale, dalla posizione ufficiale.

La signora Merkel si trova comunque in una situazione scomoda, a pochi giorni dal vertice europeo sull'immigrazione, che dovrebbe concludere l'accordo con la Turchia fortemente voluto dal capo del Governo tedesco. Il voto le consegna una Germania molto più polarizzata sulla questione dei rifugiati, confermando le sensazioni della vigilia, ma che finora non erano state mai così chiaramente messe a nudo. Tuttavia, la flessione della Cdu in due dei tre Stati è stata relativamente contenuta, attorno al 3%. Il vero crollo si è registrato in Baden-Wuerttemberg, dove il partito, che ha dominato il terzo Land tedesco per popolazione e dimensioni dell'economia per 50 anni, fino al 2011, ha perso l'11%. Ancora dieci anni fa, in quest'area tradizionalmente conservatrice, la Cdu sfiorava il 45% dei voti. Ieri è scesa al 27,5%.

Il clamoroso successo dell'AfD è stato costruito anche su un forte aumento della partecipazione al voto, che ha sfiorato il 10%, oltre che dal trapasso di voti dagli scontenti della Cdu per lo spostamento “troppo a sinistra” della signora Merkel: molti di questi “nuovi” elettori hanno espresso il loro consenso per il partito anti-immigrazione, mobilitati dal tema di cui AfD, nata tre anni fa come partito anti-euro, ha fatto praticamente la sua unica bandiera in campagna elettorale.

In Sassonia-Anhalt, dove l'avversione alla politica della signora Merkel sui rifugiati si è sommata al malcontento per la situazione economica (la disoccupazione nello Stato è più che doppia della media del Paese), il 40% degli elettori di AfD, secondo la prima analisi dei flussi di voto, non erano andati alle urne alle precedenti elezioni. Degli altri, la maggior parte, in uguale misura (17%), sono venuti dalla Cdu e dalla sinistra della Linke, oltre che dai neonazisti. Ma anche nei due Laender dell'ovest, AfD ha messo a segno un notevole successo, ottenendo oltre il 14% in Baden-Wuerttemberg e il 12% in Renania-Palatinato.

Dopo il voto, il partito è presente in 8 su 16 consigli regionali ed è probabile che i suoi consensi nei sondaggi nazionali, che fino alla scorsa settimana lo davano attorno al 12%, ricevano una forte spinta. Alle manifestazioni per la vittoria, a Berlino, gli attivisti di AfD hanno intonato lo slogan “Via Merkel!”, che ha segnato tutta la campagna, ma sembra prematuro concludere che il voto abbia ripercussioni immediate sul futuro politico del cancelliere.

In Sassonia-Anhalt, la Cdu resta il primo partito, ma l'affermazione di AfD e i voti andati alla Linke (il 16% circa) rendono impossibile formare una grande coalizione che replichi quella nazionale con la Spd, scivolata addirittura al quarto posto.

In Baden-Wuerttemberg, il voto più significativo, i Verdi, che, per la prima volta nella storia, cinque anni fa avevano eletto un loro Ministerpraesident di uno Stato, il popolare Winfried Kretschmann, hanno stabilito un altro primato, chiudendo per la prima volta come primo partito. Il crollo della Spd rende impraticabile la coalizione uscente rosso-verde e potrebbe aprire la porta a un accordo dei Gruenen con la Cdu, preludio, secondo alcuni, di quello che potrebbe avvenire dopo le elezioni del 2017 a livello nazionale.

In Renania-Palatinato, conferma per la socialdemocratica Malu Dreyer, unico risultato positivo in una giornata disastrosa per la Spd, e bruciante sconfitta per la democristiana Julia Kloeckner, che vede così allontanarsi le sue aspirazioni di succedere ad Angela Merkel. Anche qui, comunque, la Cdu potrebbe entrare nel Governo regionale, assicurandosi così la partecipazione a tutti e tre gli esecutivi, nonostante la perdita di voti.

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