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I NEGOZIATI PER IL TTIP

Libero scambio Ue-Usa, Hollande: «A questo Ttip la Francia dice no»

Il presidente francese François Hollande (Ap)
Il presidente francese François Hollande (Ap)

«Allo stato attuale» dei negoziazti la «Francia dice no» al Ttip, il trattato transatlantico di libero scambio tra Ue e Usa, perché «non siamo per un libero scambio senza regole». Lo ha detto il presidente francese Francois Hollande. «Mai accetteremo la messa in discussione dei principi essenziali per la nostra agricoltura, la nostra cultura, per la reciprocità all’accesso dei mercati pubblici» ha dichiarato il Capo dello Stato chiudendo le celebrazioni dell'ottantesimo anniversario del Front Populaire.

«Noi abbiamo posto dei principi nel quadro delle negoziazioni commerciali internazionali. Penso alle norme sanitarie - ha detto Hollande - alimentari, sociali, culturali, ambientali. Ecco perché, allo stato attuale, la Francia dice no».

In precedenza il segretario di Stato francese per il Commercio estero, Matthias Fekl, aveva detto che ritiene molto probabile lo stop alle trattative. «Tenendo conto della posizione degli Stati Uniti, mi pare l'opzione più probabile», ha detto all’emittente fancese Europe 1.

Jorgo Riss, direttore di Greenpeace Europa, durante la conferenza stampa di presentazione dei documenti sui negoziati tra Stati Uniti e Unione europea resi noti da Greenpeace Olanda.

Greenpeace ha pubblicato lunedì documenti riservati del negoziato che, secondo la denuncia dell’ong, dimostrano le conseguenze nefaste dell’accordo per la salute e l’ambiente. Esponenti della Commissione europea hanno spiegato che i documenti rivelano le posizioni negoziali degli Stati Uniti e dunque non sono affatto una fotografia dell’accordo finale. Fekl ha spiegato che lo stallo dipende in effetti dalla mancata disponibilità degli Usa a fare concessioni. «Da un anno denuncio il comportamento degli Stati Uniti» ha detto. «Vogliamo reciprocità. L’Europa propone molto e riceve molto poco in cambio. Non è accettabile» ha detto.

Il Ttip è oggetto di negoziato tra Ue e Usa da circa tre anni.

Le rivelazioni di Greenpeace confermano parte di quanto già si supponeva sulle richieste statunitensi, in alcuni casi ancora più radicali del previsto: consultazioni preventive con le industrie Usa sulle norme Ue che potrebbero riguardarle; porta, se non aperta, almeno socchiusa per gli Ogm in Europa; ritorno ai test sugli animali per i cosmetici; libero uso di marchi come Chianti e Marsala per i vinificatori americani; standard meno rigidi per pesticidi e sicurezza alimentare. Che le posizioni di Bruxelles siano distanti da quelle di Washington è noto. Il commissario Ue al Commercio Cecilia Malmstrom ha definito le rivelazioni di Greenpeace «una tempesta in un bicchier d’acqua». Mentre il rappresentate Usa al Commercio ha detto che «le interpretazioni date da Greenpeace a questi testi sono fuorvianti nella migliore delle ipotesi e totalmente sbagliate nella peggiore».

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