La Turchia non modificherà la propria controversa legge sul terrorismo nonostante questa modifica sia richiesta tra le 72 condizioni per l’abolizione dei visti dei cittadini turchi in ingresso nell'Unione europea. «Andiamo avanti per la nostra strada», ha detto il capo dello Stato, Recep Tayyp Erdogan, dopo le clamorose dimissioni del primo ministro Ahmet Davutoglu.
Poiché la Turchia deve affrontare attacchi giornalieri da parte dei separatisti curdi e dai militanti dello stato islamico, il presidente turco ha avvertito l'Unione europea che continuare a premere su Ankara perché riformi le sue misure antiterrorismo, come parte di un accordo per eliminare i visti ai cittadini turchi, creerebbe una spaccatura definitiva delle relazioni tra Ankara e Bruxelles. «Andremo avanti per la nostra strada» ha detto Erdogan a Istanbul durante un discorso pubblico. La Commissione europea ha detto in un report presentato in settimana al Parlamento europeo che ci sono ancora diverse riforme chiave che Ankara deve urgentemente completare nelle prossime settimane tra cui la modifica della legge anti-terrorismo e la riforma di una normativa anti-corruzione. Erdogan ha anche respinto le ricostruzioni giornalistiche delle dimissioni dell’ex primo ministro, Ahmet Davutoglu, come una decisione maturata a causa delle forti divergenze tra le due personalità politiche.
Erdogan ha detto di aver passato il testimone della leadership dell’Akp, il partito di maggioranza relativo al potere dal 2002, a Davutoglu, che ora, a sua volta, dovrebbe passare il testimone a un successore capace di condurre la Turchia verso nuovi traguardi.
Erdogan ha anche affrontato il tema della annunciata e altrettanto controversa riforma costituzionale per dare maggiori poteri al presidente. Un modifica che dovrà essere sottoposta a un referendum al più presto possibile, ha dichiarato il capo di Stato turco all'indomani dall'annuncio delle dimissioni del premier Ahmet Davutoglu.
«Una nuova costituzione e un sistema presidenziale sono una necessità urgente», ha spiegato aggiungendo che ci sarà «al più presto» un referendum. Erdogan ha poi difeso il suo coinvolgimento nella politica interna definendolo «naturale». Il presidente, che si suppone sia super partes secondo l’attuale costituzione parlamentare, ha dichiarato: «Alcuni sono disturbati dal fatto che segua così da vicino gli sviluppi legati al partito... Cosa può essere più naturale di questo?».
Clima sempre più teso, condannati i giornalisti di Cumhuriyet
In questo clima sempre più teso il giornalista Can Dundar, direttore del quotidiano d’opposizione Cumhuriyet, è sfuggito a un attentato. L'aggressore, che impugnava un'arma da fuoco e ha sparato, è stato fermato. Il fatto è avvenuto di fronte al tribunale di Istanbul, dove in serata è stata pronunciata la sentenza nei suoi confronti (una condanna a 5 anni e 10 mesi per rivelazione di segreti di stato, caduta l’accusa per tentato colpo di stato) e di Erdem Gul , l'altro giornalista (condannato a 5 anni) di Cumhuriyet finito sul banco degli imputati per aver documentato il passaggio di tir dei servizi segreti turchi carichi di armi, attraverso il confine siriano. Un giornalista che si trovava vicino a Dundar è rimasto ferito.
«Sto bene. I responsabili sono quelli che mi hanno reso un obiettivo»: così su Twitter il direttore del quotidiano di opposizione turca Cumhuriyet, Can Dundar, scampato a un attacco a colpi di pistola davanti al tribunale di Istanbul. Secondo il racconto dei testimoni, l'assalitore gli ha sparato contro almeno 2 colpi, urlando: «Sei un traditore della patria».
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