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L’allarme di Europol: «800mila migranti pronti a partire dalla…

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business da 6 miliardi per la criminalità

L’allarme di Europol: «800mila migranti pronti a partire dalla Libia»

Il traffico di migranti verso l'Europa nel 2015 ha fruttato ai network criminali tra i cinque ed i sei miliardi di dollari, secondo una stima approssimativa contenuta in un rapporto pubblicato oggi da Europol-Interpol. Il milione di migranti entrati illegalmente nell’Unione europea hanno pagato ai trafficanti tra i 3200 ed i 6500 dollari in media per il loro viaggio.

Ben il 90% del flusso di migranti che cercano di entrare nell'Unione europea - si legge ancora nel rapporto - è facilitato, organizzato e gestito da componenti di una rete criminale. Secondo lo studio, questa realtà è paragonabile a una multinazionale del crimine, visto che coinvolge sospetti originari di oltre 100 Paesi, con una struttura formata da una serie di capi che coordinano le attività lungo le rotte migratorie, di organizzatori che gestiscono le attività a livello locale attraverso contatti personali e facilitatori di basso livello. Di solito, i sospetti trafficanti tendono ad avere una storia criminale alle spalle.

I migranti che viaggiano verso l'Ue, così, sono vulnerabili di sfruttamento sessuale o lavorativo, o vengono usati come mezzi per ripagare il loro debito con i trafficanti. Mentre, secondo Europol, non è dimostrato alcun legame sistematico tra il terrorismo e la migrazione, esiste un rischio in aumento che i combattenti terroristi possano utilizzare il flusso migratorio per rientrare nell’Unione europea, caso già accertato più volte anche in seguito agli attentati che hanno sconvolto l’Europa nei mesi passati.

In generale, secondo il rapporto Europol, per il 2016 è previsto un ulteriore aumento del numero dei migranti che tenteranno di raggiungere l'Ue: «Nella sola Libia sono circa 800.000 quelli che stanno aspettando di partire».

Ue: l’accordo sui visti con la Turchia aumenta il rischio di attentati
La Commissione europea, dal canto suo, avverte che l'abolizione della necessità di chiedere il visto per l'ingresso nei Paesi Ue per i citadini turchi - una parte della controversa intesa tra Bruxelles e Ankara sui migranti - «potrebbe aumentare il rischio di infiltrazioni terroristiche e di nuovi attentati» nel Vecchio Continente. Secondo un rapporto della Commissione, sia i terroristi stranieri che esponenti del crimine organizzato, starebbero cercando di ottenere passaporti turchi per poter raggiungere l'Europa non appena sarà revocata la necessità dei visti.

Secondo l'intesa con l’Ue, infatti, i 75 milioni di cittadini turchi possono il diritto di entrare nell'area Schengen per un periodo massimo di 90 giorni se in possesso dei moderni passaporti biometrici (quelli con il chip) dalla fine di giugno. Il tutto, però, se Ankara modificherà la sua attuale controversa legge antiterrorismo. Cosa che la Turchia ha ribadito ancora oggi per l'ennesima volta di non voler fare, per bocca del ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu: «Dirci di cambiare la nostra legge anti-terrorismo in un momento in cui stiamo combattendo contro il Pkk e Daesh (l'Isis, ndr) equivale a sostenere il terrorismo. Non accetteremo mai un'imposizione del genere». (M. Do.)

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