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Dalla Bce doccia fredda per Atene, che non cede su pensioni e …

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LO SCENARIO

Dalla Bce doccia fredda per Atene, che non cede su pensioni e privatizzazioni

Doccia fredda per Atene che cercava di trovare misure compensative su tagli alle pensioni minime (si parla di 100 milioni di euro) , congelamento dei salari dei dipendenti pubblici e “scudo giudiziario” a chi opera le privatizzazioni di beni pubblici. La Bce aspetterà le riforme della Grecia prima di prendere una decisione sul ritorno delle banche greche al sistema di finanziamento regolare . Lo ha affermato il presidente della Bce, Mario Draghi, aggiungendo che sarà necessaria un'altra riunione dell'Eurotower. «Una volta che gli interventi principali verranno attuati - ha detto Draghi - il consiglio prenderà una decisione», che se fosse positiva, permetterebbe alle banche elleniche di partecipare di nuovo a regolari operazioni di rifinanziamento.

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Ma cosa ha scatenato il “niet“dei falchi all’interno della Bce? Facciamo un passo indietro per ricostruire l’intricata vicenda del braccio di ferro tra Atene e la troika all’indomani dell’accordo di Bruxelles che sembrava aver aperto la via al ritorno alla normalità anche per il sistema di finanziamento delle banche greche presso la Bce.

La scorsa settimana, dopo mesi di negoziati, la Grecia e i suoi creditori hanno concluso una revisione che ha aperto la strada per la riduzione del debito greco nel 2018. I finanziatori hanno dato il via libera anche all'erogazione di 10,3 miliardi di euro in due tranche, a condizione che Atene avesse modificato alcune leggi appena varate riguardanti pensioni, privatizzazioni e sulla cessione di crediti in sofferenza.

Sembrava un dettaglio tecnico ma così non è stato. In una lettera inviata ai creditori la settimana scorsa, il ministro delle Finanze greco, Euclide Tsakalotos ha detto che alcune delle richieste aggiuntive non potevano essere soddisfatte. Tra gli altri temi controversi ci sarebbe la vendita di crediti garantiti con garanzia pubblica. Atene vorrebbe esentare questa categoria di prestitti bancari dalla cessione.

I creditori vorrebbero anche recuperare un beneficio, ora abolito, dato alle pensioni minime chiamato Ekas che il premier greco Alexis Tsipras in Parlamento aveva promesso che i pensionati non avrebbero dovuto restituire la quota di quest'anno già percepita mente la troika voleva che venisse receuperata perché altrimenti ci sarebbe un buco di 100 milioni di euro.

Il punto chiave delle richieste supplementari della troika al governo greco riguarda le privatizzazioni e una maggiore protezione legale nei confronti della magistratura dell'operato dei dirigenti dell'autorità delle privatizzazioni che decidono di mettere sul mercato alcuni beni pubblici. La richiesta della troika prende le mosse dal fatto che l’autorità per le privatizzazioni ha venduto e poi affittato, nel 2014, 28 proprietà immobiliari dello stato durante il governo conservatore di Samaras.

I pubblici ministeri greci hanno aperto una inchiesta accusando alcuni degli operatori di aver provocato un danno erariale alle casse dello stato.

“Il punto chiave delle richieste supplementari della troika al governo greco riguarda le privatizzazioni ”

 

Infine la troika ha chiesto che vengano congelati i salari dei dipendenti pubblici tra cui i militari, la guardia costiera , polizia, giudici e diplomatici. Il ministero della difesa è contrario soprattutto nei confronti degli addetti della guardia costiera impegnatio alla spasimo per la crisi dei migranti e starebbe cercando altre misure compensative. Non è chiaro se a questo punto sia o meno a rischio l'erogazione della tranche.

Atene sembra non sia disposta a modificare le norme relative alle pensioni. Il braccio di ferro invece sarebbe evitato per altri settori dove il governo sarebbe disposto ad accettare degli emendamenti tecnici ma non delle modifiche sostanziali. Secondo il quotidiano Ta Nea la lettera di Tsakalotos sarebbe stata spedita a al commissario europeo Pierre Moscovici, a Benoit Coeure della Bce e a Poul Thomson del Fmi.

Un parlamentare della maggioranza si è dimesso per protesta contro le misure di austerità votate ma è stato sostituito da un altro sostenitore di Syriza. Si riapre così il braccio di ferro tra troika e Atene in vista del referendum del 23 giugno su Brexit.

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