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FORUM DI SAN PIETROBURGO

Juncker in Russia per ricucire con Putin dopo il grande gelo. C’è anche Renzi

Reuters
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SAN PIETROBURGO - L'atmosfera è quella delle grandi occasioni, alla russa, un enorme centro congressi iperorganizzato, luccicante e sorvegliatissimo alle porte di Pietroburgo. Si celebra, questa è la speranza, l'avvio del riavvicinamento tra Russia ed Europa. Un legame che è ancora possibile riparare, ha subito chiarito Jean-Claude Juncker: l'intervento al Forum economico internazionale di San Pietroburgo è il suo primo viaggio in Russia come presidente della Commissione europea. E il primo dopo due anni di gelo, e di sanzioni.

Dopo Juncker, l'altro ospite straniero importante atteso quest'anno è Matteo Renzi, atterrato a San Pietroburgo in serata. Come era stato anticipato dal Cremlino nelle settimane scorse, l'idea di Vladimir Putin è invitare l'Unione Europea a normalizzare le relazioni, a lasciarsi la crisi ucraina alle spalle e a riprendere il lavoro insieme. Partendo da uno dei legami piu' solidi tra Mosca e i Paesi europei, l'energia.

La sensazione che il vento potrebbe cambiare si intreccia a una grande cautela da parte delle 500 compagnie straniere, venute a Pietroburgo da 60 Paesi: presenti all'invito, ma preoccupate di non mettersi troppo in mostra in quello che – al ritmo di decine di dibattiti e di firme di accordi – appare per lo più un evento panrusso. E poiché tra gli stand con cui si presentano le varie regioni della Federazione non manca il padiglione della Crimea, non è difficile dimenticare che la crisi ucraina è tutt'altro che risolta. Né ci si aspettano concessioni da parte di Putin: e dunque nessuno dubita che le sanzioni europee alla Russia verranno rinnovate per altri sei mesi, nel prossimo vertice dei capi di Stato e di Governo di fine giugno. Ma poiche' il gelo con Mosca rappresenta per diversi Paesi europei perdite per miliardi di dollari, una svolta e' comunque attesa per fine anno, ed e' da preparare.

Il conflitto in Ucraina ha messo i rapporti tra Ue e Russia a dura prova, ha detto Juncker al Forum. Aggiungendo pero' che, malgrado le sanzioni e il progresso troppo lento del processo di pace in Ucraina, la ricerca di un terreno comune e' una scelta di buon senso: «Io ho sempre lavorato per costruire ponti, e per il dialogo», ha osservato il presidente della Commissione europea. Aggiungendo che avrebbe parlato con franchezza al presidente russo, e «per tutto il tempo che sarà necessario. La nostra strada deve partire con l'Ucraina, e quindi il passo successivo è chiaro: piena attuazione degli accordi di Minsk, questa è l'unica strada per abolire le sanzioni economiche che abbiamo imposto». Putin non era presente in sala, durante l'intervento del presidente della Commissione europea. L'incontro bilaterale è avvenuto più in disparate, verso sera.

Sul suo esito non è trapelato molto. Putin e Juncker non hanno discussso di sanzioni, ha detto il rappresentante russo presso la Ue, Vladimir Chizhov, dal momento che la Russia «non discute di un problema che non ha creato». Al centro del colloquio è stato posto il futuro del legame tra Russia e Ue, anche sul fronte energetico. E a chi gli ha chiesto se ci si possono aspettare progressi nel dialogo energetico tra Mosca e Bruxelles – in sospeso in particolare il destino di Nord Stream 2, gasdotto finora avversato dalla Commissione – Chizhov ha risposto «spero di sì». «Dobbiamo accertarci che tutti i Paesi dell'Europa centrale orientale abbiano accesso alle furniture di energia – aveva detto Juncker parlando al Forum -. Ho una forte preferenza per gli oleodotti che uniscono, piuttosto che per quelli che dividono».

Parlando con i cronisti italiani a Pietroburgo Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, ha definito la presenza di Juncker al Forum, e l'arrivo di Renzi, «dei passi positivi, delle indicazioni. Europa e Russia sono interconnesse non solo dal gas e dai pipe, ma da scambi commerciali e culturali. Siamo sempre stati vicini, è chiaro che questa di oggi sia un'occasione di disgelo. Non voglio dire da un punto di vista politico perché non sono un politico e non mi compete, ma dal punto di vista operativo sicuramente sì». Sottolineando la presenza al Forum di numerose compagnie petrolifere, «tutte le più grosse europee e quelle americane», Descalzi ha commentato l'auspicio di un rilancio dei rapporti con Eni espresso dall'ad di Rosneft, Igor Sechin, definendo la compagnia petrolifera russa «un ottimo partner»: «Noi già lavoriamo con Rosneft – ha detto l'ad di Eni – abbiamo dei blocchi offshore, forse Sechin si riferiva all'onshore. Fra tutte le compagnie abbiamo forse un'esposizione upstream inferior alle altre, a Exxon, a Bp, a Total: forse in questo senso auspicava di intensificare, questa potrebbe essere l'interpretazione».

Il conflitto in Ucraina ha messo i rapporti tra Ue e Russia a dura prova, ha detto Juncker al Forum. Aggiungendo però che, malgrado le sanzioni e il progresso troppo lento del processo di pace in Ucraina, è sensato cercare un terreno comune. E al riguardo, Juncker ha detto che avrebbe parlato con franchezza al presidente russo, e «per tutto il tempo che sarà necessario». Putin non era presente in sala, durante l'intervento del presidente della Commissione europea. L'incontro bilaterale è avvenuto più in disparte.

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