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Omicidio Jo Cox: la polizia conferma pista estrema destra e problemi mentali del killer

Si concentra sulle connessioni con l'estrema destra la pista principale di indagini seguita dalla West Yorkshire Police nei confronti di Tommy Mair, l'uomo
accusato di aver ucciso la deputata Jo Cox. Lo riferisce un comunicato della polizia, precisando che come secondo filone viene approfondito quello dei “problemi mentali” avuti dal presunto killer in passato.

Il giorno dopo l’omicidio della deputata laburista Jo Cox, l’Europa fa i conti con un dramma che ha “congelato” la campagna referendaria sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione Europea. La parlamentare filoeuropeista, 41 anni e madre di due figli, è stata uccisa nel primo pomeriggio di ieri, a colpi di arma da fuoco, in strada a Birstall, nella sua circoscrizione elettorale nel nord dell'Inghilterra; l’omicidio ha provocato shock e una forte ondata emotiva, con la sospensione immediata della campagna per il referendum, che non dovrebbe riprendere prima del fine-settimana.

La deputata aveva ricevuto diversi messaggi di minacce negli ultimi tre mesi e aveva fatto denuncia alla polizia. Ma nonostante questo, sottolinea il Times, la revisione delle misure di protezione per Jo Cox da parte della polizia era ancora in corso. Scotland Yard ha reso noto che un uomo era stato arrestato a marzo, ma non si tratta della stessa persona arrestata ieri.

Un appello alla «tolleranza» contro le «divisioni» è stato lanciato dal primo ministro britannico David Cameron, giunto oggi a Birstall per un omaggio congiunto cui ha partecipato anche Jeremy Corbyn, leader del partito laburista, in cui militava la vittima, fermamente contraria alla Brexit. «Dove assistiamo all'odio, dove assistiamo alle divisioni, dove assistiamo all'intolleranza, li dobbiamo estirpare, dobbiamo scacciarli dalla nostra vita politica, dalla nostra vita pubblica, dalle nostre comunità», ha proclamato il premier tory che, dopo aver deposto un mazzo di fiori sul luogo dell'omicidio, ha esortato a «raddoppiare gli sforzi» per difendere i valori democratici, di cui la «tolleranza» costituisce appunto la «base».

Oltre cento persone si sono riunite da ieri sera nella chiesa di San Pietro a Birstall per una cerimonia in sua memoria. Quasi contemporaneamente, a Londra, decine di persone si sono radunate davanti al Parlamento britannico: tra loro, il leader del Partito laburista Jeremy Corbyn e diversi altri esponenti del Labour. «È stata una militante coraggiosa e una voce per chi non ne aveva. Siamo sconvolti dalla sua perdita», ha dichiarato Fatima Ibrahim, del movimento cittadino internazionale Avaaz.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha chiesto che le circostanze dello «spaventoso» omicidio di Jo Cox siano chiarite il più velocemente possibile, visto che tra meno di una settimana ci sarà il referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell'Unione Europea. Ha inoltre spiegato di non volere, in questa fase, legare l'omicidio al referendum in programma giovedì.

Intanto si fa maggior luce sul profilo del presunto killer, fermato dalla polizia poco dopo l’agguato. Thomas Mair, 52 anni, descritto dai vicini come un solitario, era un sostenitore di Alleanza Nazionale, la più importante organizzazione neonazista degli Stati Uniti: lo afferma il Southern Poverty Law Centre, un'organizzazione di difesa dei diritti civili. La notizia è rilanciata dal quotidiano belga “Le Soir”. Secondo il Southern Poverty Law Center, Mair ha speso più di 500 euro per Alleanza Nazionale, gruppo che chiede la creazione di una nazione interamente bianca e l'eliminazione del popolo ebraico.

Spuntano inoltre sospetti di un legame fra Tommy Mair e un gruppo suprematista bianco, visceralmente ostile all'Europa e simpatizzante del
vecchio apartheid sudafricano. Ne scrive oggi l'Independent online. Il gruppo in questione si chiama Springbok Club e Mair risulta citato nel database della rivista online che esso pubblica, la Springbok Cyber Newsletter, fin da 10 anni fa.

I media britannici non hanno esitato a tirare in ballo i toni aggressivi della campagna elettorale. Il Guardian ha denunciato «un tono brutale che fomenta le divisioni», giudicando l'omicidio un «attacco contro l'umanità, l'idealismo e la democrazia». Lo Spectator ha accusato i sostenitori dell'uscita dall'Ue: il leader del partito (euroscettico) Ukip «Nigel Farage non è responsabile della morte di Jo Cox. E gli esponenti della campagna per il “Leave” (uscita dall'Ue) anche. Ma sono responsabili del modo in cui portano avanti la loro campagna elettorale», ha scritto. «Quando si incentiva la rabbia, non si può essere sorpresi se la gente diventa rabbiosa».

Su Twitter anche Alastair Campbell, consigliere dell'ex primo ministro Tony Blair, è intervenuto prendendosela con una parte della stampa. La deputata laburista Jo Cox aveva ricevuto una raffica di mail di minacce negli ultimi tre mesi e la polizia stava considerando la possibilità di aumentare la sua sicurezza. Lo rivela il Times. La polizia locale aveva considerato di incrementare il livello di sicurezza sia alla sua circoscrizione elettorale a Birstall sia alla sua abitazione su una chiatta sul Tamigi, dove viveva con la famiglia.

Una fonte ha rivelato che Cox non aveva fatto caso «ai messaggi minacciosi fino a quando “la frequenza e il numero non sono aumentati”». Secondo il Times, però, non ci sarebbero collegamenti diretti tra le mail e l'attacco avvenuto ieri.

«Britain first» prende le distanze dall'omicida

Thomas Mair ha urlato prima di colpire tre volte «Britain First», ma il leader del partito nazionalista omonimo, Paul Golding, ha preso le distanze dal gesto dell'uomo, secondo il Telegraph. «Al momento questa affermazione non è stata confermata, è solo un sentito dire - ha dichiarato Golding - Jo Cox era chiaramente un deputato che faceva campagna perché la Gran Bretagna resti nell'Ue, quindi se se è stato urlato dall'assalitore potrebbe essere stato uno slogan piuttosto che un riferimento al nostro partito. Non lo sappiamo».
«È ovvio che un attacco contro un deputato è un'aggressione alla diplomazia britannica. I deputati sono sacrosanti. Siamo scioccati come tutti. Britain First non è ovviamente coinvolta e non ha mai incoraggiato comportamenti di questo genere», ha aggiunto Golding il cui partito fa campagna contro l'immigrazione, il multiculturalismo e l'Islam.

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