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Draghi: Brexit rallenterà la crescita del Pil nell’Eurozona. Agire subito sulle banche

Il presidente della Bce Mario Draghi
Il presidente della Bce Mario Draghi

«Non possiamo permetterci di non risolvere» i problemi delle banche. Lo afferma il presidente della Bce Mario Draghi, secondo quanto riporta Bloomberg che cita un documento ottenuto al vertice Ue. «È ora di farlo», afferma. La Brexit, continua Draghi, può innescare una corsa alle svalutazioni competitive delle monete in tutto il mondo. «Temiamo le reazioni - dice - dei paesi che provino a correggere ciò che loro vedono come un tasso di cambio errato, cosa che potrebbe innescare svalutazioni competitive e incrementare i premi di rischio e le turbolenze».

La Brexit può avere un impatto negativo sulla crescita del Pil della zona euro, afferma ancora il presidente Bce Mario Draghi secondo quanto riporta la Bloomberg. Gli effetti dell’uscita della Gran Bretagna sono difficili da prevedere, ma potrebbero causare un impatto negativo dello 0,1% nel 2016, dello 0,2% nel 2017 e fino allo 0,5% nel 2020, ha detto ancora Draghi, secondo quanto si apprende da fonti Ue a margine del Consiglio europeo. Le stesse fonti hanno aggiunto che il presidente Bce ha indicato come il Regno Unito sia il principale partner commerciale della zona euro e che le stime sul possibile ribasso dei tassi di crescita del Pil nei prossimi tre anni sono quelle fatte dal settore privato. Il fatto di averle evocate significa che secondo la Bce si tratta di previsioni attendibili.

Se la Gran Bretagna dovesse finire in recessione, si legge nel documento ottenuto dalla Bloomberg, l'effetto sull'area euro sarebbe immediato. Tutti i mercati internazionali, avrebbe detto Draghi, sarebbero colpiti specialmente quelli dei cambi.

La Bce ha così intensificato la cooperazione con le altre banche centrali sui movimenti valutari e, ha assicurato, farà tutto il necessario per assicurare la stabilità dei prezzi. All'esterno «si potrebbe avere la percezione che la Ue è ingovernabile, per questo è fondamentale l'impegno degli Stati a lavorare insieme», ha detto ancora Draghi ai leader Ue nel vertice sulla Brexit, secondo quanto riferiscono fonti europee.

“Nell’attuale contesto di prolungati tassi di interesse bassi, il sistema bancario europeo potrebbe essere l’anello debole della catena”

 

Stando ad altre fonti, Draghi si è dilungato molto sul tema delle banche indicando che nell'attuale contesto di prolungati tassi di interesse bassi il sistema bancario europeo potrebbe essere l'anello debole della catena. Ciò a causa del peso dei “non performing loans” e della diminuita profittabilità del business bancario. Tra l'altro peserebbe negativamente anche sul sistema bancario la prospettiva di minore crescita in conseguenza di Brexit.
Il Regno Unito dovrebbe passare l'anno prossimo da una crescita prevista attorno al 2% a crescita zero.

«Il risultato deludente del G20 per aumentare la crescita economica mondiale del 2% con misure strutturali è un esempio di come le intenzioni e le azioni possano divergere», dice Draghi sottolineando che «è in contrasto con quanto avvenuto nel caso del coordinamento globale dell'azione di bilancio nel 2008-2009, che fu un successo».

Il numero uno della Bce ha aggiunto che questi tipi di formati internazionali, come il G20, non possono «vincolare i Paesi a prendere misure specifiche ma il riconoscimento reciproco di un interesse comune può essere una forma di coordinamento».

La composizione dei bilanci dell'Eurozona dovrebbe essere più «amica della crescita»: è l'invito rivolto dal presidente della Bce Mario Draghi ai leader Ue, secondo quanto riferiscono fonti europee.

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